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ORIGINI
DEL WESTERN – 3

“Il Western è il solo ‘genere’ cinematografico le cui origini si confondano quasi con quelle del cinema, che non abbia risentito il peso di circa 40 anni di ininterrotto successo. … Ma più ancora forse delle continuità storica di questo genere, ci meraviglia la sua universalità geografica.” (André Bazin, 1953)
Negli ultimi due anni le Giornate hanno dedicato una sezione del proprio programma ai western americani delle origini – film di indiani, di cowboy o di cowgirl che fossero – realizzati e distribuiti fra il 1908 e il 1913. Quest’anno viene proposta una terza parte, imperniata però sui primi western europei.
Il motivo? I western americani furono probabilmente i film più popolari tra quelli che giunsero in Europa all’inizio degli anni Dieci del secolo scorso. Questa popolarità si può spiegare in vari modi. Gli europei avevano una lunga consuetudine con le immagini del West americano, dalle mostre di George Catlin negli anni Quaranta dell’Ottocento fino alle prime tournée del Wild West Show di Buffalo Bill tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta dell’Ottocento. Secondo Francis Lacassin, poco dopo il volgere del secolo sia in Francia che in Germania l’editore Eichler iniziò a pubblicare le traduzioni dei “dime novels” di Buffalo Bill (ed anche dei racconti adattati), cui fecero seguito altre serie, come Texas Jack, la terreur des Indiens e Sitting Bull le dernier des Sioux. Quando, non più tardi del 1910, i film americani importati iniziarono a “invadere” l’Europa, il Bioscope scrisse che chiunque avesse visitato i cinema a Londra o in provincia avrebbe constatato che i film western erano “i preferiti del pubblico”. Nel giro di un anno le pellicole Selig, Pathé American, Flying A e Vitagraph divennero sempre più facilmente reperibili grazie alle agenzie di distribuzione di Londra e Parigi. Contemporaneamente, la Essanay aprì a Berlino un ufficio commerciale che distribuiva in lungo e in largo i propri film di Broncho Billy. E la casa proclamava che Broncho Billy (G.M. Anderson) era il primo personaggio americano “di fantasia famoso in tutto il mondo”.
Contagiati dalla mania del selvaggio West, gli europei ebbero presto le proprie versioni delle avventure western. In Gran Bretagna e in Germania come in Italia e in Danimarca (e probabilmente altrove), i produttori si cimentarono nello sfruttamento di questo genere emergente. Luke McKernan ha individuato oltre due dozzine di western britannici distribuiti fra il 1908 e il 1916, ma uno solo, The Scapegrace (1913), sembra essere sopravvissuto. Analogamente, Matthias Knopp ha identificato almeno dieci western tedeschi distribuiti fra il 1908 e il 1915, nessuno dei quali ci è pervenuto. Non si sa con esattezza quanti western siano stati prodotti in Italia, ma ne esistono almeno due realizzati da una casa come la Cines, meglio nota per i suoi spettacolari film storici: Sulla via dell’oro (1913) e Nel paese dell’oro (1914), ovviamente molto dissimili dagli “spaghetti western” che sarebbero diventati così famosi cinquant’anni dopo. In parallelo con la rassegna curata da Casper Tybjerg e Magnus Rosborn per le Giornate di quest’anno e dedicata all’influenza dei film svedesi sulle cinematografie degli altri paesi scandinavi, il lungometraggio di Holger-Madsen del 1916, Manden uden fremtid (L’uomo senza avvenire), interpretato dal popolare divo danese Valdemar Psilander, chiude appropriatamente questa riproposizione di western europei delle origini.
Ma la mania del selvaggio West furoreggiò specialmente in Francia, dove Gaumont divenne il produttore più importante quando ingaggiò l’attore-sceneggiatore-regista Joë Hamman (1883-1974), che aveva la particolarità di aver trascorso in gioventù vari anni negli Stati Uniti. Nel 1904 visitò il West e visse per parecchi mesi tra gli Indiani delle Pianure nelle riserve di Standing Rock e Pine Ridge. Poté così osservarne i costumi e ascoltare le storie della loro lotta per la sopravvivenza alla fine del XIX secolo. Molti anni dopo avrebbe rievocato quest’esperienza in “1904 … mon séjour à la réserve des Sioux de Pine Ridge” (Western revue, Parigi, dicembre 1973).
Hamman fece i suoi primi western con la Lux e l’Eclipse: un film di quest’ultima casa fu apprezzato negli Stati Uniti quando uscì, alla fine del 1912, col titolo di The Red Man’s Honor. Poi per la Gaumont, egli sceneggiò e interpretò, tra il 1911 e il 1913, più di una dozzina di film di cowboy e indiani, tutti di uno o due rulli diretti da uno dei principali cineasti della società, Jean Durand. Le trame – con la notevolissima eccezione di Le Railway de la mort, che, distribuito negli Stati Uniti con il titolo di Their Lives for Gold, fu accolto da recensioni contrastanti – possono sembrare abbastanza convenzionali, ma Durand e Hamman riuscirono a imprimere un’impronta originale a questi film girandoli in esterni nella regione della Camargue, sulla costa meridionale francese, i cui piatti paesaggi con distese d’acqua, zone sabbiose, canneti e poggi cespugliosi offrivano un ambiente relativamente simile a quelli dei western americani. Per di più, Hamman era un attore versatile, capace non solo di eseguire, a cavallo e con il lazo, acrobazie paragonabili a quelle di Tom Mix, ma anche di adottare la stoica postura e la solenne gestualità considerate all’epoca caratteristiche degli Indiani delle Pianure d’America. Per fortuna, unitamente al frammento Face au taureau dell’Eclipse (1913), molti di questi titoli Gaumont (più vari film comici nel cui cast figurano Gaston Modot e la troupe acrobatica “Les Pouittes”) sono sopravvissuti. Le Giornate hanno il piacere di proporne sei nei primi due programmi di questa rassegna dedicata ai western europei delle origini.

Richard Abel

Si ringrazia
Elif Rongen-Kaynakçi, EYE Filmmuseum; Émilie Cauquy, Céline Ruivo, Cinémathèque française; Stéphanie Salmon, Fondation Jérôme Seydoux-Pathé; Bryony Dixon, BFI National Archive; Archives françaises du film du CNC; Casper Tybjerg, Ivo Blom, Matthias Knopp.

Prog. 1
Sab/Sat 30 – 15:30 – Teatro Verdi

CALINO VEUT ÊTRE COWBOY
Jean Durand (FR 1911)

PENDAISON À JEFFERSON CITY
(FR 1911)

LA PRAIRIE EN FEU
Jean Durand (FR 1912)

CENT DOLLARS MORT OU VIF
Jean Durand (FR 1912)

LE REVOLVER MATRIMONIALE
Jean Durand (FR 1912)

THE SCAPEGRACE
Edwin J. Collins (UK 1913)

Prog. 2
Mar/Tue 3 – 10:30 – Teatro Verdi

COEUR ARDENT
Jean Durand (FR 1912)

LE RAILWAY DE LA MORT
Jean Durand (FR 1912)

FACE AU TAUREAU
Prod: Société Générale des Cinématographes Eclips (FR 1913)

NEL PAESE DELL’ORO

ONÉSIME SUR LE SENTIER DE LA GUERRE
Jean Durand, Gaston Modot (FR 1913)

Prog. 3
Ven/Fri 6 – 9:00 – Teatro Verdi

SULLA VIA DELL’ORO [THE HUMAN BRIDGE]
Baldassarre Negroni? (IT 1913)

MANDEN UNDEN FREMTID
Holger-Madsen

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Date
  • 16 March 2017