3 BAD MEN

3 BAD MEN (I tre birbanti / Battaglia di giganti) (US 1926)
Regia di John Ford

Dopo il grande successo di The Iron Horse (Il cavallo d’acciaio; 1924) di John Ford, la Fox Film Corporation affida al regista la direzione di un altro western epico intitolato 3 Bad Men, basato sul romanzo Over the Border di Herman Whitaker (1867-1919), scrittore di origine inglese, poi trasferitosi nel Canada e successivamente in California. Questo film è uno dei pochi progetti della Fox che John Ford poté scegliere, curando anche la sceneggiatura, in collaborazione con John Stone, nella quale viene completamente cambiata l’ambientazione geografica (e anche lo sfondo storico) della vicenda. Mentre nel romanzo la vicenda si svolge nel Messico settentrionale durante la Rivoluzione degli anni ’10 del Novecento, nel film viene spostata nel 1877 nel South Dakota: qui un vasto territorio che i Sioux, sconfitti dall’esercito americano, erano stati costretti ad abbandonare per essere confinati nelle riserve, viene assegnato ai coloni, una massa proveniente dalle città dell’Est e anche dall’Europa, alla quale si uniscono anche tanti avventurieri e fuorilegge, attratti soprattutto dalle miniere d’oro scoperte pochi anni prima. In origine il film era stato progettato come veicolo per tre star della Fox Film Corporation – Tom Mix, Buck Jones e George O’Brien; ma, a causa della mancata disponibilità dei primi due, la casa di produzione affianca al giovane O’Brien tre attori più anziani nel ruolo dei “3 Bad Men”: Tom Santschi, J. Farrell MacDonald e Frank Campeau. Interpretano tre fuorilegge che hanno raggiunto il Dakota con l’intenzione di mettere in atto i loro colpi approfittando della confusione creata dall’arrivo di migliaia di persone per l’assegnazione delle terre, ma si riveleranno uomini dal cuore d’oro aiutando una ragazza rimasta orfana e proteggendola con un senso dell’onore quasi cavalleresco in quel violento mondo di frontiera, giungendo a sacrificare le loro vite per salvare lei e il fidanzato (George O’Brien) minacciati da uno sceriffo che in realtà è il capo di una pericolosa banda. Sono figure di outsider che appaiono frequentemente nel cinema di John Ford, che li tratta con simpatia usando spesso toni da commedia, affidati soprattutto a Santschi e Campeau. Durante la realizzazione di 3 Bad Men il regista poté contare su una relativa libertà d’azione soprattutto per quanto riguardava le parti girate in esterni nel Wyoming e nel deserto di Mojave. Grazie alle sue bellezze naturali il Wyoming fin dagli anni ’10 aveva attirato l’attenzione delle case di produzione hollywoodiane, tra cui la Fox che nell’area di Cody aveva girato The Man from Bitter Roots (1916) di Oscar Apfel, con William Farnum; la Famous Players-Lasky Co. con due western epici, The Pony Express (Pony-Express) e The Thundering Herd (La valanga selvaggio), entrambi del 1925; la Metro Goldwyn Mayer con War Paint (Terra nostra; 1926) di W. S. Van Dyke. Per 3 Bad Men viene scelta Jackson Hole, la magnifica vallata del Wyoming dominata dalla maestosa catena del Gran Teton e attraversata dal fiume Snake, che proprio in quegli anni cominciava a decollare come località turistica e che era già stata utilizzata dalla Fox in The Yankee Señor (Soldato di ventura; 1925) di Emmett J. Flynn, con Tom Mix e Olive Borden. Una location fino ad allora inedita era invece Lucerne Dry Lake, un lago asciutto del deserto di Mojave all’interno della California meridionale scelto per girare la sequenza della corsa per l’assegnazione delle terre, una vasta distesa piatta in cui poter muovere in maniera frenetica centinaia di comparse, cavalli e carri. Questa sequenza, nella quale il giovane regista, con la valida collaborazione di George Schneiderman, dimostra di saper competere quanto a spettacolarità con quella famosa della corsa alla terre libere dell’Oklahoma di Tumbleweeds (La lotta per la terra; 1925), l’ultimo film di William S. Hart, consolida la reputazione di John Ford per la cinematografia in esterni. All’anteprima per il pubblico 3 Bad Men non ebbe successo; la Fox impose quindi molti tagli prima di distribuirlo il 28 agosto 1926, ma anche in questa nuova forma il film fu accolto tiepidamente. Più in generale, si trattava di una risposta negativa del pubblico nei confronti del filone del western epico, che quindi le grandi case di produzione abbandonano nel giro di pochissimi anni. Anche John Ford viene coinvolto in tali cambiamenti, tanto che per tredici anni non gira altri western fino a Stagecoach (Ombre rosse; 1939), il suo capolavoro, la cui celeberrima sequenza dell’inseguimento della diligenza da parte degli Apache di Geronimo è girata a Lucerne Dry Lake, location che diventa un significativo elemento di collegamento tra il western muto di Ford e quello sonoro.

Carlo Gaberscek

[Nota: Il titolo dell’edizione italiana d’epoca di 3 Bad Men è, come qui sopra indicato, I tre birbanti e non I tre furfanti. Quest’ultimo è infatti il titolo italiano di un film di Lloyd Bacon del 1942, Larceny Inc., uscito in Italia nel 1950.]

 

La partitura  Da giovane mi sono formato, sia come direttore d’orchestra che come compositore, in due universi americani piuttosto vecchia scuola. Quando, a 26 anni, ebbi il mio primo incarico come direttore principale, il mio repertorio era in gran parte costituito dalla prima generazione moderna di sinfonisti americani, molti dei quali erano ancora vivi – alcuni li conoscevo personalmente.
Prima di iniziare a forgiare quel nuovo filone musicale noto come “Sinfonia americana”, compositori come Aaron Copland, David Diamond, Roy Harris, Virgil Thomson e Walter Piston erano stati allievi di Nadia Boulanger a Parigi. Le colonne sonore che oggi tutti associamo ai film western sono in realtà nate e si sono sviluppate nelle sale da concerto e sono state efficacemente adattate da compositori cinematografici per lo più europei. Purtroppo, le partiture originali per i western muti sono quasi inesistenti e gli accompagnamenti musicali venivano in genere affidati a direttori musicali locali o alle case di distribuzione. La prima partitura appositamente commissionata per un western fu scritta nel 1924 per The Iron Horse di John Ford dal grande compositore e direttore d’orchestra d’origine ungherese Ernö Rapée. Ma in realtà il linguaggio musicale che comunemente associamo ai western non è stato sviluppato se non nei tardi anni Trenta, una decina d’anni dopo l’avvento del sonoro.
Il mio obiettivo è stato quindi quello di attingere ai colori caratteristici degli anni Trenta e far sì che il film beneficiasse di ciò che sarebbe arrivato nel giro di qualche anno: una matura impronta sinfonica. Poiché 3 Bad Men era (ed è) la mia unica partitura per un western, ho pensato di rivisitare le mie esperienze personali in questo repertorio e di applicare i metodi che avevo appreso nella struttura melodica e ritmica, e soprattutto nell’armonia quartale. La mia speranza è di valorizzare il paesaggio di Ford, senza intralciare la storia.

Timothy Brock

3 BAD MEN (I tre birbanti /  ) (US 1926)
regia/dir: John Ford.
scen: John Stone, John Ford, tratto dal romanzo di/suggested by the novel by Herman Whitaker, Over the Border (1917).
did/titles: Ralph Spence, Malcom Stuart Boylan.
photog: George Schneiderman.
asst dir: Edward O’Fearna.
cost: Sam Benson.
cast: George O’Brien (Dan O’Malley), Olive Borden (Lee Carleton), Lou Tellegen (Layne Hunter), Tom Santschi (“Bull” Stanley), J. Farrell MacDonald (Mike Costigan), Frank Campeau (“Spade” Allen), Priscilla Bonner (Millie Stanley), Otis Harlan (Zach Little), Phyllis Haver (Lily), Georgie Harris (Joe Minsk), Alec [B.] Francis (reverend/Rev. Calvin Benson), Jay Hunt (Nat Lucas), Grace Gordon (amica di Millie/Millie’s pal), Walter Perry (Pat Monahan), George Irving (generale/Gen. Neville), Vester Pegg, Bud Osborne.
prod: John Ford, Fox Film Corporation.
dist: William Fox.
riprese/filmed: locations: Jackson Hole, Wyoming; Lucerne Dry Lake, Mojave Desert, California; Iverson Ranch, Chatsworth, California.
uscita/rel: 28.08.1926.  

Restaurata da/Restored by The Museum of Modern Art, con il supporto di/with support from The Celeste Bartos Fund for Film Preservation.

Music: Timothy Brock.

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