COLLEGIUM

Giunto alla XXVI edizione, il Collegium, costretto dalle straordinarie circostanze del 2020 a diventare virtuale, già l’anno successivo ha ripreso a svolgersi in presenza proseguendo sui binari stabiliti. Pur nell’inevitabile, naturale evoluzione di metodo e risultati, gli obiettivi del Collegium rimangono gli stessi: far scoprire il cinema muto alle nuove generazioni e far sì che le nuove leve possano diventare parte di quella comunità unica nel suo genere che si è formata in oltre quattro decenni di Giornate. Si è cercato soprattutto di trarre vantaggio dalle peculiari caratteristiche del festival: un evento concentrato nell’arco di una settimana; la possibilità di vedere un’infinità di rare copie d’archivio; la presenza nello stesso luogo e nello stesso periodo di molti (forse della maggior parte) tra i più qualificati esperti mondiali di storia del cinema – studiosi, storici, archivisti, collezionisti, critici, docenti universitari e semplici appassionati. Scartato il tradizionale approccio da “scuola estiva” con un programma di insegnamento formale, si è preferito tornare a un concetto fondamentalmente classico dello studio, in cui l’impulso è dato dalla curiosità e dalla volontà di sapere degli studenti. Le sessioni giornaliere non si presentano quindi come lezioni formali o gruppi di studio, ma piuttosto come “dialoghi” nel senso platonico, con i collegians che siedono accanto a esperti di diverse discipline. I dialoghi mirano non soltanto a stimolare lo scambio di informazioni e conoscenze, ma anche a favorire i contatti interpersonali, cosicché le “reclute” non siano intimidite dagli “habitués”, ma possano agevolmente avvicinarli per ulteriori approfondimenti e discussioni. Per focalizzare la propria ricerca, i membri del Collegium collaborano alla produzione di una serie di testi su temi emersi o innescati dall’esperienza della settimana. Ognuno dei partecipanti si impegna a scrivere un saggio la cui fonte principale dev’essere costituita dal programma delle Giornate o da interviste e conversazioni con gli studiosi e gli esperti presenti al festival. Deve insomma trattarsi di un elaborato che non si sarebbe potuto redigere senza partecipare alle Giornate. Al fine di valorizzare il contributo dei collegians al festival, il migliore saggio sarà pubblicato sul sito delle Giornate e verrà premiato con il Collegium Prize istituito nel 2008, che dal 2024 diventerà il Russell Merritt prize.

Collegians 2024: Seif Abdo (US/EG), Daniel Lawrence Aufmann (US), Ellen Cleary (GB), Kaya Erdinç (NL), Estelle Kaufmann (FR), Yixuan Li (CN), Hugo Ljungbäck (SE), Matteo Masi (IT), Victor Morozov (RO), Jillian Nelson (US), Vanesa Tsvetanova (BG), Urvi Vora (IN), Amelia Grace Winburne (US).

Vincitori
2023
Russell Zych: “Why Screen a Fragment?”
2022
Sofie Cato Maas: “A discontinuity given an illusory wholeness by the blessings of light”: the luminous quality of the silent cinema.
Ex aequo 2021
Leticia Magalãhes: It’s a mad mad mad world: mental health, slapstick and stardom in Carlo Campogalliani’s La Tempesta in un Cranio
Ex aequo 2021
Travis R. Merchant-Knudsen: The Intrusive, Necessary Labor of Archivists in the Face of Change
2020 Matheus Carvalho: The canon reassessed, masculinity and gender transgressions at the Giornate 2019
2019 Stephan Ahrens:
Unheard music. Notes on silent music moments

2018 Sarah Rahman Niazi: Le Giornate del Cinema Muto and the encounter with Indian silent cinema
2017 Sebastian Köthe: Silent Film as Ambiguous Heritage
2016 Danielle Crepaldi Carvalho: Blessed Tears: the Human Soul Unveiled in Les Misérables by Henri Fescourt (1925-26)
2015 Guilherme Maggi Savioli: The Outcasts, or notes on a revolution
2014 Cesar de la Rosa Anaya: Aura Footprints of Early Cinema
2013
Thomas Clearly: The Accidental Artists: Art in Early Cinema
2012 Tom Brockley: Preserving a ‘Way of Seeing’: Post-archival Film Preservation
2011 Raphael Luce: Born by accident
2010 Ioana Salagean: Le mythe et le retour
2009
Polly Ellen Goodwin: How to Watch a Silent Film: The View from the Pit
2008 Maria Belodubrovskaya: Understanding the Magic:Special Effects in Ladislas Starewitch’s L’Horloge magique

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