Fin dal 1986, quattro anni dopo la loro fondazione, le Giornate hanno istituito, prima con il sostegno della Provincia di Pordenone, poi con quello della Fondazione Friuli, il premio Jean Mitry, dedicato a uno dei più importanti teorici del cinema del XX secolo, tra i fondatori della Cinémathèque Française e primo presidente delle Giornate. Lo scopo del premio è di segnalare quelle personalità o istituzioni che si sono distinte nel campo del restauro e della conservazione del patrimonio del cinema muto. Il Premio viene quest’anno assegnato a Bryony Dixon, conservatrice al BFI National Archive di Londra, responsabile per la collezione di film muti, e Mark-Paul Meyer, conservatore all’Eye Filmmuseum in Amsterdam, nella cerimonia d’apertura della serata di venerdì 11 ottobre al Teatro Verdi alle ore 21. Il premio sarà consegnato dal Vicepresidente della Fondazione Friuli, avv. Bruno Malattia.
Bryony Dixon è conservatrice presso il BFI National Archive, responsabile della collezione nazionale di film muti. Numerose sono le sue ricerche e gli scritti su diversi aspetti del cinema delle origini e del cinema muto e i programmi che ha curato per festival ed eventi cinematografici in tutto il mondo.
È autrice dei volumi The Story of Victorian Film (2003), BFI Screen Guide: 100 Silent Films (2011) e di molti articoli e capitoli di pubblicazioni internazionali sul cinema muto e sulle pratiche d’archivio. Collabora regolarmente con la rivista Sight & Sound e alle pubblicazioni DVD e BluRay del BFI. Per la stessa istituzione ha supervisionato numerosi restauri di film tra cui Underground (1928), Shooting Stars (1927), The Great White Silence (1924), South (1919) e il progetto sui film muti di Hitchcock, grazie al quale sono stati restaurati tutti i nove film muti sopravvissuti.
Dopo aver svolto mansioni di ricerca e programmazione al BFI National Archive di Londra, dove lavora dal 1992, ricopre l’incarico di conservatrice responsabile delle collezioni di film muti dal 2005. Dal 1998 è condirettrice (con Laraine Porter) del British Silent Film Festival, un festival itinerante (Nottingham, Londra, Leicester) di proiezioni di cinema muto britannico caratterizzato da una forte componente di ricerca, a cui ora si è affiancato il British Silent Film Symposium realizzato con il King’s College dell’Università di Londra.
Inoltre, dal 2018 è responsabile della programmazione mensile di cinema muto per le sale del BFI a Southbank.
Mark Paul Meyer è conservatore all’Eye Filmmuseum di Amsterdam. Dopo gli studi in filosofia all’Università di Amsterdam, ha lavorato come redattore e critico cinematografico per la rivista indipendente Skrien. Frequentatore abituale delle Giornate del Cinema Muto fin dal 1987, ha maturato un forte interesse per il cinema muto e la salvaguardia del patrimonio cinematografico. Nel 1990 entra a far parte del Nederlands Filmmuseum come conservatore e restauratore di film. Uno dei suoi primi importanti restauri è stato Lucky Star (1929) di Frank Borzage, presentato alle Giornate nel 1990. Da allora sono seguiti molti altri progetti di restauro, come il Progetto Lumière, Archimedia e il Gruppo Gamma, che gli hanno permesso di operare in un contesto internazionale. Da queste esperienze sono nati il cortometraggio An Inflammable Film Heritage (1994) e il libro Restoration of Motion Picture Film (Oxford 2000), curato insieme a Paul Read. Nel 2003 ha contribuito alla nascita del Master Preservation and Presentation of the Moving Image dell’Università di Amsterdam, dove ha lavorato per vent’anni. In veste di curatore ha incoraggiato l’esplorazione e l’utilizzo dei fondi archivistici da parte di registi, artisti, ricercatori e programmatori. Ha favorito inoltre l’inclusione di nuove forme di cinema – in particolare le installazioni filmiche – nelle collezioni. È stato programmista della Biennale del Filmmuseum, che si è interrotta quando il Nederlands Filmmuseum è diventato Eye Filmmuseum trasferendosi nell’attuale moderno edificio con quattro sale cinematografiche e un ampio spazio espositivo. Per Eye ha lavorato alle mostre Found Footage (2012), Johan van der Keuken (2013) e Jean Desmet (2015). Attualmente si sta occupando della mostra Underground, American avant-garde of the 1960s, che sarà inaugurata il 12 ottobre 2024.
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