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ALWAYS KEEP TO THE WHITE LINE

ASSUNTA SPINA
Gustavo Serena, [Francesca Bertini] (IT 1915)

Accompagnamento musicale composto ed eseguito dal vivo da/Score composed and performed live by John T. La Barbera con/with Carlo Aonzo.

DCP realizzato a partire dall’internegativo della versione restaurata in fotochimico nel 1993 da Fondazione Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.

Memorabile. Che si deve ricordare, che è degno di memoria per l’eccezionalità, la straordinarietà.” (F. Sabatini, V. Coletti, Dizionario della lingua italiana, 2012, ad vocem) Assunta Spina è un film memorabile, il lemma lo definisce esattamente. È un film “degno di memoria” in quanto miglior esemplare superstite di una esigua, ma significativa serie di film, realizzati a metà degli anni Dieci e derivati dal repertorio drammatico verista di fine Ottocento e inizio Novecento. Con Sperduti nel buio (Morgana Film, 1914) e A San Francisco (Caesar Film, 1915), purtroppo, ambedue dispersi, Assunta Spina contribuisce in maniera determinante a inaugurare quella vocazione realista che sarà una delle cifre essenziali del successivo cinema italiano. Al contempo, è un film “straordinario”, fuori dall’ordinario rispetto ai canoni di una cinematografia nazionale coeva, per lo più, votata alle trame storico-mitologico e ai drammi passionali di ispirazione decadentista. Tratto dall’opera omonima di Salvatore Di Giacomo, Assunta Spina fissa sullo schermo le contraddizioni di una città, Napoli, che assurge, di fatto, al ruolo di co-protagonista del film. Da un lato, le vedute da cartolina degli scorci pittoreschi – Posillipo, Marechiaro, il Golfo – si contrappongono alle riprese “dal vero”, girate nei vicoli angusti, nelle piazze e nei mercati dei rioni popolari; dall’altro, la macchina da presa restituisce appieno la passionalità dei suoi abitanti, i cui sentimenti – nobili o abbietti che siano – possono rivelarsi talmente travolgenti da innescare l’oltraggio, l’omicidio, la tragedia. La forza e la verità con cui Napoli e il suo popolo si svelano alla macchina da presa si devono, in gran parte, al contributo di Francesca Bertini. All’avvio delle riprese, nel 1914, l’attrice partenopea è ormai una diva affermata. Giovanissima, ha debuttato, interpretando una delle stiratrici, nella prima rappresentazione di Assunta Spina, allestita, nel 1909, al teatro Nuovo di Napoli. Quando il produttore Giuseppe Barattolo le propone la parte da protagonista nella riduzione cinematografica del testo di Di Giacomo, la Bertini accetta, a condizione che le venga affidata anche la direzione delle riprese. Come rivendicato dalla stessa attrice e certificato da Gustavo Serena, co-protagonista e formalmente accreditato quale direttore artistico del film, Francesca Bertini ha effettivamente un ruolo decisivo nella messa in scena di Assunta Spina: l’attrice collabora alla stesura della sceneggiatura, concorre all’individuazione delle location più idonee e, coadiuvata dal fidato operatore Alberto Carta, non disdegna di azionare la macchina da presa, quando le esigenze di copione lo consentono. Ebbe a dire Francesca, molti anni dopo, a proposito del film: “Era tutto vero ... C’era molta verità in questo film. Tutto era autentico.” Più che dalle movenze impacciate dei figuranti arruolati in strada o dalle inquadrature senza artifici con cui vengono ripresi gli interni disadorni dei “bassi” e le strade affollate della città, la verità che emerge prepotentemente dallo schermo scaturisce dagli sguardi, dai gesti, dall’espressività della Bertini. Con una recitazione, di volta in volta, veemente o interiorizzata, a tratti, stilizzata, ma, sempre e comunque, intimamente sofferta, l’attrice sovverte lo statuto interpretativo, en- fatico e barocco, da femme fatale, che aveva, fino allora, caratterizzato le prime donne del cinema italiano. Alle tende di broccato a cui le dive si avvinghiano, svenevoli e lascive, Assunta oppone uno scialle bianco, amuleto apotropaico, che la protagonista utilizza, alla bisogna, come scudo o come spada e che, non a caso, svanirà dalle sue spalle all’atto conclusivo della tragedia, lasciandola, sola e indifesa, in balia di un destino impietoso.

Giovanni Lasi

regia/dir: Gustavo Serena, [Francesca Bertini].
scen: Gustavo Serena, Francesca Bertini; dal dramma omonimo di/based on the drama by Salvatore Di Giacomo (1909).
photog: Alberto Carta.
scg/des: Alfredo Manzi.
cast: Francesca Bertini (Assunta Spina), Gustavo Serena (Michele Boccadifuoco), Carlo Benetti (Don Federigo Funelli), Alberto Albertini (Raffaele), Antonio Cruicchi (padre di Assunta/Assunta’s father), Amelia Cipriani (Peppina), Alberto Collo (una guardia/a guard).
prod: Giuseppe Barattolo, Caesar-Film, Roma.
riprese/filmed: autunno/fall 1914, Napoli.
v.c./censor date: 29.05.1915 (n. 9173).
première (Roma): 28.10.1915.
copia/copy: DCP, 67′ (da/from 35mm, 1368 m. [orig. 1690 m.], 18 fps, col. [imbibito e virato/tinted & toned]; did./titles: ITA.
fonte/source: Cineteca di Bologna.