CAPTAIN SALVATION
La nave dei galeotti
John S. Robertson (US 1927)
Partitura composta e diretta da: Philip Carli
Esecuzione dal vivo: Orchestra San Marco, Pordenone
Il momento più straordinario di Captain Salvation si ha assai presto, quando, dopo un naufragio, il seminarista Anson Campbell (Lars Hanson) sottrae la prostituta Bess Morgan (Pauline Starke) alla crudeltà della sua bigotta cittadina. Egli la porta a casa propria rianimandola con delicatezza, ma lei teme ci sia un secondo fine. “Anche il mio patrigno mi ha aiutata una volta”, gli dice con sprezzo. “Per fortuna il bambino è morto!” Poi si ripete: “Lo capisci? Per fortuna il bambino è morto, maledizione!”
Sono battute che hanno ancor oggi una carica sconvolgente – dopotutto questo è un film M-G-M del 1927. Il critico francese Jean George Auriol ne fu così colpito da citare queste parole in un articolo sul potere delle didascalie ben scritte rispetto ai dialoghi del sonoro (La Revue du Cinéma, 15 ottobre 1929). I meriti del film vanno ben oltre la sua franchezza, il che rende la sua scarsa notorietà piuttosto sconcertante, specialmente considerando gli apprezzamenti della critica dell’epoca. Alfred Greason (‘Rush.’) di Variety scrisse: “Nel dettaglio dell’ambientazione, nella composizione degli sfondi, nella delicatezza dell’effetto fotografico, il film è impeccabile.” Il Philadelphia Tribune si spinse a definirlo “una delle vette drammaturgiche dell’anno. Una pellicola che stimola la mente e fa battere il cuore”.
La M-G-M acquisì i diritti del romanzo di Frederick William Wallace pochi mesi dopo la sua pubblicazione nel 1925, incaricando Kate Corbaley dell’adattamento e Lorna Moon della stesura dello scenario. Questi trattamenti, attualmente conservati presso la Margaret Herrick Library di Los Angeles, si discostano parecchio dal romanzo, ma il produttore Hunt Stromberg non ne fu soddisfatto e affidò la sceneggiatura a Jack Cunningham, che aveva appena scritto The Black Pirate (Il pirata nero). Nella sua prima nota a Stromberg, in data 27 ottobre 1926, Cunningham spiega come la strada migliore sia quella di “uno studio caratteriale, elevando ciò che è ora narrativo a drammaturgia”. Due mesi e nove trattamenti più tardi, Stromberg intervenne con decisione suggerendo sagacemente a Cunningham di concentrarsi sull’esplorazione psicologica dei personaggi in modo che le simpatie del pubblico fossero saldamente dalla parte di Anson e Bess. Le parole di lei sul bambino morto compaiono soltanto nella versione finale dello script, consegnato nel maggio del 1927, ed è possibile che siano opera dell’autore delle didascalie John Colton, noto soprattutto per l’adattamento teatrale del romanzo di W. Somerset Maugham, Rain (Pioggia). Altra aggiunta tardiva fu la rivendicazione femminista di Bess (“Non ho diritto alcuno sul mio corpo?”) quando viene minacciata dal viscido capitano interpretato da Ernest Torrence.
Reginald Barker fu il primo regista associato al progetto, poi toccò a George Hill, finché nel dicembre del 1926 venne ingaggiato John S. Robertson (1878-1964), parrebbe grazie all’ottimo lavoro svolto per Annie Laurie. Quanto a Lars Hanson, sembra sia stato scelto ai primi di febbraio del 1927 (lo stesso mese in cui iniziarono le riprese) in base al saggio consiglio dato da Cunningham a Stromberg: “Dobbiamo assicurarci che a fare ‘Captain Salvation’ sia un attore con la prestanza e le capacità istrioniche necessarie per reggere sette rulli di pellicola.” Di certo avevano trovato l’uomo giusto. La M-G-M puntava evidentemente a una produzione di prestigio, avendo impegnata una troupe di 75 persone e avendo noleggiato per le scene in mare la Santa Clara, una nave a quattro alberi risalente al 1876. Cedric Gibbons e Leo E. Kuter disegnarono le scenografie che evocavano la cittadina sul mare di Maple Harbor, nel Massachusetts, mentre gli esterni furono girati sull’isola di Catalina.
Il direttore della fotografia William Daniels, l’operatore preferito di Greta Garbo, fece meraviglie – c’è una scena con luce notturna che ricorda Flesh and the Devil (La carne e il diavolo) – e Millard K. Wilson, che era stato aiuto regista di Victor Sjöström in He Who Gets Slapped (Quello che prende gli schiaffi), svolse le stesse mansioni per Robertson.
La connessione scandinava non è casuale. È stato Philip Carli a farmi notare per primo la notevole influenza di Sjöström su Captain Salvation. Le suggestive scene di ambientazione costiera vantano una meticolosa attenzione agli effetti di luce e la presenza del mare è magnificamente calibrata per fondersi allo stato emotivo dei personaggi. Robertson era inequivocabilmente ispirato nella maniera in cui gioca con sfondo e primo piano, mentre la cinepresa di Daniels si produce in esaltanti virtuosismi tra le cime della nave. Le somiglianze formali con il cinema scandinavo sono così pronunciate che un articolo del 1931 su Hanson (Les Dimanches de la Femme, 11 gennaio) cita Captain Salvation come l’ultimo film svedese dell’attore prima del trasferimento in America.
Dal punto di vista tematico, il film riesce miracolosamente ad essere religioso con intelligenza, senza derive predicatorie e senza sentimentalismi. Anson perde la fede a causa dell’intolleranza di chi lo circonda e la ritrova grazie alla prostituta Bess, la cui bontà rimane intatta a dispetto delle circostanze. Nella sua recensione per Variety, Greason, chiaramente commosso, osserva: “Questo è il primo film venuto all’attenzione di chi scrive in cui la religione formale è rivendicata come alto tema drammaturgico … Il risultato sarà quello di creare un sentimento positivo in tutto il paese tra coloro i quali si sono dimostrati francamente ostili al cinema per via di quella tendenza, reale o immaginaria, a trattare in modo leggero certe convenzioni della nostra società.”Le Giornate esprimono tutta la propria gratitudine per l’assistenza eccezionale ricevuta da Patrick Loughney e dal Packard Humanities Institute, i quali hanno fatto di tutto per trovare una copia e renderla disponibile in tempo per il festival.
Jay Weissberg
regia/dir: John S. Robertson.
scen: Jack Cunningham, dal romanzo di/from the novel by Frederick William Wallace (1925).
did/titles: John Colton.
photog: William Daniels.
mont/ed: William Hamilton.
scg/des: Cedric Gibbons, Leo E. Kuter.
cost: André-ani.
asst dir: Millard K. Wilson.
stills photog: Ruth Harriet Louise.
cast: Lars Hanson (Anson Campbell), Marceline Day (Mary Phillips), Pauline Starke (Bess Morgan), Ernest Torrence (Captain), George Fawcett (Zeke Crosby), Sam De Grasse (Peter Campbell), Jay Hunt (Nathan Phillips), Eugenie Besserer (Mrs. Buxom), Eugenie Forde (Mrs. Bellows), Flora Finch (Mrs. Snifty), James Marcus (vecchio lupo di mare/Old Sea Salt).
prod: Hunt Stromberg, Cosmopolitan Productions.
dist: M-G-M.
uscita/rel: 14.05.1927.
copia/copy: 35mm, 7342 ft., 89′ (22 fps); did./titles: ENG.
fonte/source: Warner Bros., Burbank, CA. / Packard Humanities Institute, Santa Clarita, CA.