NOT’ FANFARE CONCOURT
(La nostra fanfara concorso)
Albert Capellani (FR 1907)
Il titolo più antico del programma è un film “musicale”. L’agguerrita fanfara “Foully les grenouilles”, sotto la gloriosa insegna della rana, è in partenza per il concorso bandistico che si svolgerà nella sotto-prefettura di competenza. È in gioco l’onore del paese: mogli, corazzieri, sindaco e gente comune accompagnano i musicisti alla stazione tra l’entusiasmo generale. Il morale è alto, il direttore musicale appare decisamente galvanizzato, tutto fa sperare in ottime probabilità di successo. E infatti il successo arriva: la banda vince il primo premio, una medaglia d’oro di dimensioni notevoli seppur di sospetta consistenza cartonata, e festeggia con un vinello traditore che non tarda a far sentire i suoi effetti. Tuttavia, come recita la presentazione del film nel catalogo Pathé, “la belle médaille d’or a son revers” e l’accoglienza che le consorti riserveranno ai mariti ubriachi al rientro a casa non sarà delle migliori.
Malgrado fossero passati almeno cinque anni dalla sua prima uscita (un periodo lungo in un’epoca cinematografica segnata da turbinosi cambiamenti di stile e di linguaggio) non stupisce che la Pathé abbia scelto Not’ Fanfare Concourt tra i titoli da riproporre al pubblico per la visione casalinga in 28mm. Nel solco della diffusa satira della semplicità provinciale – qui declinata in tono decisamente bonario, quasi affettuoso – il film sa delineare in pochi tratti un piccolo affresco di personaggi e situazioni divertenti: il sindaco che non rinuncia alla dignità borghese dell’ombrello sotto braccio neanche in una giornata di pieno sole, l’orgoglioso suonatore di triangolo, l’allampanato flautista o le mogli pronte a passare repentinamente dalle carezze agli sganassoni. A capo di questo manipolo di ben riusciti ritratti, c’è lo scatenato direttore musicale che la filmografia della Fondation Jérôme Seydoux-Pathé identifica come André Deed, camuffato con baffi, naso e gobba finta e alfiere di una fisicità evidentemente debitrice della tradizione clownerie circense; non si risparmia nemmeno una piccola prova acrobatica quando, preso dalla foga musicale, cade dal tramezzo senza smettere di incitare i suoi musicisti.
Il film, girato tutto in esterni reali, deve parte della sua freschezza espressiva anche alle “comparse” prese dalla strada e coinvolte efficacemente nelle riprese; l’entusiasmo divertito del gruppo di ragazzi e bambini che assistono alle performance musicali e seguono la fanfara nelle sue scorribande lungo la strada è un piccolo spettacolo nello spettacolo.
Abbiamo qui scelto di sposare l’attribuzione della regia ad Albert Capellani proposta dalla filmografia sopracitata, anche se alcuni le contrappongono quella al meno blasonato ma prolifico Henri Gambart. In ogni caso, se la scelta delle angolazioni di ripresa rivela una organizzazione dell’immagine non banale (si pensi per esempio all’inquadratura leggermente di scorcio dell’entrata del caffè all’aperto in cui i musicisti si ritrovano a festeggiare), la messa in scena appare completamente a servizio dell’organizzazione profilmica e del trascinante ritmo comico. Sembra davvero di sentirla, la musica.
Stella Dagna
regia/dir: Albert Capellani.
cast: André Deed?.
prod: Pathé Frères.
uscita/rel: 25.07.1907 (Omnia Pathé, Paris).
copia/copy: DCP, 5’13” (da/from 28mm, 68 m., 18 fps; 35mm orig. 195 m.); didascalie mancanti/intertitles missing.
fonte/source: Museo Nazionale del Cinema, Torino; Cinémathèque de Toulouse; Cinémathèque de Nouvelle-Aquitaine, Limoges.