PARSIFAL
(Parzival)
Mario Caserini (IT 1912)
All’inizio della sua collaborazione con la Società Anonima Ambrosio, che durerà poco più di un anno, Mario Caserini (1874-1920) mette in scena Parsifal, il celebre dramma wagneriano, “completa rievocazione del più puro eroe germanico” (La Fotografia Artistica, n. 9, settembre 1912). La sceneggiatura è affidata ad Arrigo Frusta (1875-1965) che dal 1908 entra a far parte della casa torinese come soggettista, con evidente interesse per i soggetti in costume. Il “dramma sacro per eccellenza”, così definito dallo stesso Wagner, è incentrato sulla custodia del Sacro Graal.
Dopo che il re Amfortas (Mario Bonnard), caduto in peccato e traviato dai servitori di Satana, il mago Klingsor e la maga Kondrie (Mary Cléo Tarlarini), fallisce nella protezione della sacra reliquia, Parsifal (Dario Silvestri) ne viene nominato protettore. I due servi, odiatori del Graal, tentano in ogni modo di far peccare il giovane conducendolo sulle vie più estreme ma falliranno. Parsifal, fervente devoto che segue la retta via, è introdotto dal Vescovo (Antonio Grisanti) alla conoscenza dei segreti del Santo Graal.
La nota e celebre trama, carica di significati, ben si adatta alla rappresentazione che Caserini mette in atto. Su La Vita Cinematografica (n. 21, 25 novembre 1912) Il rondone descrive una “messa in scena magnifica: tutto venne riprodotto con fedeltà meticolosa; armi, attrezzerie, costumi, ecc. La parte tecnica impeccabile, bellissima la fotografia”. Da notare, come riportato nella frase di lancio, l’utilizzo degli “storici costumi forniti dalla Scala di Milano” e le oltre “500 comparse”. Alcuni elementi ne confermano la grandezza: l’utilizzo della profondità degli spazi con il movimento diagonale degli attori sulla scena enfatizza l’estensione degli ambienti, così come la posizione della macchina da presa decentrata per confermare un senso di piani differenti di azione. Le numerose scene all’aperto ambientate nei boschi o ai margini dei ruscelli enfatizzano il senso di misticismo che permea la storia e si equilibrano con le inevitabili scene d’interni, come la chiesa e il castello, che la storia prevede. In questo gioco di bilanciamenti Caserini inserisce degli interessanti “effetti speciali” come nella scena, notevole, dei servi che vedono l’arrivo di Parsifal dalla cima di una collina utilizzando il riflesso di uno specchio circolare e poi di colpo si trasformano in signori di alta nobiltà, o ancora là dove nel bosco compare all’improvviso davanti a Parsifal un esercito di centinaia di uomini. Un elogio a parte merita la danza dei fantasmi che uscendo dalla brace del fuoco e richiamati da Klingsor e Kondrie si dirigono a sfidare Parsifal in uno scontro a spade.
Mario Bonnard, all’epoca ventiduenne, aveva alle spalle una decina di interpretazioni ed era entrato a far parte dell’Ambrosio nel gennaio dello stesso anno. Pur comparendo in maniera saltuaria nelle recensioni dell’epoca, ben più attente alle già note Tarlarini e Gasparini, Bonnard calza perfettamente i panni del giovane e ingenuo Amfortas. La sua recitazione, in alcuni punti ancora incerta, è tuttavia credibile soprattutto nella scena del tranello amoroso – con un bacio che tradisce le pose del futuro Divo – e nel sofferto pentimento del peccato commesso. Siamo ancora lontani dalle caratterizzazioni della figura del compagno amoroso di giovani donne che gli daranno fama e celebrità di lì a poco più di un anno, ma questa gavetta con Caserini che seguirà anche più avanti, e in una grande casa come l’Ambrosio, farà nascere in futuro alcuni interessanti frutti.
Marcello Seregni
regia/dir: Mario Caserini.
sogg/story: Alberto A. Capozzi.
scen, adapt: Arrigo Frusta, dal libretto di/from the opera libretto by Richard Wagner (1882).
photog: Angelo Scalenghe.
cast: Vitale De Stefano (Parsifal), Mario Bonnard (Amfortas), Mary Cléo Tarlarini (la maga Kondrie/the witch Kundry), Maria Caserini Gasparini (la madre di Parsifal/Parsifal’s mother), Antonio Grisanti (il vescovo/The Bishop), Dario Silvestri, Oreste Grandi, Filippo Costamagna, Serafino Vité, Lia Negro, Cesare Zocchi, Mario Voller Buzzi.
prod: Ambrosio (film n. 731).
uscita/rel: 22.11.1912.
v.c./censor date: 22.06.1915 (n. 9544).
copia/copy: 35mm, 1029 m. (orig. 1064 m.), 50′ (18 fps), col. (imbibito/tinted); did./titles: NLD.
fonte/source: EYE Filmmuseum, Amsterdam.
Preservazione: 1990, laboratorio Haghefilm, da un internegativo./Preserved 1990 at Haghefilm via internegative.