SATANA
(Satan)
Luigi Maggi (IT 1912)
Il 1912 è un anno cruciale per Mario Bonnard. Inizia a delinearsi con più sicurezza la capacità di interpretazione di ruoli diversi e prende corpo una più ricercata consapevolezza nella rappresentazione dei personaggi. La “scuola” Caserini e il lavoro in una società di ampio respiro e così diversificata come l’Ambrosio portano i suoi frutti. Matura l’attore Bonnard ed è nel personaggio Satana che si svela nelle sue prime sembianze. Possiamo solo intuire la forza evocativa che il film deve avere suscitato nello spettatore dell’epoca nell’unico frammento visibile fino ad oggi e della durata di otto minuti conservato presso il BFI – National Film and Television Archive. Maria Adriana Prolo segnalò nella sua Storia del cinema muto italiano come la rappresentazione di “diverse manifestazioni di un’unica forza in varie epoche” in Satana coincidesse con il successivo e americano Intolerance.
Diviso in due parti, Il gran ribelle e Il distruttore, e due rispettivi atti, Satana narra il dramma dell’umanità (che è anche il sottotitolo del film). Nel Gran ribelle troviamo la lotta di Satana contro il bene e la giustizia, una lotta dove egli verrà sconfitto. Il primo atto, Satana contro il Creatore, è tratto dal Paradiso perduto di John Milton, l’Omero britannico, e troviamo Satana che piomba sulla terra dopo una dura battaglia con Dio. Nel secondo atto, Satana contro il Salvatore, tratto dal Messiade di Klopstock, siamo a Gerusalemme e Satana, prese le sembianze di un Fariseo, cerca di combattere Gesù, interpretato da Mario Voller Buzzi.
Nella parte seconda, Il distruttore, Satana combatte contro l’uomo, una lotta che lo vedrà invece vincitore. Il primo atto, intitolato Il Demone verde ossia Satana nel Medioevo, vede protagonista Gerberto, un alchimista di un convento portato alla corruzione da Satana che, soddisfatto, beve assenzio gustandosi i risultati delle sue azioni. Nel secondo atto, Il Demone rosso ossia Satana nella vita moderna, agli inizi del Novecento in una fabbrica meccanica Satana distrugge l’amore tra Maria e Furio, rispettivamente Fernanda Negri-Pouget e Enrico Lupi, e rovina gli affari portando morte e distruzione.
Di questa trama complicata e articolata rimangono solo poche scene che possono però essere confrontate e messe in relazione con i materiali fotografici e pubblicitari conservati presso il Museo del Cinema di Torino. Come non rimanere stupiti e coinvolti dalle pose contorte del giovane Bonnard? Il suo corpo assume tratti metafisici mentre il suo viso diventa fatalmente diabolico con un trucco che ne sottolinea zigomi e occhi. Come non trovarsi incantati nell’osservare scenografie oniriche che compongono spazi inediti? Luigi Maggi, reduce dai grandi successi de Il granatiere Roland e di Nozze d’oro, entrambi del 1911, realizza un grande viaggio morale tra avidità, corruzione e violenza nella lunghezza di 1960 metri per la “Serie d’Oro” dell’Ambrosio. Alcuni testi assegnano la co-regia ad Arturo Ambrosio.
Un grande successo anche all’estero che sappiamo fu distribuito con diverse lunghezze negli Stati Uniti, in Francia, Gran Bretagna, Svezia e Ungheria. Dal foglio della brochure dedicata al film leggiamo: “tutte le colpe e i drammi dell’umanità trovano nel dramma presente la loro origine e il cuore dello spettatore è naturalmente portato ad una moralità finale: a detestare, cioè, il delitto, figlio delle tenebre, e ad aspirare verso il bene, figlio della luce.”
Marcello Seregni
regia/dir: Luigi Maggi.
sogg/story: Guido Volante, dai poemi di/from poems by: John Milton (“Paradise Lost”, 1667); Friedrich Gottlieb Klopstock (“Der Messias”, 1773).
photog: Giovanni Vitrotti.
cast: Mario Bonnard (Satana/Satan), Mario Voller Buzzi (Gesù Cristo/Jesus Christ), Mary Cléo Tarlarini (la cortigiana/the courtesan Fiammetta), Fernanda Negri-Pouget (la fioraia/the flowergirl Maria), Enrico Lupi (Furio), Rina Albry, Vitale De Stefano, Oreste Grandi, Bianca Schinini, Cesare Zocchi, Ercole Vaser, Armando Pouget, Lia Negro, Giuseppina Ronco, Carlo Campogalliani.
prod: Ambrosio, Torino (Serie d’Oro – film n. 762).
uscita/rel: 10.12.1912.
v.c./censor date: 01.12.1913 (n. 134).
copia/copy: frammento/fragment, 35mm, 167 m. (orig. 1960 m.), 8′ (18 fps); did./titles: ENG.
fonte/source: BFI National Archive, London.