THE SEALED ROOM
(La secuestración de dos enamorados)
D. W. Griffith (US 1909)
La prima traduzione inglese di “La Grande Bretèche” apparve nel 1835 su The London Keepsake con il titolo “The Deserted Chateau,” e fu ripubblicata nello stesso anno su numerosi periodici statunitensi (venne tradotta come opera di Balzac solo nel 1843). Come tutti gli adattamenti cinematografici muti, anche questa versione rinuncia alla narrazione fatta in prima persona dal dottor Horace Bianchon, e affronta direttamente la storia della dimora abbandonata e del suo cupo segreto. Chi ha solo parziale familiarità con la ricchissima fantasia di Balzac rimarrà forse sorpreso da un racconto così macabro, ma l’abile caratterizzazione dei personaggi, delineata con sintetica eleganza senza giudizi morali, corrisponde senz’altro alla visione del mondo dell’autore. Agli occhi dei lettori il rifiuto balzachiano di esprimere condanne sembra rivoluzionario, ma proprio questa caratteristica metteva fortemente a disagio molti vittoriani, come Margaret Fuller che nel 1845 scrisse: “egli non prova odio per ciò che è ripugnante, né disprezzo per ciò che è spregevole, amore per ciò che è amabile, fede in ciò che è nobile. Per lui non esistono né virtù né vizio”.
Non sorprende perciò che i cineasti del 1909 sentissero la necessità di punire i comportamenti devianti; senza dubbio è questo il motivo per cui la contessa in Spergiura! è così palesemente infedele, mentre nel racconto ella è un personaggio assai più positivo. Lo stesso discorso vale per The Sealed Room di D. W. Griffith, in cui la donna amata dal re (Marion Leonard) si affretta a tradire Sua Maestà con un trovatore italiano (Henry B. Walthall). Un’altra importante modifica è che in questo caso vengono murati entrambi gli amanti clandestini, e non solo l’uomo. La versione del racconto realizzata dalla Biograph è alquanto più statica di quella della Ambrosio, è girata completamente in interni e non può vantare le più avanzate tecniche di montaggio incrociato del film italiano (lo studio compiuto inquadratura per inquadratura da André Gaudreault, in The Griffith Project. 1909, costituisce in proposito l’analisi definitiva). Arthur Johnson, che interpreta il re, e Marion Leonard si sbracciano in una gestualità esagerata, ma è davvero sconvolgente il momento in cui il trovatore, comprendendo di essere stato murato insieme alla compagna, tempesta disperatamente di pugni le pareti, mentre la donna del re rimane in piedi al centro della stanza, agghiacciata dal terrore. Linda Arvidson scrisse che era stato questo film a “lanciare Mr. Walthall nel mondo del cinema”.
L’entusiastica recensione di Moving Picture World (18 settembre 1909) esaltò in particolare la scena degli amanti intrappolati: “Per la tensione i nervi si tendono fin quasi a spezzarsi. Quando il film finisce e le immagini scompaiono, subentra un rilassamento che è difficile descrivere, ma che è un grande sollievo… Per alcuni aspetti questo è probabilmente il miglior film che la Biograph abbia mai messo in circolazione”. Senza dubbio la Vitagraph aveva avuto sentore dell’allettante soggetto, perché in ottobre ne fece uscire la propria versione, Entombed Alive, diretta assai probabilmente da Luigi Albertieri. Il nome di Balzac non è menzionato nella pubblicità di nessuno dei due film, ma su Variety “Rush” (Alfred Greason), nel recensire il film della Vitagraph attribuendogli per errore il titolo Buried Alive, sottolineò le somiglianze: “Se non si tratta di un plagio totale del soggetto di The Sealed Room della Biograph, è una coincidenza assai singolare.”
Jay Weissberg
regia/dir: D. W. Griffith.
scen: ?, dal racconto di/based on a short story by Honoré de Balzac (“La Grande Bretèche”, 1831).
photog: G. W. Bitzer.
cast: Arthur Johnson (il re/the King), Marion Leonard (la sua favorita/his favored one), Henry B. Walthall (un trovatore italiano/an Italian troubadour), Mary Pickford, Gertrude Robinson, Linda Arvidson (dame di corte/ladies at court), George Siegmann, Owen Moore, William J. Butler, Verner Clarges (nobili di corte/noblemen at Court), George O. Nicholls, Anthony O’Sullivan (operai/workmen), Mack Sennett (un soldato/a soldier).
prod, dist: Biograph.
uscita/rel: 02.09.1909.
copia/copy: DCP, 11′; did./titles: SPA.
fonte/source: La Cineteca del Friuli, Gemona.