L’animale, consumato dai tanti secoli di vita all’aperto, ornava una volta il tempio di Iside che sorgeva nelle vicinanze e risaliva al I secolo. La gatta era forse un elemento del progetto di ristrutturazione ordinato dall’imperatore Alessandro Severo, che regnò dal 222 al 235 d.C. Da quando sono approdato a Roma, l’imperscrutabile compagna della grande dea intreccia con me una sorta di muto dialogo, in cui il suo sguardo segnato dalle intemperie – e certo ormai stanco – sembra non meno eterno della stessa città eterna.
Mentre meditavo sui millenni di vicende diverse di cui essa è stata testimone silenziosa, mi ha colpito l’idea di avviare un blog sul cinema muto: non un rivale di quelli, ottimi, già esistenti, ma un magazzino di storie, delle migliaia di storie in cui tutti ci siamo imbattuti nei libri e nelle riviste di cinema. Storie che ci sono sembrate forse abbastanza interessanti da prenderne nota, ma che presto sono state sostituite, nei nostri ricordi, da altri temi più “importanti”: le storie che di solito rimangono non dette o inesplorate. Il tipo di storie forse troppo modeste per giustificare articoli impegnativi, ma ancora capaci di trasportarci in un bel sogno, in una rete di associazioni. Racconti umoristici, commoventi, umani, intorno a figure ormai quasi del tutto dimenticate, o a temi che meriterebbero tutt’al più una nota a piè di pagina nei testi di storia del cinema, ma conservano tuttavia un fascino ineluttabile degno di essere esplorato.
La mia speranza è che i post costituiscano una lettura gradevole; ognuno di essi sarà il frutto di ricerche e di un vaglio delle fonti cui intendo dedicare il meglio delle mie capacità, con il costante aiuto dell’eccezionale rete di studiosi, archivisti e informatissimi appassionati del cinema muto che ho il privilegio di poter consultare. Cercherò di conservare al blog un carattere più internazionale possibile: quindi, mentre i post saranno scritti per lo più in inglese, tutte le citazioni saranno in lingua originale, con una traduzione in inglese nelle note, e ogni post sarà accompagnato da un abstract in italiano. Il blog sarà ospitato sul sito delle Giornate del Cinema Muto/Pordenone Silent Film Festival; si arricchirà di aggiunte a scadenza quindicinale e vi sarà uno spazio per le integrazioni e i commenti dei lettori.
Ho penato a lungo per trovare il nome più adatto, che però improvvisamente mi è sembrato ovvio: La Gatta Muta, ovvero The Silent Cat. Dopo tutto, Iside era associata al concetto di resurrezione, e nel momento in cui usciamo dalla quarantena e si allentano le indispensabili restrizioni del lockdown mi è sembrato particolarmente opportuno che l’assistente felina della dea, la figura che scorgo invariabilmente quando guardo dalle mie finestre, la mia muta interlocutrice, donasse il proprio nome a un blog iniziato come atto di rinnovamento. Anche se in realtà preferisco i cani.
Jay Weissberg