GIRL SHY (L’arte di amare / Le donne… che terrore) (US 1924)
Regia di Fred Newmeyer, Sam Taylor
La storia di Harold Lloyd inizia nel Midwest del Nebraska, in una terra di praterie ondulate con qua e là cespugli di ambrosia scossi dal vento. Il nostro è un giovane energico, ma tutto sommato comune. Sogna una vita sul palcoscenico, si esibisce in concorsi teatrali amatoriali e nel 1913 si trasferisce con il padre in California, dove trova presto lavoro nel cinema come comparsa. Qui stringe amicizia con un altro tipo energico di nome Hal Roach, che incoraggia Harold a cimentarsi in ruoli comici, anziché in quelli del “cattivo” che lui preferisce. Nel 1915 Lloyd entra nella società di Roach, che allora muove i primi passi, e affina il suo nuovo mestiere in oltre 60 corti da un rullo in cui interpreta il buffo “Lonesome Luke” (una pedissequa imitazione di Charlie Chaplin); nel 1917 si strappa i baffi e inforca un paio di occhiali. Il resto è, come si usa dire, storia.
La storia che si racconta menziona spesso i vorticosi ritmi di produzione di Lloyd nei panni del “personaggio occhialuto” (da cui scaturirono almeno 80 cortometraggi, 12 lungometraggi muti e altri cinque lungometraggi realizzati in versione sonora negli anni Trenta) e ne esalta il nome, indicando in lui il più lucroso comico statunitense dell’era del jazz. Alcuni commentatori ricordano l’instabile oggetto di scena che nel 1919 gli scoppiò nella mano destra mentre posava per le foto promozionali di Haunted Spooks, lasciandogli tre dita e una protesi. Quest’episodio biografico ci offre l’opportunità per un agevole passaggio ai racconti dell’impavido coraggio di Lloyd, accrescendo il nostro stupore dinanzi alla scalata del palazzo di 12 piani, che egli esegue nella memorabile sequenza di Safety Last! (1923). D’altra parte, la fisicità richiesta dai difficoltosi, elettrizzanti finali che predominano in tutti i suoi lungometraggi degli anni Venti lascia ancora sbalorditi. La frenetica sequenza del salvataggio in Girl Shy, in cui Harold balza da un veicolo all’altro per sventare il matrimonio tra la Fanciulla e un uomo che aspira soltanto al suo patrimonio (e per di più è bigamo), è uno degli esempi migliori.
Sarebbe un errore isolare le bizzarre prodezze di Lloyd senza riconoscere la vitalità della camera di Walter Lundin. Il movimento verticale che in The Kid Brother (Il fratellino) accompagna Harold mentre si arrampica su un albero per non perdere di vista la Fanciulla e poi cade con lui in una penosa discesa al suolo, è una tipica innovazione di Lundin, mentre le angolazioni della macchina da presa attentamente posizionata mostrano le strade sottostanti in ogni inquadratura delle snervanti scalate di High and Dizzy e Safety Last! (Preferisco l’ascensore). Quella stessa macchina da presa si presta a scanzonate gag visive, che giocano con l’ambiguità e ci permettono di vedere due cose contemporaneamente. È difficile reprimere una sommessa risata nella sequenza di Girl Shy in cui Harold, seduto in una barchetta a remi, sogna a occhi aperti la Fanciulla che per caso proprio in quel momento passa sul ponte sopra di lui. Egli scambia il riflesso fisico di lei nell’acqua per un riflesso di tipo più metaforico, e così sospira, cullandosi felicemente nella sua fantasticheria.
È stato facile per i commentatori definire il “personaggio occhialuto” come un “americano virtuoso”, un tipo impavido, industrioso, ottimista. E altrettanto ovviamente questo virtuoso giovanotto deve vedersela con un ordine sociale urbano e spesso insidioso, che si presenta sotto forma di dirigenti d’azienda, finti medici, gruppi paramilitari rinnegati, fratelli prepotenti, studentesse sfrontate o, nel caso di Girl Shy, gli editori (e le stenografe) che si burlano di lui e del suo manoscritto. Ma in questi film gli antagonisti più memorabili assumono forma non umana, avatar di un mondo naturale irriverente che cospirano contro il personaggio occhialuto e minacciano di togliergli il controllo sulla propria correttezza se non proprio sulla sua stessa “virtù”. La scena del corteggiamento in Grandma’s Boy (Il talismano della nonna; 1922) sprofonda in un’atmosfera di goffo imbarazzo allorché una cucciolata di gattini si mette a leccare il grasso d’oca dalle scarpe di Harold, lucidate a mano. Spesso però ne basta uno: un unico micio che si agita sotto il suo maglione (The Freshman [Viva lo sport!]); una mosca che gli fa il solletico sul collo (The Kid Brother); un chihuahua che gli trascina via il cappello (High and Dizzy); un granchio ladruncolo che gli si infila in tasca per sottrarre la biancheria intima dalle borse delle signore (Speedy [A rotta di collo]). Una bella scena di Girl Shy sviluppa il tema della caotica sensualità della natura con conseguente gran disappunto di Harold. Incontrata per caso la Fanciulla che adora, il Ragazzo cerca di avviare una conversazione. Lo ostacola la tendenza alla balbuzie, cui si aggiunge una cucciolata di maialini che prendono il latte dalla madre. Allontanando la Fanciulla da ogni parvenza di allattamento, si appoggia a un alberello, impiastricciandosi la mano di linfa; dopodiché si pulisce inavvertitamente la mano sui pantaloni e cerca nervosamente un luogo più sicuro per una chiacchierata. Sembra opportuno sedersi e allora Harold si lascia cadere su una roccia che non è affatto una roccia ma, come possiamo vedere, una tartaruga di ragguardevoli dimensioni. Finalmente a suo agio, il Ragazzo si dedica alla Fanciulla e la guarda negli occhi mentre la testuggine lo trasporta lentamente verso torbide profondità.
Quando Girl Shy uscì negli Stati Uniti nella primavera del 1924 – poco più di cent’anni fa – il suo immediato successo indusse il cinema Criterion di Los Angeles ad annunciare una programmazione senza precedenti: il film fu proiettato ininterrottamente ogni giorno dalle dieci del mattino fino a mezzanotte per far fronte al gran numero di spettatori. Girl Shy, che è la prima produzione indipendente di Lloyd dopo la separazione da Roach, rispecchia sia la carriera del comico, sia il medium che lo portò a un così straordinario successo. Proprio come il suo personaggio, un giovanotto di estrazione popolare proveniente da “Little Bend” che si reca a Los Angeles per vendere il proprio “capolavoro”, Lloyd lasciò il proprio paese natale nel Nebraska e trovò in California un mercato per il proprio talento. In Girl Shy gli editori all’inizio rifiutano il manoscritto del Ragazzo, intitolato in tutta serietà “Il segreto del corteggiamento”, ma poi si convincono che l’opera potrebbe “far ridere il mondo intero”: cambiano il titolo in “Il diario del citrullo” e gli spediscono un assegno di ben 3000 dollari. Analogamente, Lloyd fu persuaso ad abbandonare le aspirazioni drammatiche e a tentare la sorte nella comicità, stupito forse dall’apprendere che la retribuzione poteva essere davvero soddisfacente. Riuscì nell’impresa senza pronunciare una parola, proprio come il Ragazzo in Girl Shy che non riesce a parlare e balbetta soltanto. Ma va bene così. Un piccolo aiuto da parte della “Fanciulla” (interpretata con ottimi risultati da Jobyna Ralston, tradizionale partner di Lloyd sullo schermo) e una sinfonia visiva fanno il resto.
Jennifer M. Bean
La musica Se c’è una regola per un musicista di cinema muto, è “essere sempre pronto a tutto”. Di uno stesso film possono circolare tante versioni diverse e con la pellicola anche la velocità può cambiare da una proiezione all’altra. Ma le differenze nelle versioni, nella velocità e persino nell’imbibizione possono fornire per lo stesso film nuove prospettive. Quando ho cominciato ad abbozzare la mia partitura per il capolavoro di Harold Lloyd Girl Shy, la velocità era inferiore rispetto a quella poi scelta. Con mio grande stupore, ho scoperto che la versione più veloce non solo modificava il ritmo del film più di quanto mi aspettassi, ma in alcune parti cambiava il mio stesso modo di interpretarle. Ciò mi ha indotto a riscrivere all’ultimo momento molta musica. Devo dire che sono molto soddisfatto del risultato e penso che il film come la musica traggano vantaggio dalla velocità scelta. Sono felice di aver avuto l’opportunità di lavorare con i fantastici musicisti della Zerorchestra. È con in mente loro che ho esplorato aspetti del jazz e dello swing da me mai indagati prima. Per certe scene mi si è aperto tutto un nuovo mondo di inedite possibilità di espressione di emozioni e vibrazioni.
Daan van den Hurk
GIRL SHY (L’arte di amare / Le donne… che terrore) (US 1924)
regia/dir: Fred Newmeyer, Sam Taylor.
scen: Sam Taylor, Ted Wilde, Tim Whelan.
did/titles: Thomas J. Gray.
photog: Walter Lundin, Henry N. Kohler.
mont/ed: Allen McNeil.
scg/des: Liell K. Vedder.
tech dir: William MacDonald.
prod. mgr: John L. Murphy.
asst. dir: Robert A. Golden.
cast: Harold Lloyd (il ragazzo povero/The Poor Boy), Jobyna Ralston (la fanciulla ricca/The Rich Girl), Richard Daniels (il povero/The Poor Man), Carlton Griffin (il ricco/The Rich Man), [Nola Luxford (la vamp/the vamp), Judy King (la maschietta/the flapper), Julian Rivero, Gus Leonard (passeggeri del treno/train passengers), Charles Stevenson (controllore/Conductor), Joe Cobb, Jackie Condon, Mickey Daniels, Priscilla King, Dorothy Dorr, Hayes E. Robertson]. prod: Harold Lloyd Corporation. dist: Pathé Exchange.
trade show: 28.03.1924 (New York).
uscita/rel: 20.04.1924.
copia/copy: 35mm, ?? ft. (orig. l: 7,457 ft.), ; did./titles: ENG.
fonte/source: Harold Lloyd Entertainment, Inc.
Partitura di/Score by Daan van den Hurk; esecuzione dal vivo di/performed live by Zerorchestra