GROßSTADTSCHMETTERLING: BALLADE EINER LIEBE

GROßSTADTSCHMETTERLING: BALLADE EINER LIEBE (Fior d’ombra; Pavement Butterfly) (DE/GB 1929)
Regia di Richard Eichberg

Großstadtschmetterling: Ballade eine Liebe fu il secondo film europeo con protagonista Anna May Wong diretto da Richard Eichberg, prestato dalla Südfilm per una coproduzione con la British International Pictures. Come Song, il precedente lungometraggio che ella aveva girato con Eichberg, anche Großstadtschmetterling puntava sul personaggio della cinese esotica e americana moderna, le didascalie multilingui e un fascino visivo cosmopolita  per promuovere il progetto “Film Europe”.
La sceneggiatura di Adolf Lantz era il libero adattamento di una “filmnovella” di Hans Kyser, ma poco dopo la prima del film a Berlino Kyser fece causa alla Eichberg-Film (Kinematograph, 15.04.1929) chiedendo che il suo nome fosse tolto dai credits, presumibilmente a causa di contrasti sulle modifiche introdotte da Lantz; era però troppo tardi per modificare i manifesti, sui quali il nome dell’autore rimase. Le riprese, iniziate nel dicembre del 1928, si protrassero fino a febbraio del 1929; le sequenze in studio furono girate a Neubabelsberg e quelle in esterni a Monte Carlo, Nizza (per le scene del carnevale), Mentone e Parigi. Come per Song, si trattava di una coproduzione tedesco-britannica, ma in questo caso le versioni nelle due lingue si concludono in maniera notevolmente diversa, e quella inglese sembra censurata: “Questo film ha subito pesanti tagli, e di conseguenza la continuità ne risente” (Kinematograph Weekly, 12.12.1929).
Großstadtschmetterling inizia a Parigi il giorno della festa per la presa della Bastiglia. Anna May Wong interpreta la ballerina Mah, presentata come “la celebre principessa Butterfly” proveniente da New York e accusata da Coco (ex corteggiatore assetato di vendetta) della morte dell’artista cinese Mr. Wu durante uno spettacolo acrobatico. Ella fugge, cade in delirio (la scena è resa visivamente con il montaggio di immagini vorticose), cerca freneticamente scampo salendo una serie di rampe di scale (ripresa risolta economicamente con un lungo movimento della gru) e approda finalmente alla porta di Kusmin, pittore russo in miseria. L’artista, affascinato, la ritrae a grandezza naturale e vende il quadro al barone de Neuve. Kusmin chiede a Mah di incassare l’assegno, ma Coco la deruba e Kusmin crede che sia lei l’autrice del furto. Respinta, Mah si rivolge al barone, che la riveste di pellicce e l’aiuta a ristabilire la sua reputazione. Kusmin, che ora si accompagna a Ellis, figlia di un ricco mercante d’arte americano, invita Mah a rimanere: a questo punto vediamo Mah, inquadrata in primissimo piano, sul punto di piangere, poi volgere lo sguardo di lato e guardare verso Kusmin fuori campo. Nella versione tedesca ella respinge l’offerta con le parole “Ich gehöre nicht zu euch” (“Non appartengo a voi”), omettendo la seconda frase del copione, “Voglio tornare a casa”. Nella versione inglese le sue parole sono: “Non appartengo al vostro mondo. Appartengo al marciapiede”. Entrambe le versioni si concludono con una commovente ripresa in campo lungo di Mah che si allontana nel suo abito da sera orlato di lustrini, da sola, per scomparire nel buio.
Großstadtschmetterling e Song hanno in comune una trama alla “Madama Butterfly” con momenti  di comicità da cabaret. In un’atmosfera più tesa, Großstadtschmetterling contrappone le vivaci scene del varietà alle desolate strade notturne avvolte nella nebbia, che accentuano ulteriormente il contrasto tra la gioia dell’uomo bianco e il dolore di Mah. Il film fu criticato per la trama artificiosa e piena di cliché – un critico ne deprecò anche il razzismo (Sozialistische Bildung [Berlino], n. 5, maggio 1929) – ma la presenza e l’interpretazione di Anna May Wong furono universalmente apprezzate dalla stampa europea.
Anche quando incarna la figura della “Madama Butterfly”, Mah impone un montage di inquadrature in soggettiva, comprese le immagini vorticose  nel delirio e le sovrimpressioni nella “malinconia” e quelle in cui si dà al gioco d’azzardo. Questa volta, inoltre, il suo personaggio sopravvive, nonostante la decisione dello sceneggiatore Adolf Lantz di “giocare secondo le regole dell’industria”, come osserva Cynthia Walk (“Anna May Wong and Weimar Cinema: Orientalism in Postcolonial Germany,” in Beyond Alterity: German Encounters with Modern East Asia, 2014). In un lieto fine tradizionale Mah avrebbe sposato un uomo bianco, ma questo avrebbe violato le leggi americane sui matrimoni misti, togliendo al film un mercato prezioso (anche se, a quanto sembra, esso non fu mai distribuito negli Stati Uniti). La soluzione ovvia sarebbe stata quella di ucciderla, come scrisse lo stesso Lantz in “Filmstar muß sterben” (“La stella del cinema deve morire”), Tempo, 04.10.1929. Ci si chiede allora se una scena finale in cui ella, come in questo caso, si allontana, viva,  possa essere dopo tutto un “lieto” fine. Sì, Mah è rimasta esclusa dalla narrazione, ma ha conquistato il potere di abbandonare completamente gli accoppiamenti eteronormativi.
Dopo Song (1928) e Piccadilly (1929), Großstadtschmetterling fu l’ultimo film muto di Anna May Wong. Negli ultimi mesi del 1929 ella imparò il tedesco e il francese per realizzare il suo primo film sonoro, girato in tre lingue: Hai Tang (in tedesco), The Flame of Love (in inglese) e L’Amour maître des choses (in francese); le versioni tedesca e inglese furono dirette da Eichberg, quella francese da Jean Kemm. In questi tre film – sempre realizzati nell’ambito di “Film Europe” – lei è la protagonista e lavora con tre cast differenti, recitando in tre lingue. Forte del successo nella transizione al sonoro e del suo nuovo etnocosmopolitismo multilingue, ella ritornò negli Stati Uniti nell’ottobre del 1930 per interpretare da protagonista, a Broadway, l’allestimento del dramma On the Spot di Edgar Wallace e per dare il via alla seconda fase della sua carriera hollywoodiana.

Yiman Wang

GROßSTADTSCHMETTERLING: BALLADE EINER LIEBE (Fior d’ombra; Pavement Butterfly) (DE/GB, 1929)
Titoli di lavorazione/Working titles: Die Fremde; Asphalt Schmetterling.
regia/dir: Richard Eichberg.
scen: Adolf Lantz, dalla “filmnovella” di/from the “filmnovella” by Hans Kyser.
photog: Heinrich Gärtner, Otto Baecker.
scg/des: W. A. Hermmann, W. Schlichting.
mus: Max Pflugmacher (Universum, Berlin), Hansheinrich Dransmann (Titania-Palast, Berlin).
cast: Anna May Wong (Mah), Tilla Garden (Ellis Working), Fred Louis Lerch (Fedja Kusmin), Alexander Granach (Coco), Gaston Jacquet (Baron de Neuve), E. F. Bostwick (Mr. Working, an American art dealer), Szöke Szakáll (Paul Bonnet), Nien Sön Ling (Mr. Wu), [John Höxter].
prod: Eichberg-Film GmbH (Berlin) / British International Pictures Ltd. (B.I.P.) (London).
dist: Südfilm A.G. (DE); Wardour (GB).
première: 10.04.1929 (Universum, Berlin; Titania-Palast, Berlin); 07.12.1929 (Regal, London).
copia/copy: DCP, 96’33”  (da/from 35mm neg. nitr., 7989 ft. [orig. l: 2452 m. (DE), 7989 ft. (GB)], 24 fps); did./titles: GER.
fonte/source: DFF – Deutsches Filminstitut & Filmmuseum, Frankfurt.

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