IL FILM DI JACQUES DE BARONCELLI PÊCHEUR D’ISLANDE
TRATTO DAL ROMANZO DI PIERRE LOTI
L’evento più atteso di martedì 10 ottobre alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone è la prima mondiale del documentario brasiliano Amazonas, maior rio do mundo del regista di origine portoghese Silvino Santos, in programma alle 14.30 al Teatro Verdi, il primo lungometraggio sull’Amazzonia, girato nel 1918, creduto perduto e riscoperto pochi mesi fa nella Cineteca di Praga.
La sera ci riporta invece negli scenari della Bretagna, che già erano stati lo sfondo de La Divine Croisière, il film d’apertura di questa edizione del festival, con Pêcheur d’Islande (FR 1924), in programma alle 21, tratto da uno dei più fortunati romanzi di Pierre Loti, di cui ricorre quest’anno il centenario della morte. Regista del film è Jacques de Baroncelli, che fu attivo soprattutto nel muto e che ebbe come allievo René Clair. Protagonista maschile del film è Charles Vanel, che ebbe una lunghissima carriera internazionale e lavorò molto anche in Italia; lo ricordiamo quasi novantenne nel 1981 nel film di Francesco Rosi Tre Fratelli. Protagonista femminile di Pêcheur d’Islande è Sandra Milowanoff, famosa attrice ed ex ballerina della troupe di Pavlova. Baroncelli ha saputo rendere con grande sensibilità la tragica storia d’amore dell’opera letteraria con scene memorabili e con un cast impeccabile: in particolare la stampa dell’epoca sottolineò la bellezza delle scene che illustrano la vita nelle strade del villaggio e del porticciolo e lodò la capacità del regista nell’aver saputo amalgamare la presenza di attori professionisti accanto a “persone reali”.
Nel programma odierno si segnalano inoltre, per la rassegna sulla Ruritania, alle ore 10, TiTi Ier, roi des gosses (Il monello di Montmartre, FR 1926) di René Leprince. Dell’originale francese in quattro parti è rimasta solo la versione ridotta distribuita in Italia di poco più di 80 minuti. La storia del film si svolge nel mitico regno di Bothonia e alcune scene in esterni sono state girate a Budapest.
Il programma slapstick (ore 11.45) è all’insegna di uno degli elementi fondamentali delle comiche: l’inseguimento. Uno dei primi esempi è il corto della Pathé Frères del 1907, La course des Sergents de ville, con regista e protagonisti anonimi. La successiva comica, At Coney Island, è invece uno dei primi titoli della Keystone di Mack Sennett, definito l’anello di passaggio dalla tradizione comica europea a quella americana. Sennett è anche il protagonista insieme a Mabel Normand, che aveva fatto la modella per pittori e fotografi, e Ford Sterling, un passato nel circo, nel vaudeville e nel baseball professionistico. In Die Lustigen Vagabunden (Gli allegri vagabondi, DE 1913) vediamo all’opera Karl Valentin, il genio del teatro e del cabaret della Repubblica di Weimar, mentre in From Hand to Mouth (US 1919) protagonista è il grande Harold Lloyd. Chiude il lungometraggio Would You Believe It? (GB 1929) diretto e interpretato dal britannico Walter Forde, la cui popolarità in patria non era inferiore a quella di Chaplin o Max Linder.
Del temerario regista e attore tedesco Harry Piel, alle 15.45 è in programma Rivalen (DE 1923), action movie ricco di elementi fantascientifici come un robot teleguidato o un sottomarino-nascondiglio, oltre a una sala da ballo fatta a gigantesco moloch (scenografie del celebre architetto espressionista Hermann Warm) che ricorda molto da vicino una scena del successivo Metropolis di Fritz Lang.
Tra le altre curiosità, alle 18 si vedrà il filmato di venti minuti della tournée del Genoa Cricket and Football Club in Argentina e Uruguay del 1923, subito dopo la vittoria dell’ottavo scudetto. Grande attenzione è prestata anche al contesto urbano di Buenos Aires e Montevideo dove molte consistente era la presenza delle comunità di immigrati italiani. A seguire, due film di viaggio dalla Hans Berge Collection della Biblioteca Nazionale norvegese. Il cortometraggio Se London! (FR 1927) del franco-tunisino Jacques Haik, uno dei produttori e importatori cinematografici francesi più attivi tra le due guerre mondiali, ci porta alla scoperta delle principali attrattive turistiche della capitale britannica. Una delle parti più interessanti del filmato è quella che mostra il quartiere ebraico di Whitechapel.
Alle 22.15 l’Archivio Nazionale del Film di Famiglia propone 9 ½, un collage di diari di viaggio, momenti familiari ed esperimenti realizzati da cineamatori da tutto il mondo, dal Giappone alla Nuova Zelanda, dal Brasile al Cile, dal Congo al Canada, in un arco di tempo compreso tra il 1923 e gli anni ’60. il filmato è un omaggio alla Pathé Baby, creata in Francia nel 1922, il primo formato cinematografico per il film casalingo che dava a chiunque la chance di diventare autore e regista. La musica di accompagnamento è composta ed eseguita dagli allievi del conservatorio G.B. Martini di Bologna.
Le Giornate del Cinema Muto sono realizzate grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema, del Comune di Pordenone, della Camera di Commercio Pordenone-Udine e della Fondazione Friuli.
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