IL FILM PRECURSORE DEL NEOREALISMO GRECO GLI APACHES DI ATENE, STRAORDINARIO DOCUMENTO DELLA VITA NELLA CAPITALE ELLENICA NEL 1930

ACCOMPAGNAMENTO MUSICALE PER ORCHESTRA E CORO

Non tragga in inganno il titolo. Non si tratta di un western in salsa ellenica, ma del primo film greco anticonformista, per decenni considerato perduto. Gli apache di Atene (Oi Apachides ton Athinon) di Dimitrios Gaziades, adattamento cinematografico dell’operetta di Nikos Hadjiapostolou, in programma mercoledì 7 ottobre a partire dalle 20.30 nell’ambito delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone – Limited Edition con accompagnamento registrato per orchestra e coro, è uno straordinario documento della vita dei quartieri operai della capitale greca nel 1930. Il regista infatti, formatosi in Germania alla scuola di Lubitsch e Lang, insoddisfatto dalle carenze tecniche degli studi cinematografici ateniesi, decise di portare la macchina da presa in strada girando in esterni, secondo modalità radicalmente diverse dalla tradizione di quegli anni. Non è quindi la trama in sé, ancorché godibile (un simpatico imbroglione soprannominato “il principe” tenta di gabbare con i suoi amici un pomposo arricchito greco-americano) quanto il ritratto della povertà e della miseria di larghi strati della popolazione in un momento, l’ennesimo, di grande travaglio della storia della Grecia.
Il termine “apache” era stato coniato dalla stampa francese tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 per designare le bande giovanili che terrorizzavano Parigi con rapine e omicidi e che si contraddistinguevano per il loro abbigliamento bizzarro.
La copia del film è stata trovata quattro anni fa alla Cinémathèque française di Parigi e il progetto di restauro, avviato sotto gli auspici di Costa Gavras, è stato possibile grazie alla collaborazione tra le cineteche greca (Tainiothiki tis Ellados) e francese e il laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna.

Essendo Gli apache di Atene il primo film greco con registrazione sincronizzata di musica e canzoni, grande importanza riveste la colonna sonora che Yoannis Tselikas del Centro musicale ellenico di Atene ha ricostruito basandosi sulla partitura dell’operetta, cui ha aggiunto tre nuove canzoni. La prima proiezione mondiale del film restaurato si è svolta con grande successo presso la Stavros Niarchos Hall dell’Opera Nazionale di Atene il 15 febbraio scorso.

Dopo la visione saranno ospiti del direttore del festival Jay Weissberg la direttrice della cineteca greca Maria Komninos, Yoannis Tselikas del Centro musicale ellenico e Céline Ruivo, responsabile del progetto di restauro.

L’appuntamento online con il festival comincia nel pomeriggio con le lezioni di musica (dalle ore 16) e le presentazioni di libri (dalle 17). A preparare gli aspiranti accompagnatori di film muti oggi è il compositore britannico Neil Brand, ideatore con David Robinson delle Pordenone Masterclasses. Competenza, passione e capacità affabulatoria sono le armi con cui sa appassionare alla musica e al cinema muto ogni tipo di pubblico. Uso alle standing ovation, per questa edizione Neil Brand ha composto la musica del programma di chiusura “Laurel o Hardy”.
Tutta italiana la sessione odierna delle presentazioni librarie, dedicata ai 70 anni della Cineteca Nazionale di Roma celebrati nella pubblicazione 70 anni della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia, 1949-2019 a cura di Alfredo Baldi, e allo stretto rapporto fra la moda e il cinema – con un focus sul periodo muto – oggetto dello studio di Eugenia Paulicelli in Moda e Cinema in Italia. Dal Muto ai giorni nostri.

Le Giornate del Cinema Muto sono realizzate grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per il Cinema, del Comune di Pordenone, della Camera di Commercio Pordenone-Udine e della Fondazione Friuli.

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