“Sono appena arrivato con la nave. Arrivo subito. – Augustin”. Così suona il testo della didascalia in tedesco su un telegramma all’inizio di questa breve comica, pervenuta alla Cineteca del Friuli dal Bundesarchiv intorno al 1990. Augustin, un alto e corpulento esploratore, è accolto dai suoi amici all’ingresso di una villa. Deve aver visitato i paesi dell’Oriente, a giudicare dal mantello di seta e dalle scimitarre che estrae con orgoglio dalla sua valigia con grande gioia della famiglia (un’imponente signora con occhiali è delusa e arrabbiata alla vista della scimmietta che le viene regalata). Nei bagagli c’è anche l’occorrente per il consumo dell’oppio, compresa una buona dose dell’esotico stupefacente, e Bigorno non resiste alla tentazione di provarlo non appena si ritrova da solo in soggiorno. Qualche tirata dalla pipa è più che sufficiente a fargli venire le allucinazioni: il mobilio comincia a turbinargli intorno, poi la stanza diventa un harem, con la moglie e la suocera come odalische danzanti. In preda all’incubo, Bigorno ha sfasciato tutto intorno a sé provocando l’intervento dell’irata matrona che caccia a pedate Augustin. Dopo essersi ripreso dalla sua disavventura, la vittima della propria curiosità giura che non toccherà mai più una pipa per fumare l’oppio.
Alla fine del rullo c’è il logo della società di produzione Itala Film – dev’essere per questo che il Bundesarchiv aveva erroneamente attribuito il film ad André Deed (Cretinetti) – ma la giuntura sul positivo in nitrato sembra essere stata effettuata in fretta, forse in una cabina di proiezione, per utilizzare lo spezzone come “coda” del film. Il film è stato identificato da Giuliana Puppin e Simone Londero grazie alla sequenza di apertura, ambientata a Port Lympia, Nizza. – Paolo Cherchi Usai