CENERENTOLA (IT 1913)
(GB: A Modern Cinderella)
Eleuterio Rodolfi
Il primo cinema italiano si è guadagnato una reputazione per la sua riflessività, per i suoi film sul fare e guardare il cinema. Si pensi al film di Pastrone, Maciste (1915), in cui vediamo sia inquadrature degli studi cinematografici Itala in azione, sia inquadrature di un pubblico cinematografico che guarda Maciste piegare le sbarre nel kolossal Cabiria. Ma già prima della prima guerra mondiale gli studi italiani si promuovevano con brevi commedie che facevano riferimento a loghi e manifesti con l’insegna della società. Oppure abbiamo lo studio come salvatore per i poveri che hanno bisogno di una tregua, come Per il babbo (Pasquali, 1913). In quest’ultima categoria troviamo il film Cenerentola (1913) di Eleuterio Rodolfi, in effetti una versione moderna della storia di Cenerentola in cui favola e realtà si mescolano. Una povera orfana di nome Silvietta (Fernanda Negri-Pouget), che deve anche prendersi cura della sorellina, viene presentata alla grande star del cinema Ambrosio Jenny Smart (Mary Cléo Tarlarini), che vive per caso nello stesso palazzo. Jenny accetta di portare Silvietta allo studio Ambrosio e la presenta al regista Piccolini (Luigi Chiesa). Lui è così colpito da lei che le lascia recitare una breve scena, dopo la quale le dà immediatamente il ruolo principale nel suo film Cenerentola (la “magia del cinema”, come si dice).
Questa trama è un alibi per ampie riprese dello studio Ambrosio in via Minerva a Torino, con Silvietta come collegamento. Prima vediamo il personale entrare dall’esterno. Poi vediamo l’interno dello studio in cui vengono girati diversi film contemporaneamente (accentuando la vastità e l’alta attività dello studio Ambrosio), dopo di che Silvietta assiste a una sorta di ripresa di un film sulla Rivolta dei Boxer. Possiamo vedere quante persone sono coinvolte nei film, per esempio i cameramen che girano la manovella delle macchine da presa. Quando Silvietta è diventata la protagonista del film, diamo un’occhiata al reparto costumi e vediamo Silvietta che indossa un abito stretto a corsetto. Notiamo anche, durante le riprese interne, come vengono rifatte le riprese e come gli attori si comportano diversamente tra una ripresa e l’altra. In seguito, il cast e la troupe si recano in una location all’aperto. Durante il viaggio, il film sottolinea la differenza di classe tra le comparse che viaggiano strette in un minibus mentre i primi attori viaggiano comodamente in una macchina aperta.
Ahimè, il film completo non è sopravvissuto. Ma il frammento della Cineteca del Friuli è notevolmente più lungo di quello finora noto del Museo Nazionale del Cinema e per di più a colori e con immagini chiarissime.
Per il contenuto completo (Jenny si ingelosirà e diventerà la matrigna cattiva della favola), si veda il sito “Sempre in penombra: archivio del cinema muto”. Si veda anche Cristina Jandelli, L’attore in primo piano: Nascita della recitazione cinematografica (2016). – Ivo Blom
CENERENTOLA (IT 1913)
(GB: A Modern Cinderella)
regia/dir: Eleuterio Rodolfi.
sogg/story: Arrigo Frusta. cast: Fernanda Negri-Pouget (Silvietta), Mary Cléo Tarlarini (Jenny Smart), Ubaldo Stefani (Conte/Count de Sivry), Maria Bay (Jucci), Luigi Chiesa (Piccolini).
prod: Ambrosio.
uscita/rel: 14.11.1913.
v.c./censor date: 01.12.1913, orig. l: 815 m.
copia/copy: incomp., 35mm, 155 m., 8’28” (16 fps), imbibito/tinted; did./titles: ITA.
fonte/source: La Cineteca del Friuli, Gemona.
Preservazione da un nitrato donato da/Preservation from a nitrate print donated by Attilio Giovannini.