DON QUICKSHOT OF THE RIO GRANDE (US 1923)
George Marshall
Incontrai George Marshall nel 1970 a Hollywood, nel ristorante annesso allo studio Goldwyn sulla Formosa Avenue. Penso che abbia accettato di vedermi perché al telefono gli avevo detto di essere entrato in possesso di uno dei suoi film muti “perduti”, Don Quickshot. “Perché tu sia andato a pescare proprio quel film non lo capirò mai. Santo cielo… non ho mai avuto problemi con un film, a parte Don Quickshot. Tutto perché mi sono preso gioco del personaggio … mi sono preso gioco dei film western. E Hoxie non era un grande attore comico. Mi hanno affibbiato questo maledetto film, ho cercato di trarne qualcosa di diverso, ho tenuto duro e questo è stato il risultato.”
Non so perché fosse tanto sprezzante. Secondo il resoconto di un esercente pubblicato sul Moving Picture World dell’ottobre 1923, “per entrare, gli spettatori hanno quasi buttato giù le porte”.
Gli appassionati delle generazioni successive come i massimi dirigenti della Universal consideravano con grande serietà i western e i cowboy che li interpretavano, così Classic Film Collector (n. 31, estate 1971) uscì con questo titolo: “Hoxie – Artist or Idiot? (Fortunatamente il verdetto fu “artista”.)
Il film che nel 1923 tanto richiamava il pubblico non si è più visto completo e in una copia almeno decente per quasi cent’anni. Quando William K. Everson, il pioniere degli storici del cinema, mi consegnò questa copia l6mm mi avvertì che un collezionista poco scrupoloso aveva tagliato tutte le scene d’azione. Queste scene sono state ora reinserite grazie a Jere Guldin del Packard Humanities Institute.
Hoxie interpreta il ruolo di un romantico cowboy che la lettura di Don Chisciotte ispira a imbarcarsi in una serie di avventure che lo vedono ingiustamente accusato di omicidio (viene assolto), battersi contro una gang e salvare la figlia di un mandriano. “Don Quickshot era un western di prima qualità, immaginativo e pieno d’azione”, ha scritto lo storico del cinema George A. Katchmer, che vide il film negli anni Venti (Classic Images n. 85, luglio 1982). “La sequenza fantastica, un sogno in cui compaiono i cavalieri di re Artù, fu poi copiata da Ken Maynard nel suo The Grey Vulture (1926)” (lo sceneggiatore di questo film è lo stesso di Don Quickshot, George Hively, che nel 1917 aveva scritto anche due film di John Ford: Straight Shooting e Bucking Broadway). “La Universal lo inserì tra i film ‘Jewel’; questo trattamento preferenziale fu riservato a molte pellicole di Hoot Gibson. Si traduceva in un budget più cospicuo e in condizioni migliori per quanto riguardava la produzione, il cast, ecc. Jack salì presto ai primi posti, secondo solo a Hoot Gibson tra gli attori della Universal. Secondo alcuni storici, i film di Jack fruttavano incassi analoghi a quelli di Gibson, nonostante la differenza di bilancio tra un western Blue Streak e una produzione Jewel.”
Forse Jack Hoxie non era un attore comico, ma era certo un personaggio pittoresco; prima di diventare un divo del cinema era stato vicesceriffo a Las Vegas, in Nevada.
Questo fu il primo ruolo da protagonista di Hoxie alla Universal e diede inizio al suo periodo più proficuo. Nel campo dei western Tom Mix faceva registrare gli incassi maggiori, seguito da Hoot Gibson. Hoxie era considerate il numero tre, soprattutto per la sua prolificità. Fu il primo ad apparire sempre assieme al suo cavallo di razza Appaloosa, Scout, e al suo cane, Old Bunk, cosa che gli procurò la simpatia dei ragazzi. Non l’ho mai incontrato, ma possiedo un nastro audio commerciale da lui registrato nel 1963, e nel 1976 ho intervistato suo fratello Al Hoxie, che aveva 15 anni meno di lui. Al assomigliava moltissimo a Jack, fu la sua controfigura in molti film e interpretò vari western di serie B. Cresciuto nel ranch di famiglia nell’Idaho, Al era l’immagine del cowboy all’antica; era estremamente cortese e, quando si arrivava a conoscerlo, cordiale e piacevolissimo (potete ammirarlo nell’episodio 9 della serie Hollywood).
Jack Hoxie (1885-1965) nacque nel Territorio indiano, in quello che sarebbe poi diventato l’Oklahoma, ma crebbe nell’Idaho. In seguito affermò che un ramo della sua famiglia discendeva dai Cherokee, benché sua madre appartenesse alla tribù dei Nasi Forati. Trascorse l’infanzia e l’adolescenza nella riserva, e divenne un cavaliere abilissimo. Dopo aver seguito il bestiame in numerosi ranch, e aver conquistato svariati trofei nei rodei, Hoxie fu ingaggiato dal Dick Stanley Show, di cui divenne uno dei protagonisti. Stanley aveva stipulato con la Pathé un contratto che permetteva a quella società di utilizzare lo show in inverno. Quando Stanley rimase ucciso sulla pista, Hoxie portò lo show a Los Angeles per conto della signora Stanley e lo diresse fino alla fine della stagione. Rimase poi in California, lavorando come controfigura e interpretando particine in alcuni film. Nel 1915 Lois Weber lo scritturò per The Dumb Girl of Portici collocandolo accanto alla star, Anna Pavlova, essenzialmente per proteggerla nelle scene di folla. “Ero l’unico cui ella permettesse di fare qualunque cosa”, disse Jack.
In questo periodo egli usava il nome Hart Hoxie (in omaggio al suo divo western preferito, a fianco del quale avrebbe recitato in Blue Blazes Rawden, 1918). “Provò quel nome per vedere l’effetto che avrebbe avuto nel cinema” disse Al, “ma i risultati non furono buoni. Pensavano sempre che volesse copiare Bill Hart. Il suo vero nome era John [Stone], ma si faceva chiamare Jack. … Era uno dei veri cowboy operanti nell’ambiente del cinema … Un altro sono io. Non voglio criticare nessuno dei ragazzi, ma non avevano la minima esperienza di lavoro con il bestiame in un ranch. … Noi domavamo da soli i nostri cavalli…”
Nel 1919 Jack affiancò Ann Little in Lightning Bryce, un serial in 15 episodi che è stato considerato il migliore fra tutti quelli dedicati ad avventure di cowboy. Nello stesso anno egli incoraggiò il fratello minore a raggiungerlo a Hollywood, dove Al cominciò ben presto a interpretare anche lui film western: “Chiamavano Jack per girare un film in cinque rulli. Magari lo facevano andare a Lone Pine, con tutti l’armamentario e i cavalli; prenotavano un grande albergo, grandi camerate per i cowboy, e poi impiegavano da 18 a 25 giorni per girare il film. Con noi non ci volevano mai più di cinque giorni, al massimo una settimana. Non si può fare un buon film in cinque giorni. La mia casa di produzione spendeva forse 15.000 dollari, mentre quella di Jack ne spendeva 30-35.000 per un film dello stesso tipo.”
Fra altre storie, come per esempio l’affermazione di George Marshall che si vantava di aver lanciato la carriera di Jack Hoxie, ho raccolto la voce secondo cui Jack avrebbe sparato a un uomo quando ancora abitava nell’Idaho. Nell’impossibilità di trovare un modo diplomatico di parlare della cosa con Al, esprimo la mia gratitudine al compianto Tom Trusky della Boise State University, che era stato sul posto, aveva condotto interviste e ricostruito l’intera vicenda consultando gli archivi dei quotidiani locali. Egli pubblicò poi il risultato delle sue ricerche nell’opuscolo Retold in the Hills, che narra la storia della lavorazione di Told in the Hills (1919), il primo lungometraggio hollywoodiano girato nell’ Idaho.
L’uomo cui Hoxie sparò era il suo fratello minore Earl. Jack si era da poco sposato con una donna di nome Pearl Gage ed Earl era stato uno dei testimoni. Cinque mesi dopo le nozze Jack scoprì che tra i due vi era una relazione. Non ci sono dubbi sul fatto che Jack abbia sparato ad Earl, ma secondo la polizia si trattò di un “tragico incidente”. I due stavano per andare a caccia, e mentre Jack puliva la rivoltella partì un colpo. Earl faceva colazione nella stanza accanto; il proiettile oltrepassò la parete divisoria e lo colpì alla tempia; egli morì quindici minuti dopo. I giornali scrissero che quando Jack seppe dell’accaduto rimase”prostrato”.
A detta di Everson, Jack Hoxie era analfabeta; imparò a leggere solo quand’era già adulto. All’epoca la cosa era tutt’altro che un segreto, ed era anzi oggetto di battute per iniziati nei suoi film (ve ne sono anche in questo). Sui western sonori di Jack pesava “il modo impacciato in cui egli leggeva le battute”, e ben presto la sua carriera cinematografica si concluse. Come altri importanti divi dei western muti, tornò a dedicarsi agli spettacoli sul Wild West; ma a differenza di quasi tutti gli altri, il Jack Hoxie Wild West Show ebbe successo.
George Marshall, dal canto suo, divenne uno dei registi più prolifici di Hollywood. Nel 1925 fu posto a capo dell’intera produzione di cortometraggi della Fox. In seguito lavorò con Laurel e Hardy, W. C. Fields e persino Dean Martin e Jerry Lewis. Nel 1939 diresse la più bella commedia western che io abbia mai visto, Destry Rides Again, con James Stewart e Marlene Dietrich. Diresse anche lo straordinario episodio dedicato alla ferrovia nel film in Cinerama del 1962, How the West Was Won (La conquista del West) – Kevin Brownlow
Desidero ringraziare l’AFI, Richard Bann, Richard Koszarski, Cathy Surowiec, Emily Wittenberg e mia moglie Caroline per il prezioso aiuto che mi hanno offerto nella stesura di questa scheda.
DON QUICKSHOT OF THE RIO GRANDE (US 1923)
regia/dir: George Marshall.
soggetto/story: Stephen Chalmers (Short Stories Magazine, 25.10.1921).
scen: George Hively.
photog: Charles Kaufman.
cast: Jack Hoxie (“Pep” Pepper), Emmett King (“Big Jim” Hellier), Elinor Field (Virginia Hellier), Fred C. Jones (George Vivian), Wm. A. Steele (Joe Barton), Bob McKenzie (sceriffo/Sheriff Littlejohn), Harry Woods (cavaliere/a knight), Hank Bell, Ben Corbett (scudieri/henchmen), Skeeter Bill Robbins (ubriacone/barfly), Scout (se stesso [il cavallo]/Himself, a horse), Old Bunk (se stesso [il cane]/himself, a dog), Alton [Al] Hoxie [controfigura di Jack Hoxie/Jack Hoxie’s double].
prod: Universal Pictures, pres. Carl Laemmle.
uscita/rel: 04.06.1923.
copia/copy: 35mm, 4330 ft., 61′ (19 fps) (da/from 16mm, Kevin Brownlow Collection, + 16mm dupe print, John Hampton Collection, UCLA Film & Television Archive; orig. 35mm l. 4894 ft.); did./titles: ENG.
fonte/source: Packard Humanities Institute (PHI Stoa), Santa Clarita, CA.