L’OMBRA DI UN TRONO (IT 1920-1923)
(All’ombra di un trono; Ve stínu trůnu; Fleur d’ombre; GB: The Shadow of a Throne)
Carmine Gallone
Tra il 1912 e il 1924 l’Italia produsse più di 65 film ambientati in mitici regni balcanici. Questo genere – si può discutere sull’uso del termine in questo contesto – fu reso popolare a livello internazionale da Anthony Hope con il suo fortunatissimo romanzo The Prisoner of Zenda (1894), la cui azione si colloca in Ruritania e che diede origine a una folta schiera di imitazioni. In Italia il nome generico attribuito a un paese immaginario dell’Europa centrale od orientale era Silistria; la popolarità del fenomeno può forse connettersi all’amata figura della regina Elena, la principessa montenegrina che nel 1896 era andata sposa al futuro re Vittorio Emanuele III. Può essersi trattato di un fattore importante nel motivare la domanda del pubblico italiano per questo tipo di storie d’amore ambientate nei Balcani, ma la moda delle vicende ruritano-silistriane dev’essere collocata all’interno di un panorama internazionale, e appunto per tale motivo nel 2022 le Giornate dedicheranno a questo tema una vasta retrospettiva.
Benché diretto da Carmine Gallone, L’ombra di un trono è stato largamente ignorato; la sua affascinante e inesplorata storia esige però ricerche approfondite. Il film è tratto dal romanzo Fleur d’ombre di Charles Foleÿ (1861-1956), uscito nel 1904 dopo essere apparso a puntate su l’Echo de Paris a partire dal 22.11.1903. Foleÿ, stimato scrittore che fu premiato dall’Académie française per la prima volta nel 1898, aveva evidentemente seguito con attenzione tutti gli scandali in cui all’epoca erano rimaste coinvolte le famiglie regnanti, a molti dei quali si fa diretto riferimento nel romanzo: per esempio quelli del principe svedese Oscar Bernadotte e di svariati arciduchi asburgici dal temperamento ribelle, oltre naturalmente alla tragedia di Mayerling. Foleÿ, a quanto sembra, nutriva poi una forte avversione per il Regno Unito: le “Grandes-Iles” in cui è ambientato il libro sono un’inconfondibile ritratto della Gran Bretagna afflitta dall’incubo del degrado urbano e immersa nella nebbia provocata dall’inquinamento. Fleur d’ombre non fu mai tradotto in italiano, assai probabilmente perché Foleÿ menziona la contessa Cesarina Gaddi Hercolani, che trascinò in tribunale casa Savoia chiedendo un sussidio per il figlio che affermava di aver avuto da re Umberto I.
L’ombra di un trono sposta l’ubicazione della vicenda nell’Europa centrale od orientale, identificabile per le classiche uniformi ruritaniane e altri simili orpelli. Sospettiamo che Gallone abbia cambiato scenario per evitare di inimicarsi il mercato britannico: il film esordì in effetti nel Regno Unito nel giugno 1922. A parte questo, la vicenda che si dipana sullo schermo segue da vicino il romanzo. Violette Miroy (riprendiamo i nomi usati nel libro) è una giovane parigina i cui facoltosi genitori sono da poco passati a miglior vita dopo aver scialacquato tutte le proprie sostanze. Ella incontra il misterioso Georges e se ne innamora, ricambiata; da signorina di buona famiglia insiste per coronare il loro amore con il matrimonio. George acconsente, a patto di non doverle rivelare il proprio cognome. Le nozze hanno luogo, e la coppia trascorre cinque anni felici, durante i quali Violette sospetta che il marito sia in qualche modo imparentato con una famiglia reale (di quale nazione non viene mai detto). Solo quando i due giungono nel paese natale di lui, con il figlioletto Lolet, ella scopre casualmente che Georges è il secondogenito della regina.
Harold, il principe ereditario, invidia profondamente il fratello minore la cui vita felice assieme a Violette contrasta crudamente con il suo fidanzamento con l’altezzosa principessa Augusta. Dopo un colloquio a cuore aperto con Violette, Harold comprende che non sarà mai amato solo per se stesso, e colto da una crisi di disperazione si uccide. Georges è chiamato al cospetto della madre, e la formidabile regina – non sappiamo chi sia l’attrice che interpreta questo ruolo, ma il suo portamento implacabile e quasi soprannaturale si fonde perfettamente con il ritratto tracciato da Foleÿ – insiste affinché il nuovo erede al trono abbandoni la moglie, e ordina di rapire il piccolo Lolet per convincere Violette a rinunciare all’idea di rimanere sposata a Georges.
La storia della distribuzione di L’ombra di un trono è complicata e necessita ancora di chiarimenti: le fonti italiane datano il film al 1921, ma esso uscì dapprima in Francia, con il titolo Fleur d’ombre, nel settembre 1920, un anno dopo la ripubblicazione del romanzo da parte di Flammarion. Un annuncio pubblicitario comparso nel 1921 su La rivista cinematografica, n. 14, segnala che il film Fior d’ombra era “in lavorazione”; poco dopo fu però ribattezzato L’ombra di un trono e a quanto sembra fu distribuito in Italia per la prima volta nel 1922, con molteplici riedizioni negli anni successivi, talvolta con il titolo All’ombra di un trono. La versione ceca uscì nell’ottobre 1925. Oltre alla copia ceca da 35mm, esiste anche un frammentario negativo nitrato in 16mm conservato presso il Museo del Cine Pablo C. Ducrós Hicken di Buenos Aires.
La star del film, Soava Gallone (1880-1957), rimane una delle dive italiane meno studiate, eppure la sua è una vita affascinante. Il suo nome originario era Stanisława Winawerówna; nata a Łowicz in una famiglia di intellettuali ebrei, studiò alla Sorbona di Parigi dove sposò il suo primo marito, il famoso scienziato Mieczysław Wolfke. Esperta di lingue, divenne ben presto una traduttrice e in particolare si deve a lei la versione in polacco (1909) del romanzo femminista di Sibilla Aleramo Una donna (1906); rimase in intensa corrispondenza con Aleramo fino agli anni Trenta. Dopo il divorzio da Wolfke, nel 1911 sposò Gallone e divenne la sua musa dall’inizio degli anni Dieci fino a tutti gli anni Venti, rimanendo poi un’attiva consigliera del marito. – Jay Weissberg, Amy Sargeant
L’OMBRA DI UN TRONO (IT 1920-1923)
(All’ombra di un trono; Ve stínu trůnu; Fleur d’ombre; GB: The Shadow of a Throne)
regia/dir: Carmine Gallone.
scen: Carmine Gallone, dal romanzo di/based on the novel by Charles Foleÿ, Fleur d’ombre (1904).
photog: Emilio Guattari.
cast: Soava Gallone (Violette Miroy [Violeta Miroyov]), Piero Schiavazzi (principe/Prince Georges [Jiří]), Umberto Casilini (principe/Prince Harold), Marcella Sabbatini (Lolet [Lolo]).
prod: Films Gallone. dist: U.C.I.
v.c./censor date: 1.11.1921.
uscita/rel: 18.09.1920 (France; 1510 m.); 21.12.1923 (Roma).
copia/copy: 35mm, 2386 m. [orig. l. 2215 m. (1921 rel.?)], 104′ (20 fps), col. (imbibito e virato/tinted & toned); did./titles: CZE.
fonte/source: Národní filmový archiv, Praha.