POLIDOR CAMBIA SESSO (IT 1918)
Ferdinand Guillaume
Lo zio Pancrazio, stufo del comportamento dissoluto del nipote Martino, gli promette una ricompensa di 100.000 lire a condizione che si sposi. Per sfuggire al ricatto dello zio, ma intascare comunque i soldi, Martino assume Polidor perché si travesta e finga di essere la sua fidanzata, Titina Sgambetti. Quando va dallo zio per presentargli la futura sposa, ci trova la cugina Jolanda e se ne invaghisce, mentre lo zio si innamora di Titina (cioè Polidor). Pancrazio offre allora 100.000 lire al nipote per lasciare Titina e altrettante ne offre a Titina per sposarsi con lui anziché con Martino. Entrambi accettano di buon grado la generosa offerta e il film si conclude con un fidanzamento ufficiale e un matrimonio.
Ferdinand Guillaume aveva già girato e interpretato una pellicola dallo stesso titolo nel 1912, per la Pasquali e C. (180m). L’attore e regista non era nuovo a questo tipo di operazioni: spesso infatti, nel corso della sua carriera, si era impegnato nel remake dei suoi film di successo, che talvolta avevano in comune con il precedente soltanto il titolo e/o l’idea comica sulla quale erano costruiti. Del resto, la maggior parte dei film di Guillaume erano basati sul suo repertorio circense, frutto di una lunga tradizione familiare.
È quanto accade anche in Tontolini ballerina (Cines, 1910), girato nuovamente nel 1913 per la Pasquali e C. col titolo Polidor ballerina: segno della fortuna presso il pubblico del suo personaggio in versione en travesti.
Dopo la rottura con la Cines infatti (alla fine del 1911), Guillaume non poté mantenere il nome di Tontolini per il suo personaggio comico, ma seppe sfruttare la contingenza a suo favore, girando egli stesso negli anni a venire una nuova versione di alcuni titoli già interpretati per la casa romana (dove la regia era per lo più di Anton Giulio Antamoro) e ribattezzandoli col nome di Polidor.
Guillaume non fu né il primo né l’unico comico del cinema muto a recitare en travesti (si pensi anche a Leopoldo Fregoli, a Brunin e a Fatty Arbuckle, per citarne solo alcuni) ed egli stesso si era esibito in abiti femminili anche in Polidor vedova allegra (Pasquali e C., 1914). Tuttavia c’è qualcosa, in questa seconda versione di Polidor cambia sesso, che sfugge alla comicità in superficie. Certo, nel contesto dell’Italia degli anni Dieci, non sarebbe realistico parlarne come di un film dalle intenzioni progressiste… o forse sì? In fin dei conti ci propone un matrimonio omosessuale, in tempi non sospetti.
Il montaggio, come nella maggior parte delle comiche italiane del muto, non raggiunge il ritmo delle prove americane di Mack Sennett, ma si evidenzia già una certa varietà di campi (dal campo medio alla figura intera, dalla mezza figura al mezzo primo piano) e Polidor – con la mimica da saltimbanco che gli è propria – dinamizza il singolo quadro, bilanciando così la relativa staticità del montaggio.
In una manciata di minuti Ferdinand Guillaume diverte, e insieme stupisce per la sua modernità. – Elisa Uffreduzzi
POLIDOR CAMBIA SESSO (IT 1918)
regia/dir: Ferdinand Guillaume.
cast: Ferdinand Guillaume (Polidor), Matilde Pratolongo, Olga Capri, Alfredo Martinelli (Martino).
prod: Tiber Film.
v.c./censor date: 01.05.1918, orig. l: 436 m.
copia/copy: 35mm, 376 m., 20′ (16 fps), imbibito/tinted; did./titles: ITA.
fonte/source: La Cineteca del Friuli, Gemona.
Preservazione da un nitrato donato da/Preservation from a nitrate print donated by Aldo Predonzan.