THE GOOD IN THE WORST OF US

THE GOOD IN THE WORST OF US (US 1915)
(Haar verleden vergeten)
William J. Humphrey

Elizabeth R. Carpenter, denominata talvolta nei titoli E. R. Carpenter, vendeva soggetti e sceneggiature a varie case cinematografiche, tra cui Vitagraph, Kalem, Selig, Edison e Lubin. Ricostruire la storia della sua vita prima del 1913, quando la rivista Reel Life (30 settembre 1913) ne parlava come di un’autrice affermata, è un compito impegnativo. Il primo racconto da lei pubblicato, a quanto ci risulta, è “The Dean’s Checkmate”, che vinse il concorso settimanale del New York Evening Telegram (e apparve su quel giornale il 13 gennaio 1910); un assegno della Triangle Film Corporation, ora conservato nella collezione Harry E. Aitken della Cinémathèque française, staccato il 23 novembre 1912 quale pagamento per una sceneggiatura intitolata “A Chase for a Fairy” (non si conosce un film con lo stesso titolo), indice a ipotizzare che ella abbia colto i primi successi prima di quanto si pensasse finora. L’anno successivo Elizabeth aveva già venduto alcuni soggetti alla Reliance Film Company, e in questo periodo il nome “E. R. Carpenter” appariva periodicamente sulla stampa in relazione ai soggetti da lei inviati alla Photoplay Clearing House, un’organizzazione che correggeva, commercializzava e vendeva copioni.
La rubrica “Photoplay Authors” curata da William Lord Wright sul New York Dramatic Mirror menziona più volte Carpenter, e nel 1914 segnala che ella aveva dichiarato di vendere in media più di tre copioni al mese, aggiungendo di vendere più sinossi che copioni completi, poiché le prime venivano pagate allo stesso prezzo e occorreva meno tempo per scriverle. Nel 1914 la popolarità di Elizabeth era tale che il suo nome comparve sui manifesti di Widow of Red Rock della Vitagraph; nel 1915 Motion Picture News, parlando di Rooney’s Sad Case, la commedia di Sidney Drew da lei scritta, la elogiava per la versatilità (11 dicembre 1915). Carpenter, che risiedeva nel New Jersey, scomparve dai riflettori nel 1919, dopo essere stata citata per l’ultima volta nei titoli di The Quickening Flame della World Pictures, di cui aveva scritto il soggetto.
Il 1915 fu indubbiamente l’anno più denso di impegni della sua carriera; sono attribuibili a lei 11 film oggi noti, tra cui The Good in the Worst of Us. Identificato nel seminario “Mostly Lost” del 2014 svoltosi in Virginia, a Culpeper, il film fu girato in parte nel Prospect Park di Brooklyn, e ci offre un’immagine del melodramma nella prima era del muto, che era debitore di gran parte del suo sviluppo alle sceneggiatrici, come nota Jane Gaines in Pink-Slipped (2018).
In The Good in the Worst of Us gli elementi melodrammatici in gioco – gli equivoci, l’importanza della fiducia, il ritorno della pace e della virtù tramite la morte – costituiscono gli spunti da cui si dipana la trama. Una donna fugge dal criminale con cui convive, poi sposa un agricoltore e conduce una vita serena. Ma il passato ritorna: il malvivente, dopo aver svaligiato una casa e ucciso un uomo, la minaccia e la convince, pur riluttante, a rubare il denaro del marito per aiutarlo. Ella è scoperta mentre aiuta il delinquente e durante una sparatoria è colpita dalla polizia, nella svolta culminante della trama. La sceneggiatura di Carpenter gioca brillantemente con le attese del pubblico; tiene nascoste a noi e al marito/agricoltore informazioni essenziali fino all’ultimo, quando apprendiamo che le intenzioni della donna erano pure: ritorna così la pace e la famiglia si riunisce.
Il regista William J. Humphrey (1875-1952) acquistò dapprima notorietà per aver incarnato Napoleone sul palcoscenico, cosa che nel 1908 indusse la Vitagraph a ingaggiarlo per interpretare Bonaparte e altre figure storiche. Nel 1910 stava già dirigendo film per quella casa di produzione; rimase alla Vitagraph fino al 1917, quando iniziò a lavorare per altri studios. Nel 1919 Moving Picture World riferì che egli aveva fondato una propria società, la Humphrey Picture Corporation (22 febbraio 1919), anche se l’unico film annunciato, Atonement, fu poi distribuito come produzione della Pioneer Film. Humphrey continuò a recitare per parecchio tempo, dopo aver abbandonato la carriera di regista e sceneggiatore. – <mc>Olivia Hărşan, María Hernández, John Jacobsen</mc>
Elizabeth R. Carpenter, denominata talvolta nei titoli E. R. Carpenter, vendeva soggetti e sceneggiature a varie case cinematografiche, tra cui Vitagraph, Kalem, Selig, Edison e Lubin. Ricostruire la storia della sua vita prima del 1913, quando la rivista Reel Life (30 settembre 1913) ne parlava come di un’autrice affermata, è un compito impegnativo. Il primo racconto da lei pubblicato, a quanto ci risulta, è “The Dean’s Checkmate”, che vinse il concorso settimanale del New York Evening Telegram (e apparve su quel giornale il 13 gennaio 1910); un assegno della Triangle Film Corporation, ora conservato nella collezione Harry E. Aitken della Cinémathèque française, staccato il 23 novembre 1912 quale pagamento per una sceneggiatura intitolata “A Chase for a Fairy” (non si conosce un film con lo stesso titolo), indice a ipotizzare che ella abbia colto i primi successi prima di quanto si pensasse finora. L’anno successivo Elizabeth aveva già venduto alcuni soggetti alla Reliance Film Company, e in questo periodo il nome “E. R. Carpenter” appariva periodicamente sulla stampa in relazione ai soggetti da lei inviati alla Photoplay Clearing House, un’organizzazione che correggeva, commercializzava e vendeva copioni.

La rubrica “Photoplay Authors” curata da William Lord Wright sul New York Dramatic Mirror menziona più volte Carpenter, e nel 1914 segnala che ella aveva dichiarato di vendere in media più di tre copioni al mese, aggiungendo di vendere più sinossi che copioni completi, poiché le prime venivano pagate allo stesso prezzo e occorreva meno tempo per scriverle. Nel 1914 la popolarità di Elizabeth era tale che il suo nome comparve sui manifesti di Widow of Red Rock della Vitagraph; nel 1915 Motion Picture News, parlando di Rooney’s Sad Case, la commedia di Sidney Drew da lei scritta, la elogiava per la versatilità (11 dicembre 1915). Carpenter, che risiedeva nel New Jersey, scomparve dai riflettori nel 1919, dopo essere stata citata per l’ultima volta nei titoli di The Quickening Flame della World Pictures, di cui aveva scritto il soggetto.
Il 1915 fu indubbiamente l’anno più denso di impegni della sua carriera; sono attribuibili a lei 11 film oggi noti, tra cui The Good in the Worst of Us. Identificato nel seminario “Mostly Lost” del 2014 svoltosi in Virginia, a Culpeper, il film fu girato in parte nel Prospect Park di Brooklyn, e ci offre un’immagine del melodramma nella prima era del muto, che era debitore di gran parte del suo sviluppo alle sceneggiatrici, come nota Jane Gaines in Pink-Slipped (2018).
In The Good in the Worst of Us gli elementi melodrammatici in gioco – gli equivoci, l’importanza della fiducia, il ritorno della pace e della virtù tramite la morte – costituiscono gli spunti da cui si dipana la trama. Una donna fugge dal criminale con cui convive, poi sposa un agricoltore e conduce una vita serena. Ma il passato ritorna: il malvivente, dopo aver svaligiato una casa e ucciso un uomo, la minaccia e la convince, pur riluttante, a rubare il denaro del marito per aiutarlo. Ella è scoperta mentre aiuta il delinquente e durante una sparatoria è colpita dalla polizia, nella svolta culminante della trama. La sceneggiatura di Carpenter gioca brillantemente con le attese del pubblico; tiene nascoste a noi e al marito/agricoltore informazioni essenziali fino all’ultimo, quando apprendiamo che le intenzioni della donna erano pure: ritorna così la pace e la famiglia si riunisce.
Il regista William J. Humphrey (1875-1952) acquistò dapprima notorietà per aver incarnato Napoleone sul palcoscenico, cosa che nel 1908 indusse la Vitagraph a ingaggiarlo per interpretare Bonaparte e altre figure storiche. Nel 1910 stava già dirigendo film per quella casa di produzione; rimase alla Vitagraph fino al 1917, quando iniziò a lavorare per altri studios. Nel 1919 Moving Picture World riferì che egli aveva fondato una propria società, la Humphrey Picture Corporation (22 febbraio 1919), anche se l’unico film annunciato, Atonement, fu poi distribuito come produzione della Pioneer Film. Humphrey continuò a recitare per parecchio tempo, dopo aver abbandonato la carriera di regista e sceneggiatore.Olivia Hărşan, María Hernández, John Jacobsen

THE GOOD IN THE WORST OF US (US 1915)
(Haar verleden vergeten)
 

regia/dir: William J. Humphrey.
scen: Elizabeth R. Carpenter.
cast: Harry [T.] Morey (il contadino/the farmer [E.L. Lee]), Carolyn Birch (sua moglie/the farmer’s wife [Minnie]), Gladden James (malvivente/the criminal [Jim Colby]), Mary Maurice (moglie dell’uomo assassinato/wife of the murdered man). prod: Vitagraph.
uscita/rel: 26.08.1915.
copia/copy: incompl., 35mm, 268 m. [879 ft., orig. l. 1,000 ft.], 13’06” (18 fps); ; did./titles: NLD.
fonte/source:
Eye Filmmuseum, Amsterdam.

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