DER STOLZ DER FIRMA

DER STOLZ DER FIRMA
[L’orgoglio della ditta]
Carl Wilhelm (DE 1914)

Il padre di Ernst Lubitsch era proprietario di una sartoria a Berlino; il figlio vi fu assunto come apprendista, nell’ipotesi che un giorno avrebbe rilevato l’azienda di famiglia. Ma Ernst Lubitsch voleva fare l’attore. Molte delle prime commedie in cui egli compare non sono dirette da lui, ma alludono alla sua storia personale. La trama si svolge in case di moda in cui Lubitsch, commesso goffo ma abile, cerca di sfuggire alle fatiche del lavoro, affascina le clienti e infine impressiona i superiori con la sua impertinenza e l’atteggiamento da simpatica canaglia. Anche i nomi dei personaggi riecheggiano le origini ebraiche della figura incarnata da Lubitsch: Moritz Abramowsky, Siegmund Lachmann, Sally Pinkus, Sally Katz.
“Spesso si è detto che la gente non ama i film ambientati in un milieu ebraico; è un punto di vista insostenibile. Se un film del genere suscita disapprovazione, ciò avviene unicamente a causa di una rappresentazione inadatta all’umorismo ebraico, e in tal caso l’artista avrebbe fatto meglio a lasciar perdere, oppure per quel tipo di plateale esagerazione che nuoce a qualsiasi forma di rappresentazione artistica e ne compromette l’effetto. L’umorismo ebraico, ovunque si manifesti, è gradevole e artistico, e ha in qualsiasi contesto una parte tanto importante, che sarebbe ridicolo volerne privarne il cinema” (Ernst Lubitsch, in una conversazione con Julius Urgiß, Der Kinematograph, 30.08.1916).
Der Stolz der Firma è una variante del film Die Firma heiratet, che il regista Carl Wilhelm e gli sceneggiatori Jacques Burg e Walter Turszinsky avevano realizzato l’anno precedente con Lubitsch nel ruolo del protagonista. La prima del film ebbe luogo il 30 luglio 1914, ma a causa dello scoppio della guerra la distribuzione nelle sale tedesche dovette attendere il giugno del 1915.
Nei titoli di apertura Lubitsch è presentato come la star del film: “Ernst Lubitsch, Deutsches Theater Berlin, interprete del ruolo eponimo”. Nei rulli 2 e 3 gli sponsor dell’opera sono oggetto di una pubblicità sfacciata: “Tutti gli abiti sono stati confezionati dagli atelier della ditta Glaser & Goetz di Berlino. I cappelli sono della ditta Auguste Münzer di Berlino”. Alla fine del film, che segue l’inesorabile ascesa dell’apprendista fino alla carica di direttore generale di una casa di moda (“Molti sono i chiamati … ma solo pochi non chiamati sono i prescelti!”), uno split-screen illustra con estrema chiarezza la metamorfosi del protagonista: Lubitsch “prima e dopo”, il maldestro apprendista campagnolo dal vestito troppo stretto e l’uomo d’affari di successo con baffi e abiti eleganti.
Dopo la prima a inviti, il 1° agosto 1914 Lichtbild-Bühne scrisse: “Così, in tre atti e un epilogo …, tutto ciò che è originale e caratteristico, e rende tanto interessante l’ambiente di Hausvogteiplatz è passato sullo schermo. Le deliziose didascalie danno sapore all’intera vicenda, e le divertenti idee musicali del direttore Glücksmann la sottolineano abilmente con estrema finezza e umorismo; … gli artisti del cinema Marthe Kriwitz, Victor Arnold e Albert Paulig fanno corona a Lubitsch con talento, allegria e buon gusto. Che il tentativo sia riuscito, lo dimostra il successo del film: nonostante il pericolo di guerra, le tasse di censura, il calo dei prezzi e la mancanza di denaro, le risate sono state allegre, spensierate e ininterrotte”.
Oggi ha un interesse speciale la descrizione del quartiere berlinese della moda e delle sartorie, che tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo gravitava intorno a Hausvogteiplatz.

Stefan Droessler

regia/dir: Carl Wilhelm.
scen: Jacques Burg, Walter Turszinsky.
photog: Friedrich Weinmann.
cast: Ernst Lubitsch (Siegmund Lachmann), Martha Kriwitz (Lilly Maass), Victor Arnold (J. C. Berg), Albert Paulig (Charly Forst) , Alfred Kühne (Herr Hoffmann), Hugo Döblin.
prod: Paul Davidson, Projektions-AG “Union” [PAGU], Berlin.
uscita/rel: 30.07.1914 (UT Friedrichstraße, Berlin).
copia/copy: 35mm, 1258 m., 68′ (16 fps); did./titles: GER.
fonte/source: DFF – Deutsches Filminstitut & Filmmuseum, Frankfurt; Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung, Wiesbaden.

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