DESMET COLLECTION 2019

DESMET COLLECTION 2019
a cura di Elif Rongen-Kaynakçi

I gemelli
Come sempre avviene per i programmi Desmet delle Giornate, i film che abbiamo selezionato in base al tema proposto quest’anno affrontano l’argomento da vari punti di vista, e non siamo stati certo rigidi nello stabilire ciò che poteva rientrare nella nostra categoria. Nel caso dei “gemelli” l’errore di identità è un elemento essenziale sia per le commedie che per i drammi. In un film la stessa attrice interpreta il duplice ruolo di due sorelle (Lois Weber in The Twins); ma nel caso di Mixed Identities, le interpreti sono le due autentiche gemelle Alice ed Edna Nash. Abbiamo anche inserito un delizioso film dedicato alla danza, interpretato dalle sorelle Guy (Edmonde, Christiane e Marie), che non erano affatto gemelle ma spesso si acconciavano in modo da sembrare identiche, seguendo forse l’esempio delle famose Dolly Sisters, con cui condivisero il palcoscenico nel 1923 al Café des Ambassadeurs di Parigi.

WHY PAPA CAN’T SLEEP  (US 1896? GB 1898?)
regia/dir: William K. L. Dickson?. photog: William K.L. Dickson?, asst. Emile Lauste?. cast: ?. prod: American Mutoscope Co.? uscita/rel: 12.1896 (orig. vers.). copia/copy: 35mm, 63 ft., 53″ (18 fps); senza did./no titles. fonte/source: EYE Filmmuseum, Amsterdam.
Riluttante e infastidito, un padre si prende cura dei suoi tre gemelli, mentre la moglie incollerita ritorna a dormire. Secondo quanto afferma Paul Spehr in The Man Who Made Movies: W.K.L. Dickson (2008), il regista e il suo giovane assistente operatore Emile Lauste girarono questo film a New Haven, nel Connecticut, utilizzando per la prima volta, in una comica dell’American Mutoscope, oggetti di scena teatrali. Tuttavia, siccome nei documenti per il copyright della versione americana del 1896 è citata la presenza di un solo bebè, il fatto che qui ce ne siano tre induce a pensare che questo possa essere un remake realizzato dalla filiale inglese della Mutoscope. La copia dell’EYE è il duplicato di un originale a 68mm conservato nell’archivio.

Elif Rongen-Kaynakçi

Per quanto riguarda la versione del 1896, Why Papa Can’t Sleep  fu realizzato quasi sicuramente su suggerimento di S.Z. Poli, proprietario e dirigente del Poli’s Wonderland Theater di New Haven. Il proiettore Biograph da 68mm … sostituì il Cinematograph dei Lumière da Poli’s nel novembre 1896 e vi restò in uso ben oltre il 1900. … Poli, sembra, chiese alla American Mutoscope Co. di filmare qualche ripresa a New Haven, in modo che i suoi spettatori potessero vedersi sullo schermo. Dickson arrivò in novembre e girò parecchi film, tra cui le sequenze della squadra di football di Yale durante un allenamento. Venne di nuovo in dicembre, portando con sé per la prima volta Emile Lauste … [che] fu quasi sicuramente l’operatore.
Poco prima di Natale si trovavano a New Haven; Emile Lauste ricorda di aver filmato parecchie scene di paesaggi innevati in un clima freddissimo. Girarono però anche due comiche, Why Papa Can’t Sleepe The Prodigal’s Return, 3 A.M. Non abbiamo informazioni sul luogo in cui furono effettuate le riprese, ma è probabile che siano state realizzate all’aperto nei pressi del teatro. Per impressionare la pellicola alla velocità di 30 piedi al secondo era necessaria una luce molto forte, e perciò si girava all’aperto, intorno a mezzogiorno, quando il sole illuminava completamente la scena. Si dice che le scene siano state filmate nel vicolo dietro il teatro, ma non ne ho trovato conferma. Oggetti di scena, costumi, e con ogni probabilità anche gli interpreti provenivano dal palcoscenico. Si tratta quindi, quasi certamente, di sketch comici tratti dal programma del Poli’s Wonderland. … [G]li interpreti rimangono ignoti. Sono queste le prime comiche realizzate dall’American Mutoscope.

Paul Spehr (e-mail a Jay Weissberg, 14.09.19)

MIXED IDENTITIES  (US 1913)
regia/dir: William Humphrey. scen: Eliza G. [Graham] Harral. cast: Wally Van (Lothario Redman [Mr. Redmond]), Alice Nash (Alice), Edna Nash (Edna), William Humphrey (Sparkins Carter [Mr. Freddy]), Rose Tapley (la madre dei gemelli/the twins’ mother). prod: Vitagraph. uscita/rel: 21.04.1913. copia/copy: 35mm, 700 ft. (orig. 700 ft.), 9’55” (18 fps); did./titles: NLD. fonte/source: EYE Filmmuseum, Amsterdam (Desmet Collection).
Questa commedia basata sullo scambio di identità era, a quanto sembra, abitualmente rappresentata dalle gemelle identiche Alice ed Edna Nash, che lavorarono esclusivamente per la Vitagraph. Qui le vediamo nei panni di due stenografe i cui galanti principali sono amici; ciascuno dei due invita la propria dipendente al ristorante, dove le accuse si sciolgono in allegria dal momento che nessuno dei due uomini è in grado di distinguere una gemella dall’altra. Secondo la stampa dell’epoca, neppure il personale dello studio era in grado di distinguere tra loro le sorelle Nash; la coppia cadde nell’oblio dopo aver partecipato allo stravagante spettacolo teatrale Good Timesdi Charles Dillingham (1920), in cui la loro esibizione si affiancava a vari altri numeri eseguiti da sorelle.
Ben poco sappiamo della sceneggiatrice Eliza Graham Harral (1872-1938), cui sono accreditati vari titoli Vitagraph realizzati nel 1913. Il regista e attore William Humphrey (1875-1942) fu invece attivo da entrambi i lati della macchina da presa per alcuni decenni, anche se, a quanto risulta, dopo il 1920 abbandonò la regia per proseguire unicamente la carriera di attore, fino a poco tempo prima della morte. Mixed Identitiesfu distribuito abbinato a un altro mezzo rullo, Gala Day Parade, Yokahama, Japan.

Elif Rongen-Kaynakçi

THE TWINS (US 1911)
regia/dir: Lois Weber, Phillips Smalley?, Edwin S. Porter?. scen: Lois Weber?. cast: Lois Weber (Miss Golden, la gemella ricca/the wealthy twin; Lucy Norton, the seamstress twin), Phillips Smalley (Jack Golden), Joe Engel (Richard Golden, wealthy shirtwaist manufacturer), Miss Hohlfeld (stenographer). prod: Edwin S. Porter, Rex. uscita/rel: 15.06.1911. copia/copy: DCP, 15′, col.   (da/from 35mm, 299 m./981 ft., imbibito/tinted); did./titles: ENG. fonte/source: EYE Filmmuseum, Amsterdam (Desmet Collection).
Recentemente riscoperto da Elif Rongen-Kaynakçi nella collezione Desmet dell’EYE, Twins(talvolta denominato The Twins) è una delle più antiche copie superstiti del primo periodo di Lois Weber alla Rex. Lois interpreta due gemelle separate alla nascita. Una viene adottata da una ricca e privilegiata famiglia in cui è “viziata dal denaro”, come si espresse un osservatore contemporaneo. L’altra è adottata da una sarta vedova e deve subire una vita di “fatiche e privazioni”. Benché le loro vicende parallele mettano chiaramente in rilievo le ingiustizie di classe, le due donne sono unite, pur senza inizialmente conoscersi, dalla loro sfida all’autorità patriarcale. La sorella ricca rifiuta i privilegi di classe  – e le pressioni che vorrebbero indurla a sposare il fratello adottivo – preferendo una relazione proibita con l’autista di famiglia. La sua gemella diventa la principale organizzatrice sindacale nella fabbrica di camicie posseduta dal padre della sorella ricca. Quando si reca a un incontro per esigere condizioni di lavoro migliori, insorgono complicazioni.
“Il lavoro era duro, molto duro”: così Lois Weber rievocò in seguito il periodo passato alla Rex. Nell’autunno del 1910 ella era entrata, insieme al marito Phillips Smalley, nella società appena fondata da Edwin S. Porter, iniziando a lavorare nel primo film che questa produsse, A Heroine of ’76. Inizialmente accreditati solo come attori, marito e moglie furono anche (come risulta chiaramente da testimonianze successive) i co-registi  di quasi tutti i propri film, sulla base di sceneggiature scritte dalla stessa Lois;  all’apice della loro produttività realizzavano un film alla settimana. Il talento narrativo di Weber spicca anche in Twins, che è uno dei primi film, ed emergono con altrettanto rilievo il suo impegno a favore della giustizia sociale e l’interesse per figure non convenzionali di donne che si pongono come agenti di cambiamento, nella propria vita e in quella degli altri. Oltre che per un abile uso del montaggio incrociato che sottolinea le “differenti posizioni nella vita” delle due gemelle, il film si distingue anche per l’elegante composizione delle inquadrature in cui l’azione si struttura su piani multipli, in modo da mettere in rilievo gli sguardi che alcuni dei personaggi si scambiano, non veduti dagli altri: sono tutti segni caratteristici dei film che Lois avrebbe diretto nel corso della sua trentennale carriera, dei cui inizi Twinsci offre un primo, affascinante bagliore.

Shelley Stamp

HELLO SAILOR (Nog Zoo’n Zeeman – En De Vloot Vergaat!!) (US 1927)
regia/dir: Mark Sandrich. photog: Jay Turner. cast: Lupino Lane, Wallace Lupino, Charlene Aber, Minniela Aber, Petey the dog. prod: E.W. Hammons, Lupino Lane Comedies, Educational Pictures. dist: Educational Film Exchange. uscita/rel: 25.12.1927. copia/copy: 35mm, 1463 ft. (2 rl.), 21’48” (18 fps); did./titles: NLD. fonte/source: EYE Filmmuseum, Amsterdam.
Due marinai – interpretati dai fratelli Lupino Lane e Wallace Lupino – ricevono lettere d’amore, ma ignorano che le autrici sono due gemelle, e ne derivano situazioni spassose: ecco la trama di questa slapstick comedy di successo, che porta alla ribalta il comico britannico Lane, attivo nel cinema statunitense sin dal 1921 (due delle sue commedie britanniche figurano nel programma 2 della sezione “Origini della slapstick comedy europea”). Le gemelle questa volta sono Charlene (talvolta Charline) e Minniela (talvolta Arline) Aber, una coppia di sorelle cantanti, ballerine e violiniste che avevano esordito nel vaudeville prima di interpretare alcuni film; poco dopo, con il nome di Gemelle Aber, le due tornarono sui palcoscenici ove continuarono la loro carriera fino alla metà degli anni Trenta, fra l’altro partecipando, a Broadway, al cast del musical Smiles(1930), gremito di stelle tra cui Marilyn Miller e Fred e Adele Astaire. Un collegamento ancora più stretto con Astaire è quello del regista Mark Sandrich, che esordì con la Fox nel 1926 ma naturalmente è famoso soprattutto per alcuni dei classici musical della coppia Fred Astaire-Ginger Rogers, come The Gay Divorceee Top Hat. Quanto a Hello Sailor, il Film Daily(11.12.1927) commentò: “Con questo non si può sbagliare”.

Elif Rongen-Kaynakçi, Jay Weissberg

[PARIJSCHE REVUE ATTRACTIES NO. 1] [Parisian Revue Attractions No. 1] (FR 1926)
regia/dir: ?. photog: ?. cast: Edmonde Guy, [Ernst (Ernest/Edmond)] Van Duren, Christiane Guy, Marie Guy, Hasoutra. prod: Alex Nalpas, Les Films A.N.C. uscita/rel: ?. copia/copy: 35mm, 231 m., 11′ (18 fps); did./titles: NLD. fonte/source: EYE Filmmuseum, Amsterdam.
Attualmente non siamo in grado di indicare il titolo originale del film catalogato con il titolo di distribuzione olandese, Parijsche Revue Attracties; alla fine di dicembre del 1925, però, la stampa francese annunciava l’imminente apparizione di una serie, realizzata da Les Films A.N.C. di Alex Nalpas, in cui figuravano star della danza popolarissime nella Parigi dell’epoca. La prima uscita di questo gruppo conteneva quattro numeri, di cui solo tre sono sopravvissuti: Edmonde Guy e Van Duren in “Danse du Faune,” eseguita al Moulin Rouge; le sorelle Guy delle Folies Bergère che danzano sulla musica della canzone di Gene Buck e Dave Stamper “That Broadway Indian of Mine”; e Mlle. Hasoutra del New Monico nella sua famosa “Danse du Serpent,” sull’aria della “Danse Indienne” di L. Hiller (ma il compositore era più probabilmente Ferdinand Hiller). Le didascalie contengono numerosi errori: le sorelle Guy provenivano dal Palace, non dalle Folies Bergère, e Hasoutra in quel periodo si esibiva al Casino de Paris, non al New Monico. Dalla nostra copia manca un numero di danza  eseguito da Tamara Gamsakourdia e Alexandre Demidoff con una scenografia futurista.
Oggi Edmonde Guy (che era nata nel 1903, e il cui vero nome era Eugénie Goubé) è ricordata soprattutto come musa ispiratrice del pittore Kees van Dongen, oltre che per la sua interpretazione del personaggio eponimo nel film Princess Mandanedi Germaine Dulac; in realtà ella fu una diva della danza dalla notorietà sensazionale, e le sue avventure furono seguite dalla stampa di tutto il mondo. A quanto risulta, la sua prima esibizione teatrale insieme a Ernst (talvolta chiamato Ernest o Edmond) Van Duren risale al 1921; la coppia divenne  una grande attrazione sia in Europa che negli Stati Uniti, ove Florenz Ziegfeld li ingaggiò per Palm Beach Nights(1926). Nei titoli, il danzatore veniva di solito indicato semplicemente come Van Duren – secondo la stampa dei Paesi Bassi egli era un ungherese di origine olandese – e la sua bellezza efebica fu spesso sottolineata; un’inconfondibile effeminatezza è certo evidente nella danza cui assistiamo in questo film. Sullo schermo, egli apparve insieme a Edmonde in Klovnendi A.W. Sandberg, oltre che nel film di Germaine Dulac; alla fine si tolse la vita nel 1930. Secondo le clamorose notizie circolate a quel tempo, la fine di un legame sentimentale con Edmonde lo aveva gettato nella depressione, ma è assai più probabile che egli avesse una relazione con il ballerino americano Jack Forrester, che trovò il cadavere. Edmonde Guy proveniva da una famiglia di artisti del palcoscenico: oltre alle sorelle Christiane e Marie, che qui vediamo danzare sulle note di una canzone scritta per le Ziegfeld Folliesdel 1923, c’era il fratello minore Paul (1912-1979), che divenne un famoso coreografo e (con il suo autentico cognome Goubé) fondò una scuola di danza. Secondo Ciné-Journal(14.04.1923), Stéphane Passet avrebbe dovuto filmare un’esibizione delle sorelle Guy e di Van Duren usando il procedimento 3-D sperimentale di  César Parolini, ma non è sicuro che tali riprese siano mai state effettuate. Christiane e Marie danzarono con il fratello almeno fino al 1937, e Edmonde apparve per l’ultima volta alle Folies Bergère nel 1944. Non conosciamo le date di morte delle sorelle.
Nell’ultimo numero ammiriamo la danzatrice americana Hasoutra (talvolta Hassoutra), il cui vero nome era Ryllis Barnes (1898-1978). Specializzata in danze dell’India e dell’Estremo Oriente, viaggiò a lungo in Asia, e a partire dai primi anni Venti – dopo aver destato grande sensazione a Parigi e a Londra – portò le sue sensuali performance sui palcoscenici di Broadway e del vaudeville. Una delle sue danze orientaleggianti fu inserita nel cortometraggioStarland Revue, No. 1della Robertson-Cole (1922), ed ella comparve anche accanto al leggendario clown Grock in Son premier film(1926; proiettato alle Giornate di quest’anno nel programma 5 della sezione sulla slapstick comedy europea). Secondo il necrologio pubblicato sul New York Times, tra il 1920 e il 1950 Hasoutra effettuò quattro tournée mondiali con la sua compagnia; poi entrò al Dipartimento di Stato degli USA, dove lavorò come funzionaria per gli affari esteri fino al 1972.

Elif Rongen-Kaynakçi, Jay Weissberg

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