JOAN THE WOMAN

JOAN THE WOMAN
(Giovanna D’Arco)
Cecil B. DeMille (US 1916)

Prima mondiale del restauro 2019

Joan the Woman è il risultato della quarta collaborazione fra Cecil B. DeMille e la cantante lirica Geraldine Farrar. È l’unico film da lei realizzato durante la sua seconda stagione di attività in California; le riprese furono effettuate dal 19 giugno al 7 ottobre 1916. La sceneggiatura fu scritta da Jeanie Macpherson e dallo stesso DeMille, grande ammiratore del romanzo di Mark Twain Personal Recollections of Joan of Arc (1896).  Questo è anche il terzo film di Farrar con il co-protagonista Wallace Reid, che interpreta il doppio ruolo di un gentiluomo del quindicesimo e del ventesimo secolo, Eric Trent.
Nella sua disincantata recensione al film su The New Republic (28 aprile 1917), Vachel Lindsay coglie la combinazione di afflato romantico e virilità nell’interpretazione di Farrar, osservando che “il film della Lasky trasforma [Giovanna] in una Venere in uniforme”, definendo “leziosa” l’interpretazione di Reid. Come prevedibile, il film ritrae i personaggi maschili con connotati negativi: Giovanna è circondata da uomini incompetenti, vigliacchi e assetati di sangue, che accolgono l’eroismo e lo spirito di sacrificio femminile con derisione e crudeltà. In esso si suggerisce che Giovanna ha ogni diritto di esigere il sacrificio di Eric in una missione suicida nel 1916 come penitenza per la perfidia degli inglesi nel 1431, ma i loro peccati sembrano attribuiti al debole e meschino Eric così come ai nobili britannici del Quattrocento. Nel presentare Giovanna come colei che richiede agli uomini una dedizione almeno pari alla sua, il film mette in evidenza un fascino per la forza muliebre durante il periodo bellico, forse per compensare il comportamento “effeminato” degli uomini nelle trincee (nel prologo vediamo un soldato che si punge un dito mentre rammenda un calzino). Questa Giovanna del grande schermo potrebbe essere sì la vittima della collusione fra maschi, ma la “schietta ragazza di campagna” impersonata da Farrar è anche un uomo migliore di tutti quelli che la circondano: è coraggiosa, leale, onesta, e sa amare castamente, una qualità qui presentata come squisitamente femminile. In una delle immagini più potenti del film, essa è presentata come un Cristo del quindicesimo secolo, crocifisso all’ombra di un fiore di giglio.
Come ci si potrebbe aspettare da DeMille, il film è un’impressionante occasione di spettacolo, in questo caso soprattutto lo spettacolo della guerra, nel tempo presente così come nelle epoche passate. Benché ciò appaia come un pretesto per glorificare l’ambizione militare maschile, le sofferenze fisiche ed emotive di Giovanna suggeriscono invece che la guerra è un fenomeno squisitamente autopunitivo. Molti resoconti sulla riprese del film alludono agli sforzi fisici necessari alla lavorazione: nonostante la sua enorme importanza per la società di produzione in quanto diva del teatro d’opera degli anni Dieci, in molte occasioni Farrar dovette sottoporsi ad azioni spiacevoli e rischiose. L’assalto a La Tourelle le impose una buona dose di ruvido contatto fisico con le comparse dell’esercito francese e inglese; nonostante la sua innata paura dei cavalli, Farrar girò alcune scene in sella finché fu sostituita da una controfigura; e nella sequenza del rogo ci furono pericoli, anche molto seri. Affettuosamente soprannominata “la nostra Gerry”, Farrar partecipò alla lavorazione con entusiasmo e spirito di collaborazione, nonostante la sua statura di diva. I suoi stretti rapporti con la Germania, dove aveva studiato canto prima della guerra (e dove pare avesse avuto una storia d’amore con il principe Guglielmo) resero la sua partecipazione al progetto un’eloquente dimostrazione del suo patriottismo. A parte la recensione di Vachel Lindsay, il film ricevette commenti positivi, anche se la sua interpretazione sopra le righe e a spada tratta – che ricordavano alcune fra le sue robuste prestazioni sul palcoscenico – suscitarono ammirazione ma anche ostilità.
Durante la lavorazione di Joan the Woman la Famous Players-Lasky era in fase di consolidamento; una nuova società, la Cardinal Film Corporation, era stata istituita specificamente allo scopo di produrre e distribuire il film. Jesse Lasky sperava che l’uscita del film di D.W. Griffith Intolerance nel settembre 1916 avrebbe fatto da battistrada a quella di Joan the Woman, che fu presentato alla fine di dicembre del 1916. La lunghezza del film (le riviste d’epoca parlano di 11 bobine) fecero tuttavia sì che i suoi incassi furono inferiori alle aspettative, soprattutto nelle zone rurali degli Stati Uniti, e gli esercenti implorarono tagli al fine di aumentare gli introiti. DeMille accettò infine di accorciare la pellicola a otto bobine per la distribuzione su base statale, a condizione che il prologo e l’epilogo sulla guerra di trincea in Francia fossero lasciati intatti. Più avanti, al momento di affidare il film ai distributori indipendenti, il film dovette subire tagli ulteriori. Nel novembre 1917 il Moving Picture World scrisse che la filiale distributiva della Famous Players a Detroit avrebbe ridotto il film a “circa sei bobine”. Fu sottoposto a un’ennesima riduzione in Francia, dove il film contiene altri tagli, compresa l’eliminazione della storia-cornice a soggetto britannico.
Se Intolerance non è mai scomparso dagli schermi, Joan the Woman non è altrettanto noto, sebbene DeMille lo abbia considerato come una delle sue opere migliori, al punto da includerla nel 1923 nella sua lista dei sei migliori film nella storia del cinema; nel 1951 il film non era più nel suo elenco dei suoi dieci film preferiti (il fatto che ce ne fossero altri quattro diretti da lui stesso dimostra che la modestia non era il suo forte). Nonostante ciò, Joan the Woman fu ogni tanto riproposto all’attenzione degli appassionati negli anni a seguire: un saggio fotografico uscito nel 1930 su Screenland, “Roles the Stars Would Like to Play” (“I ruoli che le stelle del cinema vorrebbero interpretare”) contrappose un’“eterea” Loretta Young alla più robusta ed energetica Farrar. All’epoca dell’uscita del film su Giovanna d’Arco diretto nel 1948 da Victor Fleming, con Ingrid Bergman nel ruolo della protagonista, Variety definì la versione di DeMille come la migliore “saga di Giovanna” prodotta negli Stati Uniti fino a quel momento. Il film sarà comunque ricordato con ogni probabilità nel novero delle molte versioni della leggenda di Giovanna, o delle opere cinematografiche sull’esperienza della prima Guerra Mondiale.

Anne Morey

regia/dir: Cecil B. DeMille.
scen: Jeanie Macpherson.
photog: Alvin Wyckoff.
scg/des: Wilfred Buckland; art dept. supv: Samuel De Vall.
cost: Alpharetta Hoffman.
asst dir: Mr. Horwitz, Claude H. Mitchell, Starrett Ford, Cullen Tate.
lighting: Howard Ewing.
stunts: Leo Nomis.
cast: Geraldine Farrar (Joan of Arc), Raymond Hatton (Charles VII), Hobart Bosworth (General La Hire), Theodore Roberts (Cauchon), Wallace Reid (Eric Trent), Charles Clary (La Tremouille), James Neill (Laxart), Tully Marshall (L’Oiseleur), Larry Peyton (Gaspard), Horace Bernard Carpenter (Jacques d’Arc), Lillian Leighton (Isambeau), Marjorie Daw (Katherine), Stephen Gray (Pierre), Ernest Joy (Robert de Beaudricourt), John Oaker (Jean de Metz), Hugh B. Koch (Duke of Burgundy), William Conklin (John of Luxembourg), Walter Long (executioner), William Elmer (Guy Townes), Emilius Jorgensen (Michael), Cleo Ridgely (King’s favorite), Clarence H. Geldert (Colonel [prologo/prologue], Count Dunois [storia principale/main story]), Pomeroy Cannon, Fred L. Wilson, Ernest Butterworth.
prod: Jesse L. Lasky, Cardinal Film Corporation.
dist: Cardinal Film Corporation.
uscita/rel: 25.12.1916.
copia/copy: DCP, 148′ (da una copia 35mm in nitrato, imbibita e virata, con sequenze a colori realizzate con il sistema Handschiegl/from a 35mm tinted and toned nitrate positive with Handschiegl color sequences, 10,456 ft. [orig. 11 rl.], 18 fps; 19 fps per la battaglia delle torri nel rullo 7 / for the battle of the towers in Reel 7); did./titles: ENG.
fonte/source: George Eastman Museum, Rochester, NY.

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