KENO BATES, LIAR

KENO BATES, LIAR
(riedizione: The Last Card)
William S. Hart (US 1915)

Keno Bates, Liar è il penultimo dei 17 drammi in due bobine diretti e interpretati da Hart dall’inizio del suo contratto con Ince nel settembre 1914. Al pari degli altri suoi colleghi a Inceville, egli mantenne un serrato ritmo di lavorazione grazie alla struttura produttiva del suo datore di lavoro, completando all’incirca due film al mese con un team di fidati sceneggiatori e con i dettagliati copioni da essi preparati. E poi, come Hart scrisse nella sua autobiografia, “il West era proprio lì!”. Ciascun progetto, realizzato dai cinque ai dieci giorni di riprese per una somma compresa fra i mille e i duemila dollari, giungeva bell’e pronta ai distributori nell’impeccabile montaggio così tipico di Ince (Keno Bates, Liar fu girato fra il 6 e il 14 maggio 1915 per un costo di 1.998,14 dollari). La squadra di scrittori alle dipendenze di Ince offrì all’attore sulla cresta dell’onda una semplice formula che lui poteva trasformare in oro colato: una robusta sequenza western da integrare ai classici conflitti della tradizione melodrammatica del mezzo secolo precedente. Nelle mani di Hart, queste storie strutturate in maniera così compatta potevano trovare nuova linfa vitale in termini di caratterizzazione e ritmo drammaturgico.
Il film si apre su Hart nel ruolo di “Keno” Bates, l’impassibile e garbato giocatore d’azzardo reso celebre nell’opera narrativa di Bret Harte. L’attore e regista mostra qui la propria abilità nel destreggiarsi con gli ingredienti del metodo Inceville. Il ruvido e selvaggio panorama dell’azione è distintamente western, ma nel quadro di una storia d’amore esso assume connotati piacevolmente bucolici. Anche le scenografie sono concepite con estrema cura. Il saloon è qui un lindo locale, e la capanna del giocatore è tenuta in perfetto ordine. Hart controlla la propria interpretazione e quella del suo cast con polso sicuro. I personaggi di estrazione anglosassone recitano con stile lineare, mentre la messicana Anita può concedersi di recitare sopra le righe. Bates è un uomo d’affari di successo, nonché (in un topos narrativo molto inconsueto per Hart) buon amico del suo compare al Double Stamp Saloon, “Wind River”, interpretato con perizia da Herschel Mayall, un veterano di Inceville normalmente impiegato in ruoli di “cattivo” nei film di Hart. Bates si scrolla di dosso le attenzioni di Anita, la pupa del saloon (il ruolo è affidato alla rinomata vamp Louise Glaum). Forse c’era stato qualcosa di tenero fra loro in passato? Wind River ha ragione nel prevedere che questa vivace femmina sarà per Bates una fonte di guai.
Poco dopo, Bates e Wind River sono vittime di una rapina. In un villaggio senza sceriffo (poco prima ci avevano scherzato sopra), si lanciano a cavallo all’inseguimento dei rapinatori lungo irti colli e sentieri. Dopo una sparatoria con il giovane malvivente, Bates scopre sul suo cadavere un ciuffo di capelli e una lettera, che costituisce il fulcro del dramma. Una bella biondina, sorella orfana del bandito, sta arrivando nel West alla ricerca di un rifugio presso il fratello. Il giocatore d’azzardo, il suo compare e i loro scagnozzi del villaggio promettono di “raccontare bel po’ di fandonie” allo scopo di proteggere la signorina Doris, impedendole di scoprire la verità sulla sordida esistenza del fratello e sulla sua morte per mano di Bates.
Dopo questa promettente introduzione, la vicenda prosegue concentrandosi sulle due figure femminili, garantendo così l’interesse degli spettatori di entrambi i sessi. L’estrema cavalleria di Keno Bates, che offre a Doris la sua bella capanna, i proventi del gioco d’azzardo, il cavallo, e perfino il suo cinturone, fa nascere un idillio che però esiste più che altro nella sua mente. Le tenere attenzioni di Hart nei riguardi di Doris, sulle rive di un placido fiume o all’ingresso della capanna, la lasciano interdetta: che cosa può provare, in fondo, una zitella del New England nei riguardi di un proprietario di saloon, ancorché galante? Quando l’irrequieta Anita, folle di gelosia, rivela la responsabilità di Bates nella morte del fratello, Doris si ritrova in preda a un dilemma. Che fare di quest’uomo? La sua esitazione è inframmezzata a bellissime inquadrature di Bates intento a raccogliere fiori ai margini del fiume per la sua bella. La tensione drammatica cresce fino al decisivo colpo di scena. Hart incassa il colpo di pistola con forza d’animo e senza istrionismi di sorta, allontanandosi zoppicando appena un po’ (una recensione del Moving Picture World rivela la scena successiva, mancante dalla riedizione: Anita, che spiava la scena fuori dalla capanna, si dichiara di nuovo a Bates, che ancora una volta la respinge). L’amico Wind River interviene prima che Hart, gravemente ferito, possa allontanarsi a cavallo, e appare nel lieto fine per assistere il compagno, ferito ma sulla via della guarigione, con Doris come infermiera e fidanzata.

Diane Koszarski

regia/dir: William S. Hart.
sogg/story, scen: J. G. Hawks, Thomas H. Ince.
photog: Robert Doeran.
asst dir: Cliff Smith.
cast: William S. Hart (Keno Bates), Herschel Mayall (“Wind River”), Margaret Thompson (Doris Maitland), Louise Glaum (Anita), Gordon Mullen (Jim Maitland).
prod: New York Motion Picture Co., supv: Thomas H. Ince.
dist: Mutual/Kay-Bee.
uscita/rel: 27.08.1915.
copia/copy: 35mm, 1911 ft., 25′ (20 fps); did./titles: ENG.
fonte/source: Museum of Modern Art, New York.
Preserved by The Museum of Modern Art.

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