L’AMOUR ET L’ARGENT

L’AMOUR ET L’ARGENT
(US: Love and Fortune)
? (FR 1908)

Nella piazza deserta del paese, in un’atmosfera sospesa da medioevo fantastico, la fioraia Graziella aspetta l’arrivo dell’amato Ascanio. Lui però, protagonista en travesti dall’apparenza aggraziata ma dal carattere orgoglioso, non ne vuole sapere: ambisce a una vita da ricco e a una donna ricoperta di gioielli, non a ghirlande di fiori intrecciate dalla ragazza della porta accanto. Il suo desiderio sarà realizzato da una fata provvidenziale ma, come ammoniva Oscar Wilde, occorre stare attenti a ciò che si desidera, perché si potrebbe ottenerlo. E non meritarlo, alienandosi la simpatia degli dei e delle fate.
L’amour et l’argent è una favola edificante colorata con uno smagliante pochoir che, come spesso accadeva a quel tempo, punta il dito contro i supposti pericoli della mobilità sociale. Una storia che all’epoca fu giudicata capace di combinare con efficacia «un elemento di magia con gli aspetti più duri della realtà» (Moving Picture World). A realizzarla è la giovane ma evidentemente ambiziosa casa di produzione francese Lux Film, fondata solo due anni prima dal pioniere Henri Joly. Prestando attenzione non è difficile riconoscerne il marchio – la statua della libertà – incastonato nei ricchi décor degli interni.
La copia qui presentata è la preservazione di un positivo  nitrato con didascalie italiane, identificato da Eric Loné nel 2018. Alla Bibliothèque Nationale de France è conservata una sceneggiatura divisa in 15 tableaux  che svela piccole lacune della copia e probabili ripensamenti in corso di ripresa: per esempio il finale, qui ridotto a uno sbrigativo ricongiungimento a causa di un taglio a fine rullo, si prendeva in realtà tutto il tempo per mostrare le felicità coniugali della coppia riunita e prolifica (vorrete perdonare questo piccolo, prevedibile spoiler).
“C’est dans la médiocrité que se trouve le vrai bonheur”, comunque, è una massima che potrà andar bene come ammonimento morale ma non certo come riferimento formale: dal punto di vista cromatico  il film, malgrado alcuni passaggi decaduti, si presenta abbagliante per la ricchezza delle tinte, la finezza simbolica nell’uso del colore e la raffinatezza degli accostamenti. I rossi cupi, i verdi brillanti e il profondo blu notturno non sono mai scelti a caso: gli ambienti popolari sono resi con colori terrosi, in particolare con sofisticati nuances di marrone sul cui sfondo i personaggi si stagliano in maniera plastica. Il contrasto con la luminosità brillante (come l’oro!) della tavolozza utilizzata per rappresentare il palazzo e i suoi abitanti, offre un contraltare simbolico che non potrebbe essere più efficace. Il film fu distribuito in America con il titolo Love and Fortune in una versione tesa a ingentilire un po’ il carattere del protagonista maschile, almeno a giudicare dalle sinossi sulla stampa d’epoca: l’Ascanio d’oltreoceano è da sempre innamorato di Graziella e si concede l’avventura della ricchezza solo in sogno.

Stella Dagna

regia/dir: ?.
cast: ?.
prod: Lux Film.
copia/copy: 35mm, 170 m. (orig. 228 m.), 9′ (16 fps), col. (pochoir/stencil-colour); did./titles: ITA.
fonte/copia: Museo Nazionale del Cinema, Torino.

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