L’ÉPOUVANTE

L’ÉPOUVANTE
(US: Terror-Stricken)
Albert Capellani (FR 1911)

Albert Capellani (1874-1931) aveva già diretto circa cinquanta film per la Pathé e per la S.C.A.G.L. (Société Cinématographique des Auteurs et Gens des Lettres) prima di L’Épouvante, suo primo film con Mistinguett. Descritta dalla stampa come “sconvolgente dramma cinematografico”, la sceneggiatura originale di Decourcelle era ideale per Mistinguett e per il co-protagonista Milo nel suo restringere l’azione entro un brevissimo lasso temporale, e a pochi spazi fra loro adiacenti. Con gesto autoreferenziale (più tardi tipico dei suoi film con André Hugon), Mistinguett interpreta il ruolo di una famosa (ancorché anonima) attrice del music hall, che fa ritorno una sera nel proprio appartamento ritrovandosi un ladro in camera da letto. Lui le porta via i gioielli fuggendo poi dal balcone; lei fa accorrere la polizia, ma l’uomo sfugge alla cattura rimanendo precariamente appeso a una grondaia del palazzo. La polizia se ne va, lei va al balcone e lancia un drappo oltre la ringhiera, consentendo così al ladro di afferrarlo e di mettersi così in salvo. Visibilmente scossi, i due raggiungono un accordo: lei lo lascerà andare, lui le restituirà i gioielli, come per una reciproca ricompensa.
L’Épouvante è un film notevole per diverse ragioni. Prima di tutto, il film ha soltanto quattro didascalie, due delle quali introducono succintamente i personaggi: Mistinguett, in una lussuosa pelliccia bianca, esce da un teatro e sale su un’automobile che la sta attendendo all’uscita; Milo, già nella camera da letto, sente un suono e si nasconde sotto il letto. Più tardi, un altro segnale sonoro farà sì che Mistinguett scopra Milo e lo metta in salvo. In secondo luogo, la lunga sequenza – del tutto priva di didascalie – in cui la polizia insegue il ladro è sviluppata fra lo stretto balcone ai margini dell’appartamento e il ripido tetto di un palazzo, che a un certo punto scopriamo essere di cinque piani. Un montaggio piuttosto rapido tiene i personaggi vicini ma sempre separati fra loro, con piani ravvicinati che accrescono la suspense, così che gli spettatori possano meglio identificarsi con Milo e la sua disavventura. Infine, la sequenza iniziale in camera da letto presenta svariate inquadrature del tutto straordinarie per un film del 1911. Mistinguett si toglie i gioielli, si sbarazza delle scarpe e va sul letto; mette da parte un libro, prende una sigaretta e si volge in basso a guardare un fiammifero che le è caduto. A quel punto la macchina da presa fa un subitaneo movimento all’indietro, creando un senso di distanza fra lo spettatore e la protagonista e accentuando così la sua vulnerabilità. Un’altra inquadratura inclinata dall’alto, da dietro la testa della donna, inquadra la mano del ladro che spunta da sotto il letto per acciuffare il fiammifero. Lo choc di quell’immagine riporta lo spettatore a tu per tu con il personaggio di lei, con un’intensità quasi hitchcockiana.
L’Épouvante è forse privo del ritmo febbrile dei film di Griffith con salvataggio all’ultimo minuto, ma certamente smentisce il pregiudizio secondo il quale il cinema francese non era capace di produrre avvincenti film d’azione. In virtù delle sue speciali strategie di montaggio e di posizionamento della macchina da presa, il film è quasi all’altezza di Suspense (Lois Weber e Phillips Smalley, 1913).

Richard Abel

regia/dir: Albert Capellani.
scen: Pierre Decourcelle.
cast: Mistinguett (attrice del music hall/music hall actress), Émile Milo (ladro/thief).
prod: S.C.A.G.L.
uscita/rel: 12.05.1911 (France), 18.09.1911 (US).
copia/copy: DCP, 10’25”; did./titles: FRA.
fonte/source: CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée, Bois d’Arcy.

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