SLAPSTICK PROG. 5

Slapstick europeo – Prog. 5
Altri clown

[CHARLIE RIVEL AS CHAPLIN] (??, 192?)
photog: ??. cast: Charlie Rivel. copia/copy: DCP, 1′; senza did./no intertitles.
Un aspirante al titolo di “Re dei clown del circo” nel ventesimo secolo fu senza dubbio lo spagnolo Charlie Rivel. Nato nel 1896 (il suo vero nome era Josep Andreu i Lasserre), iniziò a calcare i palcoscenici alla tenera età di tre anni. Ben presto entrò a far parte della troupe di clown di famiglia, “Les Rivels”, e nel 1916, al culmine della frenesia chapliniana, ideò il brillante numero “Chaplin sul trapezio”, da cui trasse il nome d’arte di Charlot (o Charlie) Rivel(s). Grande attrazione dei circhi, dei music hall e dei varietà di tutta Europa negli anni Venti, si vantò persino di aver sconfitto, in un concorso tra sosia di Charlie Chaplin, il vero Chaplin, e dovette affrontare un’azione legale per plagio intentata dalla United Artists. Negli anni Trenta e Quaranta ottenne un grande successo incarnando il proprio, originale personaggio clownistico, e nel 1943 fu il silenzioso protagonista alla Harry Langdon del film Akrobat Schö-ö-ön! Dopo la guerra Rivel continuò una carriera ricca di soddisfazioni, divenne il maestro di Pierre Etaix e si esibì fino al 1982. Le riprese cinematografiche dell’imitazione chapliniana di Rivel sono, a quanto sembra, estremamente rare; questo filmato amatoriale, risalente agli anni Venti, ci mostra quelle che sono evidentemente fuggevoli immagini di Rivel nel fiore degli anni e in completo costume da Charlot, destinate a quanto pare a pubblicizzare un’esibizione circense: forse uno spettacolo del  Cirque d’Hiver, le cui pareti sono ancor oggi adornate da un’immagine di “Charlot” Rivel sul trapezio.

Ulrich Ruedel

SON PREMIER FILM (FR 1926)
regia/dir, scen: Jean Kemm. asst dir: Henriette Kemm. photog: Maurice Forster, Jean Jouannetaud. cast: Grock (Céleste Noménoé), Pierrette Lugand (bambina/the little girl), Gaston Dubosc (nonno/the grandfather), Roger Huguenet (bambino/the little boy), Valentine Lugand (Blanche), Simone Montalet (ragazza/the young woman), Lucien Baroux (regista/the director), Georges Cahuzac (direttore del music-hall/director of the music hall), Marguerite de Morlaye (nonna/the grandmother), Huguette Hefti (Jeannine), Emile Roques (socio del direttore/director’s associate), Lucien Callamand (commissario/police commissioner), Allary (assistente/assistant), Lequen (direttore di scena/stage manager), Toulet (ladro/the thief), Hasoutra (ballerina/dancer), Nico Romoff (ballerino/dancer), corps de ballet du Casino de Paris. prod: Jacques Haïk, Les Établissements Jacques Haïk. dist: Grands Spectacles Cinématographiques. uscita/rel: 10.12.1926. copia/copy: 35mm, 2267 m. [orig. 2400 m.], 99′ (20 fps); did./titles: FRA. fonte/source: CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée, Bois d’Arcy. Restauro/Restored 2010. Diritti/Rights: FILMS REGENT ARCHIVES JACQUES HAÏK
Con la testa calva, i pantaloni larghi e il ridicolo, minuscolo violino, Adrian Wettach, nato in Svizzera, mantenne saldamente per decenni il titolo di “Re dei clown”. Figlio di un orologiaio, Wettach era nato nel 1880 e all’età di quattordici anni si esibiva già come funambulo. Dopo aver accumulato alcuni anni di esperienza nel circo, nel 1903 Wettach si associò all’eccentrico clown Marius Galante del duo “Brick e Brock”. Galante cercava un sostituto del suo ex partner e arrivò Wettach, che ideò il nome di Grock. Egli acquisì ulteriore esperienza lavorando con Antonet, clown bianco del Cirque de Paris, e dopo il 1915 Grock divenne un fenomeno comico europeo. Presentato come “il famoso clown francese”, fu una grande attrazione a Berlino e a Londra e recitò al Coliseum dal 1915 al 1924; per il trucco, Grock rinunciò al tradizionale naso da clown, che avrebbe nascosto il suo volto espressivo, mettendo così in vista ogni singolo muscolo facciale. Le sue consuete esibizioni mescolavano efficacemente comicità visiva e acrobatica al suo straordinario talento musicale e a una comicità verbale plurilinguistica e illogica. Alcune sue esibizioni furono registrate e distribuite su dischi a 78 giri; contenevano le battute che erano diventate il marchio distintivo dell’artista, come quella in tedesco “Nit möööglich” [“Impossibile”] o quella, ugualmente protratta, in francese, “Pourquoi” [“Perché?”].
Era inevitabile che Grock – uno degli uomini di spettacolo più pagati al mondo – comparisse prima o poi in un film muto, ma ciò avvenne con sorprendente ritardo. Il suo esordio ebbe luogo nel 1926, con il lungometraggio a soggetto opportunamente  intitolato Son Premier Film, che segue il cammino del clown nei panni di un eccentrico abitante di villaggio il quale, recatosi nella grande città per riscuotere un’eredità, incappa in varie disavventure con piccoli criminali e poliziotti, ma infine conquista fama e amore. Grock capovolge questa trama convenzionale, dipingendo la figura di un provinciale originalissimo che giunge al successo e alla ricchezza; l’ambientazione in vere strade e le riprese in esterni donano al film un insolito sapore di improvvisazione.
Il regista Jean Kemm era un ex attore. Nella sua carriera – che continuò fino al 1938 – spicca la collaborazione con E.A. Dupont per le versioni in varie lingue di Atlantic (1930).
La caratteristica espressione di Grock “Pourquoi” ricorre spessissimo nel film, quasi come un suo biglietto da visita, e fu anzi utilizzata come titolo francese alternativo della pellicola. Fu tradotta in inglese con “What for?,” che divenne il titolo della versione abbreviata distribuita nel Regno Unito. I successivi lungometraggi del comico sono Grock (1931), che sfrutta una trama comica domestica come pretesto per un’ampia e inestimabile registrazione delle sue consuete esibizioni (e rappresentò per il comico un’ingentissima perdita finanziaria), e Au revoir, Monsieur Grock (1950), che è essenzialmente un film biografico costruito con la tecnica del flashback.

Ulrich Ruedel, Steve Massa

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