THE SILENT MAN
(L’uomo taciturno)
William S. Hart (US 1917)
The Silent Man (secondo film di Hart per la Artcraft, ma primo ad essere distribuito) fu accolto con entusiasmo dai suoi fans dopo una lunga estate trascorsa senza nuovi film della loro stella preferita. Hart aveva finito di lavorare alla Triangle nel maggio 1917, lasciando poi che le acque si calmassero, visto che il rapporto di Ince con la Triangle si era dissolto in un’atmosfera di ostilità. Il produttore stava facendo di tutto per assicurarsi una nuova base di distribuzione e produzione dei suoi prodotti, usando come carta vincente il suo presunto legame personale con Bill Hart, il cui nome era vero e proprio oro colato al botteghino. A dispetto delle generose offerte da parte di Goldwyn, Zukor e altri per un accordo separato, Hart aveva appoggiato la campagna di Ince, e il 26 luglio i due si erano messi d’accordo per un vantaggioso contratto con la Famous Players-Lasky. I loro film sarebbero apparsi con la scritta “Supervisione di Thomas H. Ince” sul titolo di testa, mantenendo così il prestigio del produttore. Ince firmò anche un soddisfacente accordo con la William S. Hart Productions, ricevendo il 35% dei proventi per ogni film, con uno stipendio di 250.000 dollari all’anno in quanto responsabile di quell’unità di produzione.
Charles Kenyon, un freelance che dal 1915 era stato autore di sceneggiature per le società Biograph, Fox e Universal nonché per Ince, rimaneggiò un breve soggetto di J. G. Hawks riempiendolo di situazioni tipiche del repertorio di Hart, anche la sceneggiatura è priva di un forte motivo propulsore, così apprezzato nel marchio di fabbrica Ince. Ci sono comunque molte nuove caratterizzazioni, come quella del gioviale “Silent” Budd Marr, che si gode una lunga bevuta d’acqua nella sala di ballo Hello Thar, e il suo “rapimento” di Betty Bryce (interpretata da un’ottima Vola Vale, anch’essa proveniente dalla scuderia Biograph), condotto in modo deliziosamente giocoso e con il dovuto rispetto delle buone maniere. Marr si infuria con gli usurpatori capitalisti delle proprietà private, forse un riflesso delle frustrazioni di Hart a proposito del suo lavoro di cineasta. Grazie ai propri sforzi e al proprio talento, egli è diventato una miniera d’oro per i grandi produttori, ma quell’oro viene ora convogliato altrove mediante sotterfugi legali e finanziari di ogni tipo. La Triangle aveva cominciato a inondare il mercato con decine di riedizioni dei suoi vecchi film, sminuendo l’immagine di Hart e facendo sì che i suoi nuovi film entrassero in diretta competizione con queste versioni rimaneggiate dei suoi stessi film.
The Silent Man non è il ritratto di un “buon cattivo”, bensì di un “cattivo imperfetto”, cioè incoerente e pentito. Non è affatto uno spregiudicato superuomo alla Nietzsche, come vorrebbero descriverlo i titoli di apertura. È invece un cercatore d’oro laborioso, pieno di buon umore e di sentimenti religiosi, “un hombre davvero altruista”. La sua lunga esperienza nel deserto non lo ha preparato alle vipere che lo attendono a Bakeoven. Per quanto astuto, la loro perfidia va ben al di là della sua immaginazione.
I film di Hart alludono spesso ai valori del protestantesimo, qui rappresentati dalla caratteristica figura di un pastore itinerante, a volte discutibile, altre volte apprezzato. “Silent” Budd Marr è grande amico di “Preachin’ Bill” Hardy, stimato pastore populista, interpretato da un fedele interprete di Griffith, George Nichols, come una figura semplice, devota e compassionevole (questo ritratto positivo fa sì che il severo pastore metodista interpretato da Fredric March nel film del 1941 Un piede in paradiso [One Foot in Heaven] cambi idea sulle presunte qualità peccaminose del cinema dopo aver visto The Silent Man in un nickelodeon). Marr assiste al rogo della capanna e della chiesa del suo vecchio amico per mano della banda di Pressley, e per un soffio non uccide il fratellino della sua innamorata con un impulsivo colpo di pistola. È atterrito dalle conseguenze distruttive del proprio zelo di giustiziere, e preferisce arrendersi con cristiana rassegnazione piuttosto che aggiungere altra violenza allo scopo di mettere fine alla catastrofe. Si lascia così catturare, uomo pentito, e consegnare ad Hardy e al piccolo Davie Bryce con una grossa somma di denaro per ricompensarli delle loro sofferenze. Fortunatamente per i fans di Hart, Marr è anche capace di saltare da una finestra al secondo piano, catturando un malvivente con un lasso e consegnarlo alla giustizia trascinandolo nella polvere!
È possibile che la produzione di questo film sia stata terminata in fretta e furia allo scopo di colmare il vuoto lasciato dal ritardo nell’uscita di The Narrow Trail. Il montaggio dello scontro risolutore durante la partita a carte nella sala da ballo è piuttosto confuso, e il finale nell’aula di tribunale risente di una messa in scena alquanto impacciata. La copia sopravvissuta non contiene le brevi ma importanti scene introduttive alle quali si allude nei riassunti pubblicitari (Pressley che corrompe un funzionario governativo allo scopo di alterare alcuni dettagli nelle rivendicazioni di Marr; una minaccia alla reputazione di Betty se Marr vuoterà il sacco davanti al giudice). La scelta di Hart di porre fine al rapporto con Ince ha evidentemente avuto i suoi inconvenienti, poiché il film presenta sbavature che il suo ex produttore non avrebbe tollerato; questa tensione segnerà l’opera di Hart fino al termine del suo contratto con la Artcraft.
Diane Koszarski
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regia/dir: William S. Hart.
sogg/story, scen: Charles Kenyon.
photog: Joe August.
asst dir: Lambert Hillyer.
cast: William S. Hart (“Silent” Budd Marr), Vola Vale (Betty Bryce), Robert McKim (“Handsome Jack” Pressley), Harold Goodwin (David Bryce), J. P. Lockney (“Grubstake” Higgins), George P. Nichols (“Preachin’ Bill” Hardy), Gertrude Claire (Mrs. Hardy), Milton Ross (Ames Mitchell), Dorcas Matthews (Topaz).
prod: William S. Hart Productions, supv: Thomas H. Ince.
dist: Paramount-Artcraft.
uscita/rel: 26.11.1917.
copia/copy: DCP, 56’41”; did./titles: ENG.
fonte/source: Library of Congress Packard Center for Audio-Visual Conservation, Culpeper, VA.
Preserved by the Library of Congress in cooperation with the Academy Film Archive.