WAIT AND SEE
Walter Forde (GB 1928)
“Sono un sognatore, non lo siamo tutti?”, diceva una popolare canzone hollywoodiana del 1929; la frase certamente si addice all’eroe di questo film, Monty Merton, umile operaio di fabbrica alla Quickthin Ltd., un’azienda che smercia un liquido magico capace di far dimagrire le persone grasse. I suoi malvagi compagni di lavoro lo inducono a illudersi di aver ereditato una fortuna, proprio nel momento in cui Quickthin ha bisogno di un’iniezione di denaro liquido e la figlia del direttore si appresta forse a sposare un babbeo col monocolo di nome Eustace. Riuscirà Monty, innamorato anch’egli della ragazza, a evitare le calamità che di solito si abbattono su di lui, e ad accorrere al salvataggio servendosi di tassì, automobili sportive, autobus, treni o forse addirittura di un pittoresco biplano?
Ecco la trama di Wait and See, il primo lungometraggio britannico concepito su misura per un divo comico. Walter Forde (1898-1984) non fu solo il più grande comico cinematografico britannico degli anni Venti; durante quel decennio egli fu, in sostanza, il solo comico cinematografico britannico. Rampollo di una famiglia di teatranti, salito sul palcoscenico già da bambino, dimostrò inizialmente il suo valore nel cinema con alcune comiche da un rullo e poi da due rulli, prima di passare a pellicole di maggiore lunghezza con Wait and See. Intervistato nel 1927 dal Daily Film Renter, il suo sponsor e produttore Archibald Nettlefold promise acrobazie e gag originali, scenari “quali solo l’Inghilterra può produrre”, e “un supplemento di ragazze estremamente carine”: un pacchetto che, secondo le sue previsioni, avrebbe pienamente retto il confronto con qualsiasi opera importata dall’America. Dopo la prima del film, pubblico e osservatori del settore tirarono un sospiro di sollievo. “Un vero successo”, commentò il Kinematograph Weekly, per nulla influenzato dal fatto che il suo corrispondente dallo studio, Pat Mannock, era l’autore delle didascalie ricche di giochi di parole del film, e aveva anche collaborato alla sceneggiatura.
I paralleli americani del personaggio comico di Forde erano, e rimangono, difficili da ignorare. A partire dal 1921, egli apparve in una serie di cortometraggi nel ruolo di “Walter”, uno zelante giovanotto con cappello di paglia (leggermente troppo piccolo), pantaloni larghi, giacca un po’ troppo stretta e un volto dimesso e banale. Era sempre impegnato a migliorare la propria condizione sociale, oppure a conquistare il cuore di una bella fanciulla, o a cercare di fare le due cose insieme. Si tratta di una variazione della formula di Harold Lloyd, presentata in un’ambientazione inglese con l’aggiunta di un certo modesto modo di fare inglese. Un’altra, più ovvia differenza rispetto a Lloyd è che Forde non porta occhiali. Talvolta i commentatori lo paragonarono anche a Chaplin, Larry Semon (a me non pare) e Reginald Denny. È anche possibile scorgere un tocco di W. C. Fields, nelle occasioni in cui Walter si dà al golf. Nessuno di questi echi danneggiò la sua popolarità. Con l’andar del tempo, “Walter” divenne tanto popolare presso il pubblico britannico, da generare una produzione di spin-off e articoli commerciali: gli appassionati potevano seguire le sue bizzarre avventure sotto forma di fumetti, oppure giocare con il pupazzo impagliato di “Walter”.
Per dieci deludenti mesi del 1923, Forde lavorò a Hollywood, comparendo con scarso successo in numerosi film da un rullo della Universal. I suoi film dimostrano però chiaramente che egli assorbì, accanto ad alcuni tocchi continentali, il prezioso talento americano per il ritmo rapido e incalzante, la precisa tempistica delle gag e la necessità di utilizzare di utilizzare un montaggio incisivo per il cinema comico. Le scene iniziali di Wait and See, che definiscono il personaggio del nostro eroe e la routine del lavoro in fabbrica, vorticano lungo una serie di sequenze multiple montate con una disinvolta eleganza rara nei film britannici di quest’epoca. Oggi il lungo inseguimento finale verso l’altare può sembrare ripetitivo, ma l’intrecciarsi di treni, automobili, strade tortuose e persino di un biplano è comunque condotto con notevole e godibile sicurezza.
Nel cast, Pauline Johnson – che interpreta l’eroina – indossa con leggiadra grazia una serie di cappellini a cloche: in sostanza il suo ruolo non richiede altro. Il caratterista Sam Livesey dipinge il personaggio del capo della Quickthin con sanguigna energia. Anche Frank Stanmore è piacevole, ma doveva esserlo ancor di più (sospetto) nella copia di circolazione non montata. Walter, da parte sua, volteggia attraverso il film con agile fisicità e coinvolgente entusiasmo, uniti a un certo understatement britannico. Non fa smorfie, né eccede in sentimentalismi; forse non provoca sempre grasse risate, ma possiede una qualità ancor più rara in un comico: è veramente gradevole.
Nonostante tutti gli anni trascorsi dinanzi al pubblico, Forde era un timido, e dichiarò sempre di trovarsi a disagio di fronte alla macchina da presa. Dopo aver interpretato altri tre lungometraggi da protagonista, l’ultimo dei quali nel 1930, passò dall’altra parte dell’obiettivo e nell’epoca del sonoro si affermò rapidamente come regista vivace e affidabile di commedie e drammi che ebbero notevole successo per tutti gli anni Trenta e Quaranta. Per ironia, il suo regno di divo del cinema comico si concluse proprio nel momento in cui le dighe si ruppero e il cinema britannico fu inondato da una marea di comici provenienti dal music-hall, dal varietà, dai palcoscenici del West End e dalla radio che snocciolavano battute e giochi di parole, sporgevano il sedere o fracassavano rumorosamente stoviglie. Tutte cose a modo loro divertenti; ma non era il modo di Walter.
Geoff Brown
regia/dir, mont/ed: Walter Forde.
scen: Walter Forde, Patrick L. Mannock.
did/titles: Patrick L. Mannock.
photog: Geoffrey Faithfull.
scg/des: W. G. Saunders.
cast: Walter Forde (Monty Merton), Pauline Johnson (Jocelyn Winton), Frank Stanmore (Frankie), Sam Livesey (Gregory Winton), Charles Dormer (Eustace Mottletoe), Mary Brough (padrona di casa/landlady), London’s Thirty Fat Men (membri del consiglio d’amministrazione/Board Members of Quickthin Ltd.), Ian Wilson (caddie), The Forde Beauty Chorus.
prod: Archibald Nettlefold Productions.
dist: Butcher’s Film Service.
riprese/filmed: 1927 (Nettlefold Studios, Walton-on-Thames).
anteprima esercenti/trade screening: 16.02.1928.
copia/copy: 35mm, 5280 ft. (orig. 6352 ft.), 59′ (24 fps); did./titles: ENG.
fonte/source: BFI National Archive, London.