EUROPA

EUROPA (PL 1931-32)
Regia di Franciszka Themerson, Stefan Themerson

Europa è un’opera pressoché leggendaria: la sua profonda influenza nel cinema d’avanguardia fra le due guerre mondiali ha ispirato una quantità di interpretazioni e di ricostruzioni. Ben pochi, però, si sarebbero aspettati di assistere al ritorno sugli schermi di questo poetico cortometraggio, a lungo considerato perduto, a novant’anni di distanza dalla sua première. Trafugato dai nazisti nel 1940 dai laboratori Vifter Film in seguito all’occupazione di Parigi, il positivo originale in nitrato era stato depositato al Reichsfilmarchiv; negli anni Cinquanta, alla totale insaputa degli studiosi, la copia era stata trasferita nei depositi dello Staatliches Filmarchiv, l’archivio di Stato della Germania dell’Est. Il film fu finalmente identificato nel 2019 al Bundesarchiv da Anna Bobczuk, ricercatrice del Pilecki Institut a Berlino, in due esemplari: un positivo in nitrato del 1940, un tempo appartenuto ai cineasti Franciszka e Stefan Themerson, e un duplicato di conservazione realizzato dallo stesso Bundesarchiv. Ancorché dato per disperso dagli inizi del secondo conflitto mondiale, Europa ebbe un impatto così potente sui suoi contemporanei da far sì che chi lo aveva visto continuava a sottolineare la sua importanza; ecco perché la riscoperta della copia ha finalmente colmato una grave lacuna nella storia del cinema sperimentale.
L’approccio interdisciplinare alle arti è un motivo portante nell’opera di Franciszka Themerson, nata Weinles (1907-1988), e di suo marito Stefan Themerson (1910-1988). La loro prima comparsa nella comunità artistica di Varsavia risale agli anni Venti, ed è subito contraddistinta da una sperimentazione basata sulla sintesi tra fotografia, cinema e arti grafiche. Si sposarono nel 1931, e nell’inverno 1937-38 si trasferirono a Parigi. Allo scoppio della guerra, Franciszka emigrò a Londra, seguita da Stefan nel 1942. Fu lì che essi svilupparono le proprie attività di cineasti e illustratori; nel 1948 diedero vita alla Gaberbocchus Press, che consentì loro di esprimere le loro idee nel campo della narrativa, della filosofia, della saggistica e dell’opera lirica.
Europa fu uno dei primi film realizzati da Franciszka e Stefan, un adattamento dal poema futuribile di Anatol Stern “Europa”, pubblicato per la prima volta nel 1925, poi rielaborato e reinventato nel 1929 in un’innovativa veste tipografica. In quanto manifesto sull’ecologia, sul femminismo e sulla necessità della giustizia sociale, il più acclamato film dei Themerson era un messaggio di protesta, che risuona oggi in tutta la sua urgenza così come all’epoca della sua prima proiezione. Il film fu realizzato con risorse finanziarie irrisorie, girato e montato quasi interamente nell’appartamento della coppia, utilizzando fotogrammi animati e collages, con il ricorso a immagini fatte scorrere a ritroso e ad esposizioni multiple. Data l’esiguità dei mezzi a disposizione, Stefan dovette escogitare uno speciale banco di ripresa che permetteva di spostare le fonti luminose e di produrre ombre create da sagome collocate su una superficie in vetro, con Stefan e Franciszka coricati sotto la superficie del piano di lavoro.
Il risultato di tale sforzo assicurò ai Themerson una posizione di spicco nei movimenti d’avanguardia nella Varsavia dell’anteguerra, dove la coppia occupava un ruolo centrale nel dibattito sul cinema e sulle arti in generale. La loro autorità fu suggellata nel 1935, quando i Themerson furono co-fondatori della SAF (Stowarzyszenie Autorów Filmowych [Società degli Autori Cinematografici]), nel cui ambito si organizzarono seminari, proiezioni e dibattiti; poco tempo dopo, Francziszka e Stefan lanciarono la rivista f.a. [Film Artystyczny / Film Artistique], che ebbe però vita breve. Nel rivolgersi a Parigi quale centro propulsore dell’arte contemporanea in quel periodo, i Themerson sapevano che Europa sarebbe stato il loro biglietto da visita sulla scena internazionale; la loro era una delle prime voci dall’Europa dell’Est direttamente ispirate dall’opera di Man Ray, René Clair, Luis Buñuel e altri. La risposta dell’avanguardia culturale fu così entusiastica che se non fosse stato per la guerra (i Themerson si arruolarono entrambi come volontari) la loro carriera di cineasti sarebbe probabilmente stata destinata a spiccare il volo. Comunque sia, l’impatto della loro opera sulla scena locale fu notevole, con sette film realizzati nel giro di quindici anni: in Polonia, Apteka (Farmacia, 1930), Europa (1931-32), Drobiazg melodyjny (Momento musicale, 1933), Zwarcie (Cortocircuito, 1935), e Przygoda człowieka poczciwego (L’avventura di un buon cittadino, 1937); più tardi, a Londra, i Themerson realizzarono Calling Mr. Smith (1943) e The Eye and the Ear (1944-45). È probabile che fosse loro intenzione sviluppare ulteriormente le idee espresse in Europa, ed è noto che nel 1944 essi stavano lavorando a un film contro la guerra, dal titolo Dziecko Europy [Figlio d’Europa], sugli effetti psicologici del conflitto sui bambini. Il progetto non fu mai portato a termine, ma i suoi temi, e l’Europa, non cessarono mai di rivestire per loro un’importanza particolare. Nel 1962 pubblicarono un’edizione in facsimile della poesia di Stern in inglese, tradotta da Stefan Themerson e Michael Horovitz, contenente riproduzioni di fotogrammi dal film e alcune recensioni d’epoca. Su richiesta dell’artista e cineasta polacco Józef Robakowski, i Themerson ripristinarono lo schema narrativo del film, e in collaborazione con la London Film-Makers’ Co-operative crearono una ricostruzione di 9 minuti del film – allora dato per disperso – mediante diapositive e colonna sonora su nastro magnetico (1983). Nel 1988, Piotr Zarębski realizzò Europa II, un’altra ricostruzione basata sulle sue conversazioni con Stefan, che morì in quell’anno.
È perciò sorprendente constatare che la versione originale (1931) di Europa sia sostanzialmente diversa da ciò che ricordavano i suoi creatori. È un film lirico, delicato, ritmico, caratterizzato da gesti sommessi, culminanti in un drammatico finale. Né aggressivo né radicale nella forma come la poesia di Stern, l’opera si distingue per le sue sottili espressioni di tristezza e di speranza, e per la sua atmosfera sognante, con immagini che invitano a una rivoluzione sotto l’egida della Natura, con il pianeta Terra al centro di un discorso più che mai di attualità, oggi come allora. Europa è un grido di dolore contro l’intolleranza e la violenza, un accorato appello a un continente che sa dare rifugio a tutti. Il messaggio di ribellione promulgato dal film non ha perso nulla del suo impeto originario, e ci invita a chiederci quale Europa basata sull’uguaglianza sia ancora possibile.

Adriana Prodeus

EUROPA (PL, 1931-32)
regia/dir, photog, scg/des, mont/ed: Franciszka Themerson, Stefan Themerson.
scen: adattamento del poema di/adapted from the poem by Anatol Stern (1925-29).
copia/copy: DCP, 11ꞌ41ꞌꞌ (da/from 35mm); senza did./no titles.
fonte/source: LUX, London.

Legenda abbreviazioni

Preferenze sulla privacy

Necessari

I cookie necessari aiutano a contribuire a rendere fruibile un sito web abilitando le funzioni di base come la navigazione della pagina e l'accesso alle aree protette del sito. Il sito web non può funzionare correttamente senza questi cookie.

gdpr

Statistiche

I cookie statistici aiutano i proprietari del sito web a capire come i visitatori interagiscono con i siti raccogliendo e trasmettendo informazioni in forma anonima.

_ga, _gat, _gid

Preferenze

I cookie per le preferenze consentono a un sito web di ricordare le informazioni che influenzano il modo in cui il sito si comporta o si presenta, come la lingua preferita o la regione in cui ti trovi.

qtrans_front_language

X