ITALIA. IL FUOCO, LA CENERE (Italia. Le feu, la cendre) (IT/FR 2021)
Regia di Céline Gailleurd, Olivier Bohler
Italia. Il fuoco, la cenere è un viaggio lirico e visionario nelle origini del cinema muto italiano, che ha conosciuto una gloria senza pari e sopravvive disseminato nelle cineteche di tutto il mondo. Un’arte e un’industria folgorante, che hanno fatto brillare alcune fra le prime star internazionali, dato vita al peplum, al melò e ai film avventurosi. Nel suo mondo di fasti e deliri romantici, tra il simbolismo di Verdi e il decadentismo dannunziano, questo cinema ha goduto di fama internazionale, affascinando folle, intellettuali e artisti di tutta Europa, fino ad arrivare in America. I protagonisti di Italia. Il fuoco, la cenere sono registi e registe, attori e attrici, tecnici e critici responsabili dell’esuberante originalità di quel cinema. Raccontato dalla voce di Isabella Rossellini per l’edizione italiana e di Fanny Ardant per quella francese, che interpretano le eccezionali immagini d’archivio attraverso le parole di chi ha contribuito e assistito a quella rivoluzione estetica e culturale, il film fa riaffiorare un’epoca di splendori e la storia di un Paese destinato a cadere nel baratro del fascismo.
Il nostro film vuole essere una porta socchiusa su un universo fatto di tenebre e mistero. Le immagini palpitano, emergono dall’oscurità: i fantasmi vengono a trovarci. E con loro tutto un mondo scomparso, ignorato da molti. È la storia di un’arte e al contempo la storia di un intero paese, dei suoi costumi, dei suoi gusti. La fragranza di un tempo. O meglio, la fragranza di diverse epoche che si succedono fino a portarci, impercettibilmente ma irrimediabilmente, verso la dittatura e la caduta di una cultura profondamente europea.
Se la struttura generale della narrazione intende conservare una certa cronologia, questa storia del cinema è nondimeno innanzitutto poetica: lontana da mere accumulazioni di date, e senza alcuna ambizione di esaustività. Le nostre scelte si sono concentrate sulle opere più innovative nella loro forma, quelle che ci paiono ancora oggi in grado di insegnare qualcosa sul cinema, o perfino insegnare a fare cinema in modo diverso. Il film dimostra anche come questa cinematografia non sia nata dal nulla ma si sia ispirata naturalmente, nella sua creazione, alle forme d’arte che l’hanno preceduta: la pittura, la scultura, l’opera, la fotografia, il teatro, e così via.
Il montaggio è il fulcro del progetto, sia in termini di struttura generale che al livello di ogni raccordo. Ogni fase della narrazione trova così la propria tensione interna ed il proprio ritmo nel tentativo di riportare in vita ciò che è sepolto dietro la superficie delle immagini, come se in questi film si potesse veder luccicare una forma di inconscio della società italiana di fine Ottocento e del primo Novecento. Da un dialogo costante tra film di finzione e immagini documentarie scopriamo così le ossessioni o le lacune di questa società, la sua grandiosità così come la sua vulnerabilità.
Nelle meravigliose cineteche d’Italia e d’Europa che abbiamo visitato – a Torino, Milano, Roma, Gemona, Bologna, o ancora Amsterdam, Parigi e Londra – le bobine in nitrato ancora sopravvissute incarnano tutta la memoria del cinema e la fragilità stessa di questa memoria, la sua bellezza splendente e la sua inesorabile decomposizione. Guardandole, abbiamo preso coscienza che l’archivio è esso stesso materia estetica: irradiata di colori le cui tinte originarie sono state preservate, o palpitante di deformazioni dovute al tempo, talvolta astratte quando il loro deterioramento è ormai irrimediabile.
Per la voce fuori campo di Italia. Il fuoco, la cenere abbiamo scelto di lasciare la parola – attraverso la voce emblematica di Isabella Rossellini – a coloro che quelle immagini le hanno create o ne sono stati spettatori al tempo. Luigi Pirandello, Salvador Dalí, Antonio Gramsci, Ricciotto Canudo, Giovanni Pastrone, Federico Fellini, Francesca Bertini… Loro stessi consentono di rivivere ciò che gli spettatori hanno visto in quei film, ciò che li ha estasiati, meravigliati o sconvolti.
Céline Gailleurd, Olivier Bohler
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ITALIA. IL FUOCO, LA CENERE (Italia. Le feu, la cendre) (IT/FR 2021)
reg/dir, scen: Céline Gailleurd, Olivier Bohler.
mont/ed: Céline Gailleurd, Olivier Bohler, con/with Léo Richard, Thomas Glaser.
mus: Lorenzo Esposito Fornasari.
narr: Isabella Rossellini (IT vers.).
prod: Ivan Olgiati, Chiara Galloni, Articolture (IT), Diamantine Ghariani, Raphaël Millet, Nocturnes Productions (FR), in associazione con/in association with Luce Cinecittà, con la partecipazione di/with the participation of Eye Filmmuseum, Cineteca Italiana, Associazione Les Melvilliens, Ciné+; in collaborazione con/in collaboration with Museo Nazionale del Cinema, Cineteca di Bologna, CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, La Cineteca del Friuli, Direction du patrimoine cinématographique du CNC, AIRSC – Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema; con il sostegno di/with the support of Ministero della Cultura, Roma & Emilia-Romagna Film Commission, Bologna.
dist: Luce Cinecittà (Italia), TVCO (diritti mondiali/worldwide).
copia/copy: DCP, 94′, col., sd.; dial/narr: ITA.
fonte/source: Istituto Luce, Roma.