LA MONTAGNE INFIDÈLE

LA MONTAGNE INFIDÈLE (La montaña traidora) (FR 1923)
Regia di Jean Epstein

La Montagne infidèle è stato a lungo il pezzo mancante dell’opera di Jean Epstein. L’identificazione di una copia Pathé Kok 28mm nelle collezioni della Filmoteca de Catalunya ci permette di colmare finalmente questa lacuna riguardante non solo il lavoro del cineasta ma anche la nostra conoscenza del cinema francese degli anni Venti.
La notte del 16 giugno 1923 l’Etna iniziò ad eruttare sul versante nord. Quattro giorni dopo, il Pathé-Consortium-Cinéma aveva predisposto tutto quanto per inviare in Sicilia – con 5000 metri di pellicola e una macchina da presa Caméréclair a quattro obiettivi – Jean Epstein e gli operatori Paul Guichard e Léon Donnot. Una volta arrivati sull’isola, il 24 giugno, essi ottennero dalla Prefettura di Catania il permesso di salire sul vulcano. L’eruzione era già stata filmata dagli operatori dei cinegiornali e, sebbene stesse scemando (sarebbe cessata il 18 luglio), la lava continuava a scendere dalla montagna. Epstein rammenta che il viaggio durò circa quindici giorni (intervista alla Commission de Recherche Historique, 1950) e la stampa contemporanea conferma i suoi ricordi (Comœdia, 5 luglio). Le riprese sembrano essere state concentrate in pochi giorni, come si apprende da un resoconto di due pagine di Epstein pubblicato poco dopo il suo ritorno su Ciné-Miroir (n. 23, 15 agosto 1923). Il montaggio fu effettuato tra luglio e l’inizio di agosto; il film finito fu proiettato per la stampa il 22 agosto e a ottobre sarebbe uscito all’interno di un programma Pathé distribuito internazionalmente.
Il film è strutturato come un viaggio con ascesa al vulcano. Inizia presentando la Sicilia come un paesaggio rurale, fertile e idilliaco, con il vulcano come mostro minaccioso, che gli abitanti dell’isola cercano di combattere con l’aiuto dei santi protettori. Si sofferma poi sulla distruzione causata dall’eruzione vicino alla cittadina di Linguaglossa (si vedono case sepolte dalla lava e, quali garanti dell’ordine pubblico, le camicie nere fasciste) e sulle piante della montagna. Infine si risale il vulcano fino ad effettuare alcune riprese a pochi metri da un fiume di lava largo, dicono le didascalie, 150 metri. Questa e altre immagini del vulcano in eruzione non vengono mostrate solo nella parte finale, ma sono disseminate in sequenze precedenti. Vediamo anche altri luoghi e attrazioni della Sicilia: ad esempio, a Siracusa, la grotta chiamata Orecchio di Dionisio. Secondo il resoconto di Ciné-Miroir, Epstein, Guichard e Donnot girarono a Linguaglossa e sul vicino Monte Rosso, nonché a pochi metri dal cratere in attività e nella regione di Siracusa; si fermarono anche a Taormina, Catania e Messina.
La Montagne infidèle è il quarto film di Epstein, che era allora ventiseienne e sotto contratto con il Pathé Consortium. Nel 1923 il cineasta realizza L’Auberge rouge, Coeur fidèle, La Montagne infidèle e La Belle Nivernaise (tutti, tranne il primo, con Paul Guichard come operatore). Pur privo degli esperimenti formali di Coeur fidèle e del lirismo contemplativo che La Belle Nivernaise dedica all’acqua, La Montagne infidèle è in linea con l’importanza che Epstein attribuisce alle riprese in veri esterni (come il porto di Marsiglia o la Senna nei film citati) e che nel corso degli anni Venti fino ai primi film bretoni viene via via crescendo, assumendo qui il carattere del cataclisma e dello straordinario.
Parte dell’aura che accompagna questo film deriva dagli scritti di Epstein. Il suo secondo libro di scritti sul cinema si intitola Le Cinématographe vu de l’Etna (1926). Nel primo saggio di questa raccolta, Epstein rievoca le riprese di La Montagne infidèle ed elabora alcune delle sue idee sul linguaggio cinematografico, come l’animismo o il principio di identità (come nella sua famosa descrizione della scala con le pareti ricoperte di specchi nell’albergo in cui alloggiava). Queste riflessioni teoriche sembrano nascere dall’esperienza estrema del vulcano: “Per me il luogo per pensare la piú amata macchina vivente fu quella zona di morte quasi assoluta che circondava per uno o due chilometri i primi crateri.” Letto insieme al film, il testo non è solo un prezioso esempio di saggistica, ma anche un interessante resoconto delle condizioni di ripresa, che raccoglie e sviluppa alcuni dei motivi del film, come il rumore del vulcano. 
Dopo che La Montagne infidèle fu distribuito come parte di un programma Pathé nel 1923, ci sono alcuni riferimenti a proiezioni speciali, come quella al Club du Cinéma de Bruxelles nel 1927, ma dall’avvento del sonoro in poi non si trovano tracce di proiezioni a 35mm. Tuttavia, il film circolò in formato ridotto, poiché Pathé continuò a sfruttarlo nel mercato domestico e scolastico (Pathé Kok, 28mm) o nelle piccole cittadine (Pathé-Rural, 17,5mm). Era disponibile anche come Pathéorama, un visore d’immagini fisse disposte su una striscia di pellicola 35mm. Un Pathéorama conservato presso la Cinémathèque française era tutto ciò che del film risultava essere sopravvissuto.
È proprio una versione in formato di ridotto La Montagne infidèle che è stata identificata alla Filmoteca de Catalunya. Si tratta di una copia Pathé Kok del 1924, imbibita e con didascalie in spagnolo, che fu distribuita da Vilaseca e Ledesma, rappresentanti della Pathé in Spagna. Le scatole originali recano anche il sigillo del circuito CINAES, un conglomerato di società di Barcellona tra cui la stessa Vilaseca e Ledesma che, durante gli anni della Seconda Repubblica Spagnola (1931-1939), svolgeva varie attività, tra cui la presentazione di film culturali ed educativi.
Il materiale ritrovato è una copia di distribuzione con alcuni danni causati dall’usura ma senza degrado fotochimico. Coincide con il metraggio e le didascalie delle copie originali in 35mm (secondo la documentazione conservata) e non presenta lacune evidenti, ad eccezione di alcune giunte dovute a rotture con perdita minima di fotogramma, della mancanza del cartello con il nome di Epstein e di qualche dissolvenza non completa. 
Il lavoro di digitalizzazione (scansione a 4K), il restauro digitale e la realizzazione dei master di conservazione e dei DCP sono stati eseguiti presso la 2CR-Filmoteca de Catalunya. La conservazione fotochimica della pellicola originale 28mm viene effettuata presso l’ANIM (Cinemateca Portuguesa).
L’identificazione di questa copia e le relative approfondite ricerche condotte hanno recentemente portato alla localizzazione e all’identificazione nelle collezioni dell’Eye Filmmuseum di una copia incompleta in 35mm con didascalie in olandese. Questa copia è stata trovata grazie al lavoro di rete di colleghi archivisti come Emilie Cauquy e Joël Daire (Cinémathèque française), Andrea Meneghelli (Cineteca di Bologna) e Elif Rongen (Eye Filmmuseum). Dopo un primo esame effettuato con la conservatrice Elif Rongen, l’Eye Filmmuseum e la Filmoteca de Catalunya opereranno assieme per recuperare questo nuovo elemento che, aggiunto al 28mm, permetterà una conoscenza più precisa dello straordinario film di Epstein.

Daniel Pitarch, Rosa Cardona

LA MONTAGNE INFIDÈLE (La montaña traidora) (FR 1923)
Pathé cat. no. 9135.
regia/dir: Jean Epstein.
photog: Paul Guichard, asst. Léon Donnot.
prod, dist: Pathé-Consortium-Cinéma.
première: 22.10.1923 (Omnia Pathé, Paris), 11.12.1923 (Pathé Palace, Barcelona).
copia/copy: DCP, 24’33”, col. (da/from 28mm pos. Pathé-KOK , 4 rl., 330 m., 16 fps, imbibito/tinted); did./titles: SPA.
fonte/source: Filmoteca de Catalunya, Barcelona.

Restauro/Restoration: 4K, 2022, Filmoteca de Catalunya, da/from 28mm pos., Pere Tresserra Collection.

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