LĀČPLĒSIS [L’uccisore di orsi / The Bear Slayer] (LV 1930)
Regia di Aleksandrs Rusteiķis
Quella di Lāčplēsis, ossia “l’uccisore di orsi”, è un’antica leggenda lettone, oggetto di vari adattamenti da oltre un secolo a questa parte. Il protagonista è un uomo di forza soprannaturale – tanto forte da poter uccidere un orso a mani nude – che usa tale forza per aiutare il suo popolo. La leggenda ha offerto il materiale per il poema epico nazionale lettone, Lāčplēsis (1888), scritto dal poeta Andrejs Pumpurs (1841-1902). Un altro famoso adattamento è il dramma del 1905 Uguns un nakts (Fuoco e notte) di Rainis (pseudonimo di Jānis Pliekšāns, 1865-1929).
Il film Lāčplēsis del 1930 è il primo adattamento cinematografico della leggenda. In questa versione Lāčplēsis partecipa alla lotta per l’indipendenza lettone, culminata il 18 novembre 1918 nella nascita della Repubblica di Lettonia. Il film si ispira sia al poema epico che al lavoro teatrale e vi aggiunge un aspetto contemporaneo collegandosi alla storia della Lettonia e alla sua battaglia per l’indipendenza, e alla continua lotta per permettere alla sovrana Repubblica di Lettonia di mantenere la libertà appena conquistata. Più di recente, la leggenda di Lāčplēsis è stata ripresa a teatro nel 1988, quando il leggendario eroe è diventato il protagonista di un’opera rock in cui si esprimeva lo spirito di risveglio nazionale che percorse l’Europa orientale alla fine degli anni Ottanta. Lāčplēsis si batteva ancora una volta per la libertà della Lettonia, questa volta dall’Unione Sovietica, a dimostrazione della longevità, della flessibilità e dell’importanza della leggenda. Lāčplēsis vive ancora: ha dato il nome a una delle più apprezzate birre lettoni e l’11 novembre si celebra la giornata di Lāčplēsis, in cui la Lettonia commemora coloro che nel 1918-1919 combatterono per difendere l’indipendenza del paese.
La missione fondamentale dell’eroe Lāčplēsis è quella di salvare il suo popolo e difendere il suo paese, come emerge da tutti gli adattamenti della leggenda (birra esclusa!). Il film Lāčplēsis intreccia due storie parallele. La prima, che costituisce il prologo, si svolge in un reame mitologico, in cui Lāčplēsis si batte contro il traditore Kangars per liberare l’amata Laimdota, tenuta prigioniera dal Cavaliere Nero, implacabile nemico dell’eroe. L’altra ha luogo nella Lettonia contemporanea e trasforma due persone comuni, Jānis Vanags e Mirdza Saulīte, in moderne incarnazioni di Lāčplēsis e Laimdota impegnati nella lotta per l’indipendenza della Lettonia. La loro storia comincia con la rivoluzione del 1905, fa un salto avanti fino alla prima guerra mondiale e continua con la battaglia per l’indipendenza lettone, che culmina con la proclamazione della Repubblica di Lettonia il 18 novembre 1918 e le lotte del 1919 per mantenere la libertà.
Il film è denso di riferimenti storici che potrebbero risultare oscuri per gli odierni spettatori non lettoni. Ad esempio, alcune delle persone che vediamo sul palcoscenico del Teatro Nazionale nella scena della proclamazione dell’indipendenza della Lettonia sono le stesse che avevano partecipato al reale evento storico, svoltosi nel medesimo luogo il 18 novembre 1918. Lāčplēsis fu girato in molte località storicamente importanti, una scelta questa che ha permesso di fondere più profondamente finzione, mito e storia. Concepito per celebrare il decimo anniversario dell’indipendenza della Lettonia, è il più grande e ambizioso film muto del paese. Per ambizione e ampiezza di respiro non aveva allora precedenti, e ancor oggi sono pochissimi, se pur ve ne sono, i film che possono vantare un livello analogo di ambizione artistica, tale da unire fatti e finzione, storia e leggenda.
Il regista Aleksandrs Rusteiķis (1882-1958) è considerato uno dei fondatori del cinema nazionale lettone. Visse in Lituania, Ucraina e Russia, dove recitò come attore di cinema e teatro. Si trasferì in Lettonia nel 1924; prima di diventare regista cinematografico fu attore e anche insegnante di recitazione. Collaborava di solito con l’operatore Jānis Sīlis, che è il suo direttore della fotografia in Lāčplēsis. Benché del primo cinema lettone poco sia sopravvissuto, è chiaro che Rusteiķis giocò un ruolo importante nella formazione della scena cinematografica nazionale. Diresse il primo film sonoro lettone, Daugava (1934), il cui titolo riprende il nome di uno dei più grandi fiumi del paese e che purtroppo è andato perduto. Secondo la studiosa Inga Pērkone-Redoviča, quello di Rusteiķis è uno stile dinamico, con primi piani di grande impatto emotivo e un inventivo montaggio. Altre caratteristiche della sua opera sono la combinazione fra documentario e fiction e l’impiego di attori non professionisti. Tutto questo, sempre secondo la succitata studiosa, fa di Rusteiķis un pioniere di quella convergenza di stili e generi che è ancora tipica del cinema lettone del ventunesimo secolo.
Le due parti principali sono interpretate da Voldemārs Dimze (Lāčplēsis e Jānis Vanags) e da Lilita Bērziņa (Laimdota e Mirdza Saulīte). Voldemārs Dimze (1902-1942) era un pilota d’aviazione, non un attore professionista. Il fisico robusto ed evidentemente ben allenato gli permetteva però di incarnare la tipica figura di eroe maschile. Lilita Bērziņa (1903-1983) era invece un’attrice professionista di teatro e di cinema. Recitò in numerosi film muti che in gran parte, purtroppo, sono andati perduti. Nel corso della sua lunga carriera teatrale e cinematografica fu amata e profondamente rispettata dai colleghi e dal pubblico.
Alla sua uscita Lāčplēsis riscosse un largo successo di pubblico e fu accolto con favore dalla critica. Sappiamo che il film circolò anche internazionalmente: ad esempio, nel febbraio del 1931 fu proiettato a Praga. Oggi Lāčplēsis è uno dei 12 film inclusi nel “canone culturale” della Lettonia, che raccoglie le opere più significative del patrimonio culturale e artistico del paese.
Lāčplēsis fu presentato per la prima volta alle Giornate nell’ottobre del 1990 per festeggiare la riconquistata indipendenza della Lettonia nel maggio di quello stesso anno (v. articolo di Yuri Tsivian in Griffithiana 38/39, 1990). In quell’occasione la copia proveniva dalla Cinémathèque suisse. Quest’anno proponiamo invece il film nel restauro del 2022 effettuato presso lo Studio Locomotive di Riga.
Agnese Logina

LĀČPLĒSIS [L’uccisore di orsi / The Bear Slayer] (LV 1930)
regia/dir: Aleksandrs Rusteiķis.
scen: Alfrēds Bērziņš, Aleksandrs Rusteiķis, Jānis Sīlis.
photog: Jānis Sīlis.
scg/des: Elerts Treilons.
cast: Voldemārs Dimze (Lāčplēsis, poi/later Jānis Vanags), Lilita Bērziņa (Laimdota, poi/later Mirdza Saulīte), Osvalds Mednis (Melnais Bruņinieks) (Il Cavaliere Nero, poi lo Straniero / The Black Knight, later The Stranger)), Jēkabs Upenieks (Kangars il traditore, poi il personaggio oscuro / Kangars the Traitor, later the Dark Character), Kristaps Kreicbergs (Saulītis, il padre di Mirdza/Mirdza’s father), J. Celins (Colonello/Colonel Zemitans), Adolfs Igals (Rudzis, il guerriero/the warrior).
prod: “Aizsargu” organizācija [Organizzazione dei “Difensori”/“Defenders” Organization].
uscita/rel: 03.03.1930.
copia/copy: DCP, 98′ (da/from 35mm, 24 fps); did./titles: LVA.
fonte/source: Latvijas Kultūras akadēmija Rīgas Kino muzejs, Riga [Latvian Academy of Culture Riga Film Museum, Riga].