LE TSAR FERDINAND

LE TSAR FERDINAND (FR c.1914-1916)

Nessuna biografia di un monarca supera Foxy Ferdinand, 1861-1948, Tsar of Bulgaria (1979) di Stephen Constant, penetrante ed equilibrata analisi dell’uomo che fu definito, oltre che con vari altri epiteti, “il Bismarck dei Balcani”. Figlio del principe Augusto di Sassonia-Coburgo e della principessa Clementina di Orléans, figlia di re Luigi Filippo, Ferdinando era considerato un candidato assai poco probabile a qualunque trono, e ancor meno a uno precario come quello di Bulgaria. Superficialmente debole ed effeminato, vanitoso e superstizioso, era dolorosamente conscio delle spropositate dimensioni del suo naso e totalmente sottomesso alla temibile madre, che voleva vederlo in una posizione degna dei suoi antenati della linea Borbone-Orléans. Nessuno a quell’epoca avrebbe potuto immaginare che egli si sarebbe dimostrato un diplomatico di prim’ordine – “Ferdinando la volpe” – riuscendo a mettere l’uno contro l’altro tutti i suoi avversari per assicurare alla Bulgaria l’indipendenza dalle forti pressioni delle schermaglie tra le potenze russa e austro-ungarica. Secondo sua cognata, la principessa Luisa del Belgio, era “uno degli esseri più curiosi che si possano immaginare. Per descriverlo adeguatamente ci vorrebbe la penna di un Barbey d’Aurevilly o di un Balzac” (Autour des trônes que j’ai vu tomber, 1921).
Le vicende politiche della Bulgaria erano oggetto di frequenti analisi sulla stampa internazionale dell’epoca, e le autentiche macchinazioni che scuotevano il trono di Ferdinando affiorano spesso nei romanzi di argomento ruritano: pensiamo per esempio a The King of Alberia. A Romance of the Balkans di Laura Daintrey (1895) e The Garden of Lies di Justus M. Forman (1904; la Universal ne trasse un film nel 1915). Ferdinando era entusiasta della sua posizione di monarca, dapprima come principe reggente sotto sovranità nominale ottomana e poi con il titolo di zar nel 1908; trasformò la sua corte in un raffinatissimo simulacro dell’etichetta francese ed austriaca (le pietanze e i vini erano degni di Lucullo). Si sposò due volte, la prima con l’ultracattolica principessa Maria Luisa di Borbone-Parma, madre dei suoi quattro figli, e dopo la morte di lei nel 1899 con la principessa Eleonora di Reuss-Köstritz; l’omosessualità di Ferdinando, però, non era un segreto per nessuno (tanto meno per le guardie di palazzo) ed entrambi i matrimoni furono profondamente infelici.
Ferdinando adorava i gioielli – si dice che tenesse in tasca grosse pietre preziose su cui posare lo sguardo quando aveva bisogno di contemplare oggetti di grande bellezza – e le sue mani curate in maniera impeccabile suscitavano numerosi commenti. Era però anche un ornitologo, un entomologo e un botanico di valore, i cui contributi furono riconosciuti da un necrologio sulla rivista Nature (02.10.1948). Il suo errore più grave fu quello di schierarsi con gli Imperi centrali nella prima guerra mondiale; nel 1918 fu costretto all’esilio e visse per lo più a Coburgo fino alla morte, avvenuta cinque anni dopo quella del figlio e successore Boris III. Quest’ultimo fu assassinato in circostanze ancor oggi misteriose (insieme alla moglie, la regina Giovanna, figlia dei sovrani d’Italia Vittorio Emanuele III ed Elena, egli si era intensamente adoperato per salvare la popolazione ebraica della Bulgaria durante l’occupazione nazista). In queste riprese, girate assai probabilmente nei primi anni della prima guerra mondiale, vediamo Ferdinando in treno, assieme a uno dei suoi amati cani.

Jay Weissberg

LE TSAR FERDINAND (FR, c.1914-1916)
prod: Gaumont.
copia/copy: DCP, 1′; senza did./no titles.
fonte/source: Gaumont-Pathé Archives, Saint-Ouen.

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