PO HORÁCH, PO DOLÁCH

PO HORÁCH, PO DOLÁCH [Per monti e per valli / Over Mountains, Over Valleys] (CS 1930)
Regia di Karel Plicka

“Quando vedevo un villaggio slovacco per la primissima volta, già immaginavo come sarebbe apparso su pellicola. Era il suo fascino artistico puro e pittoresco, anche se all’epoca ancora indeterminato, che mi affascinava.” – Karel Plicka
Karel Plicka (1894-1987) fu un folclorista ed etnografo della Matica slovacca (Matica slovenská), un’organizzazione culturale e scientifica nazionale fondata nel 1863 e riesumata nel 1919 con la missione di sviluppare e rafforzare il patriottismo slovacco e risvegliare la coscienza nazionale degli slovacchi entro i propri confini e all’estero. Considerato un fondatore dell’educazione cinematografica e del cinema slovacco, Plicka iniziò come fotografo, documentando le tradizioni culturali in via di estinzione della campagna slovacca. Già le sue fotografie mostravano che egli possedeva una forte visione poetica del mondo, con un chiaro sforzo per trovare la controparte armoniosa dei canti popolari nelle sue immagini. Nel 1926 acquistò la sua prima cinepresa e iniziò a prendere dimestichezza con la realizzazione di film, girando dapprima brevi segmenti come modo di registrare ciò che vedeva, i quali poi venivano montati in film più lunghi, sempre con uno scopo etnografico. Po horách, po dolách (Per monti e per valli) è un’ulteriore elaborazione sui temi del suo precedente lavoro, Za slovenským ľudom (Sul popolo slovacco, 1928), e per molti versi segna il suo ritorno in luoghi familiari, questa volta con nuove attrezzature ed esperienze.
Il titolo del film, Po horách, po dolách, è preso in prestito dal testo di una canzone popolare: “Ho un cavallo di nome Fako, che mi trasporta comodamente, per monti, per valli, attraverso la fredda rugiada del mattino”. L’affinità tra il film e la canzone si riflette sia nel titolo che nel contenuto. L’intenzione drammaturgica del film era la documentazione etnografica, con un quadro geografico più ampio al fine di esplorare i fenomeni culturali. L’obiettivo principale di Plicka era di documentare le forme classiche della cultura popolare tradizionale prima che queste svanissero per sempre. La struttura del film si compone di unità tematiche in sequenza che contengono brevi profili di villaggi slovacchi caratteristici. I contenuti di ciascuna sequenza non sono una variazione di modelli schematici; nel raffigurare ciascuno dei villaggi, egli cerca a tutti i costi un’unicità tematica. La maggior parte del film è incentrata sui giochi dei bambini contrapposti allo sfondo della pittoresca architettura del villaggio di Čičmany, del paesaggio della regione dell’Alto Hron presso Heľpa e del maestoso panorama della catena montuosa di Belianske Tatras presso Ždiar. La rappresentazione della giovinezza, del movimento, delle dimostrazioni di forza fisica, dell’ingegno, della destrezza e l’atmosfera immediata dei giochi dei bambini che vediamo qui erano temi sui quali Plicka sarebbe ritornato costantemente nei suoi film.
Nell’opera di Plicka, la sua attenzione per la luce, l’efficace disposizione compositiva e il lirismo formano la sua firma d’autore. La sua fotografia “in movimento” originava dalla fotografia fissa e, in effetti, la macchina da presa è per lo più statica, con panoramiche solo occasionali. Essa posiziona i personaggi sulla linea dell’orizzonte, o li riprende dal basso, monumentalizzandoli. La forma (immagine) è subordinata al contenuto (documentazione etnografica). Scene separate danno vita a sequenze tematiche senza alcuna continuità logica o concetto drammaturgico. L’immagine è principalmente un mosaico di sequenze separate, collegate da una cornice esterna (ad esempio, il tema del villaggio) piuttosto che dall’inerente motivazione dell’azione. Il tutto non ha né un soggetto né un flusso narrativo omogeneo, formando invece una composizione di unità liberamente assegnate. All’interno della composizione, nel passaggio dal fatto etnografico alla struttura artistica, si verifica una sintesi tra documentario e poesia, creando una sinfonia cinematografica.

Venezia 1932  Nella prima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, i documentari costituirono una parte importante del programma. Il film etnografico cecoslovacco Po horách, po dolách (Per monti e per valli), del regista Karel Plicka, fu proiettato nel corso della quinta serata, mercoledì 10, di fronte a un pubblico stipato in ogni dove. Ciononostante, non sembra esistere nessun resoconto contemporaneo riguardo l’accoglienza del film e anche il testo di Mario Gromo erroneamente pubblicato nel libro Venezia 1932: il cinema diventa arte in realtà si riferisce a Zem spieva (La terra canta), un altro film di Plicka (al riguardo, si veda La Stampa, giovedì, 23 agosto 1934). Tuttavia, proprio perché due anni dopo la Cecoslovacchia partecipò alla medesima kermesse con ben quattro titoli (tra i quali, il summenzionato Zem spieva), è possibile supporre che Po horách, po dolách abbia in effetti riscosso un certo successo.

La copia  Il film sarà presentato in versione digitale, poiché l’unico controtipo negativo in acetato sopravvissuto non conserva tutta l’informazione dell’immagine originale del nitrato da perforazione a perforazione, il cosiddetto “35 mm full-gate”. Dal controtipo negativo, i laboratori hanno copiato per singole parti prima una porzione del cosiddetto “frame Academy 35 mm” e poi la porzione mancante a causa della colonna sonora. Vi sono stati anche spostamenti e sovrapposizioni parziali a causa della posizione errata dell’inizio dell’immagine. Il motivo per cui il processo di riproduzione nei laboratori è stato così elaborato è probabilmente dovuto al fatto che questi non avevano apparecchi per il 35 mm full-gate; essi hanno dunque fatto del loro meglio per preservare quanta più area dell’immagine possibile, tenendo conto di questo limite. Grazie alla tecnologia digitale, siamo stati in grado di ricostruire parzialmente l’immagine, fornendo così allo spettatore l’opportunità di vedere un risultato paragonabile alla copia originale in nitrato.

Rastislav Steranka, Federico Striuli

PO HORÁCH, PO DOLÁCH [Per monti e per valli / Over Mountains, Over Valleys] (CS 1930)
regia/dir, scen, photog, mont/ed: Karel Plicka.
prod: Matica slovenská.
dist: Slovensko-film, Bratislava.
uscita/rel: 13.03.1930.
copia/copy: DCP, 101’ (da/from 35mm, 1842 m., 16 fps); did./titles: SVK.
fonte/source: Slovenský filmový ústav, Bratislava.

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