PROFANAZIONE (IT 1924-1926)
Regia di Eugenio Perego
Eugenio Perego non ha la considerazione che merita tra i registi del cinema muto italiano. Anche una voce precisa nei dati come quella di Roberto Chiti per il Filmlexicon degli autori e delle opere è molto ridimensionante sull’importanza del regista. Fortunatamente le ricerche filmografiche di Vittorio Martinelli, e i suoi lavori su Leda Gys e la Lombardo Film (poi Titanus) hanno cominciato a offrire un quadro che consente di accorgersi che Perego non è stato affatto uno dei tanti direttori artistici. E fortunatamente si è potuto vedere anni fa (anche alle Giornate 2017) il suo film Trappola (il titolo sulla copia è appunto senza articolo, non La trappola o In trappola come da filmografie) che nel 1922 apparve avviare una fedele collaborazione con la Lombardo Film, di numerosi film con l’attrice fino, alle soglie del sonoro, all’apparentemente perduto La signorina Chicchirichì che nel 1929 interrompe l’attività cinematografica di entrambi, come se per loro il cinema finisse col muto. E se Leda Gys, da moglie di Gustavo Lombardo e madre di Goffredo, mantenne alla Titanus un ruolo di “madonna del cinema”, comparendo anche nelle foto sul set di Maddalena di Genina, Perego, pur vivendo fino al 1944, rimase allo stato delle conoscenze inattivo, diversamente dall’altro regista dell’attrice Ubaldo Maria Del Colle che fu coinvolto fino al dopoguerra in produzioni Titanus.
Si diceva che fortunatamente si è visto Trappola perché esso rivelò non solo il consueto brio da commediante di Leda ma una forza di messinscena inusitata, cosicché un critico con sguardo complessivo sul cinema italiano come Adriano Aprà lo segnalò tra i film più convincenti del muto italiano.
Ora, con la disponibilità in versione digitalizzata a cura della Cineteca del Friuli di una copia di Profanazione appartenente al fondo ivi depositato dalla Cappella Underground di Trieste, ci si offre un film particolarmente importante, che si iniziò a girare già nel 1921 (con titolo La poesia della menzogna) ma subì censure e rimontaggi fino alla versione distribuita nel 1926. Martinelli ha il merito di segnalare che già una delle prime sceneggiature di Perego, Quale dei due?, realizzata dal collega Del Colle alla Pasquali nel 1912, delinea il tema di questo film. E inoltre il compianto studioso ha un’intuizione magnifica: che il tema anticipa quello del classico della napoletanità Filumena Marturano, la commedia di Eduardo del 1946. Con ciò indicando che le radici napoletane della Titanus hanno avuto nel milanese Perego un sorprendente ispiratore. Infatti la filmografia iniziale di Perego attraversa una lunga fase alla Milano Films, arriva a numerosi titoli con Pina Menichelli e approda all’analogamente prolungata collaborazione con Leda Gys alla Lombardo Film, dove già nei titoli vari film ostentano la napoletanità.
Ci si conferma che i Lombardo, padre e figlio, sono stati anche dei grandi unificatori del territorio nazionale, distribuendo il primo nel meridione i film di Pittaluga e poi girando alla Fert di Torino, prima di creare i propri studi (in cui si girò per gli interni anche La statua vivente di Camillo Mastrocinque, film del 1943 recentemente riscoperto dalla Cineteca del Friuli), studi molto più piccoli rispetto a Cinecittà e perciò, alla pari di quelli hollywoodiani della Universal, i più giustamente unheimliche per le vicende familiari di Raffaello Matarazzo e poi di Valerio Zurlini. E quel geniale riscrittore della napoletanità che è stato Matarazzo è insieme a Mastrocinque il prosecutore dei temi di doppio delineati da Perego. Come diceva già quel titolo fondante: Quale dei due? Chi è il figlio naturale e chi quello estraneo da imparare ad amare per amare davvero anche l’altro? Chi è la donna amata e chi la sua ingiustamente impossibile reincarnazione?
Nel 1922 Perego scrive per la Lombardo Film anche la sceneggiatura di La fiamma sacra di Charles Krauss, uno dei dieci film italiani del cineasta belga con la moglie-attrice Maryse Dauvray (tutti realizzati dalla Lombardo, a segno anche della sua apertura internazionale), anch’esso recentemente digitalizzato dalla Cineteca del Friuli con un altro film della coppia. E anche lì appare l’ambiguità del doppio. Questo film, come d’altronde il soffertamente rimontato Profanazione, non è un capolavoro: ma essi rivelano la fucina di ossessioni da cui si forma un capolavoro come Trappola, e da cui poi si compie lo splendore del cinema di Matarazzo, o il fascino consapevole del teatro di Eduardo. Film in cui può sembrare che le convenzioni sociali, anche nella rappresentazione delle vicende matrimoniali, dominino sovrane, ma che invece rivelano inquietudini. Un film coevo di Perego s’intitolava già ambiguamente L’unico peccato, Matarazzo espliciterà poi, riprendendo in un suo titolo le parole evangeliche: Chi è senza peccato…
Sergio M. Grmek Germani
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PROFANAZIONE (IT 1924-1926)
regia/dir, scen: Eugenio Perego.
photog: Vito Armenise? Domenico Bazzichelli?
cast: Leda Gys (Giulia Quaranta), Alberto A. Capozzi (Luciano Quaranta), Silvio Orsini (Alfredo Martini), Eduardo Senatra (Roberto Marelli).
prod: Lombardo Film, Napoli.
v.c./censor date: 15.12.1924 (no. 20167).
uscita/rel: 04.04.1926 (Roma).
copia/copy: DCP, 63′; did./titles: ITA.
fonte/source: La Cineteca del Friuli, Gemona.