Cineamatori: il tour mondiale dei film premiati dallo IAC (1932-1934)
Programma a cura di Keith M. Johnston
“Il primo tour mondiale in assoluto dei film amatoriali è cominciato lo scorso autunno e quando sarà completato quattro film inglesi, uno spagnolo, uno austriaco e uno giapponese saranno stati visti in Jugoslavia, Austria, Ungheria, Sudafrica, nella Colonia del Kenya, a Bombay, a Shimla, nel Deccan, a Madras, in Birmania, a Penang, nelle Filippine, a Shanghai, in Nuova Zelanda, negli Stati Uniti, nella Guyana britannica, in Australia, Giappone e Portogallo … Si calcola che alla conclusione del tour … 250.000 persone avranno visto i film premiati.” (“The Importance of Sub-standard Films for Competitive Purposes [L’importanza dei film in formato ridotto per fini competitivi]”, The IAC Bulletin, ottobre 1936, pp. 24-26)
I film amatoriali raramente godono del plauso, dell’attenzione e dell’interesse archivistico dei meglio conosciuti cugini di lungo metraggio. Se la gran parte del cinema dei primi decenni può essere definito “amatoriale”, gli anni Venti videro emergere una più netta demarcazione tra la produzione commerciale mainstream e il mondo hobbistico non professionale del cineamatore. In vari paesi del mondo, cineamatori solitari, piccoli team a conduzione familiare, e gruppi più organizzati di filmmaker cominciarono a realizzare cortometraggi nei più svariati generi e con i più svariati approcci. Questi cineamatori e questi cineclub, che inizialmente usarono il 35mm per poi passare ai formati ridotti del 9,5 e del 16mm (introdotti rispettivamente dalla Pathé e dalla Kodak), scimmiottavano la produzione commerciale e se ne allontanavano esplorando le possibilità artistiche e sperimentali dei cortometraggi in formato ridotto.
Durante i tardi anni Venti e lungo gli anni Trenta, benché certi cineamatori e certi cineclub avessero presto adottato la nuova tecnologia (pellicola a colori, widescreen, suono sincronizzato), i loro film rappresentano un’estensione dell’era del muto a tutti gli anni Quaranta e Cinquanta. Le loro entusiastiche e diversificate esplorazioni delle opportunità stilistiche offerte dai formati del cinema muto riguardavano differenti forme e generi: animazione, commedia, documentario, film drammatico, etnografia, cinema sperimentale, home-movies, film di viaggi.
In diversi paesi, comparvero nuovi club con l’intento di mettere insieme le diverse tradizioni cineamatoriali nazionali: ad esempio, l’American Amateur Film League, la Lega dei cineamatori tedeschi, il Klub der Kino-Amateure di Vienna, l’Associazione nazionale svedese dei cineamatori, il circolo amatoriale di Tokyo Sakura Kogata Eigo Kyokai (Cherry Amateur Movie Society), le sezioni cinematografiche del Centre Excursionista de Catalunya e dello Zagreb Photo Club. Vennero così avviati sia concorsi internazionali, con scambio di film tra cineclub, sia congressi internazionali che avrebbero ispirato la creazione, verso la metà degli anni Trenta, dell’Union Internationale du Cinéma d’Amateur (UNICA).
Costituito in Inghilterra nel settembre del 1932, l’Institute of Amateur Cinematographers (IAC) derivava da precedenti associazioni che avevano tentato di formare una rete nazionale dei cineclub. La creazione di un concorso cinematografico era fondamentale per lo IAC che voleva celebrare ed esibire a livello internazionale i migliori film amatoriali. Nel 1935 lo IAC decise di lanciare una grande iniziativa, il World Tour of Prizewinning Films, ovvero il tour mondiale dei film premiati. Questo tour nasceva da un riuscito modello di rete distributiva con pacchetti di film spediti ai singoli cineclub, che li facevano girare dall’uno all’altro. Il Tour, inizialmente inteso come vetrina dei titoli premiati dallo IAC nel 1934, fu ampliato in modo da includere tre vincitori del concorso del 1933. Le ragioni di ciò sono andate perdute nel tempo, anche se la lista di sette film permetteva a un maggior numero di nazioni di essere rappresentate e, forse casualmente più che intenzionalmente, includeva i contributi di due cineamatrici inglesi, Ruth Stuart e Agnes Thubron (che lavorava con il marito John Thubron). Benché il concorso IAC comprendesse opere firmate da donne e che molti cineclub avessero donne tra i propri soci, la comunità dei cineamatori inglese rimaneva patriarcale nella sua struttura e notevole rimane l’inclusione delle due succitate filmmaker.
Realizzato d’intesa con i cineclub delle varie parti del mondo, il Tour ebbe inizio a Belgrado nel novembre del 1935 proponendo sette film premiati dallo IAC. Era questo un modo, secondo l’Istituto, di “rafforzare i legami d’amicizia tra le nazioni”. Il programma costituiva un’istantanea della vasta gamma di stili e generi utilizzabili dai cineamatori. Sulla base delle informazioni disponibili, possiamo dire che questi sette film viaggiarono per oltre quattro anni tra Europa, Africa, Asia e Australasia, con proiezioni effettuate in Sudafrica, India, Filippine, Cina, Giappone e Nuova Zelanda.
Le istruzioni date dallo IAC per il Tour includevano l’ordine raccomandato di proiezione (riproposto alle Giornate). Queste istruzioni non ci sono pervenute, ma è probabile che contenessero suggerimenti in merito all’accompagnamento musicale registrato. Nel dicembre del 1939 le copie circuitate vennero donate all’Australian Amateur Cine Society. Come osservava il cineamatore di Sydney James A. Sherlock, le copie recavano i segni rivelatori delle ripetute proiezioni, che le avevano lasciate “fragili, senza più code e in alcuni casi senza titoli di coda”. Ma, assicurava Sherlock, i film “sarebbero tornati in condizioni più che accettabili con un semplice trattamento”.
Abbiamo voluto ricreare nel 2022 lo IAC World Tour per festeggiare il 90esimo anniversario dello IAC stesso. È il risultato delle ricerche condotte per il progetto accademico-curatoriale sul cinema amatoriale tra le due guerre “International Amateur Cinema between the Wars, 1919-1939”, finanziato dal Social Sciences and Humanities Research Council of Canada (SSHRC). Ulteriori fondi e sostegno per la digitalizzazione di questi sette film sono stati assicurati dall’Institute of Amateur Cinematographers, dall’East Anglian Film Archive, dall’Elías Querejeta Zine Eskola (EQZE) di San Sebastián e dalla Filmoteca Catalunya di Barcellona. Le nuove scansioni di questi film rivelano visioni del mondo diverse e tali da includere assunti imperiali e coloniali (si vedano qui di seguito le schede dei film), ma mostrano anche le possibilità creative esplorate da questi cineamatori degli anni Trenta.
Keith M. Johnston
Selezione film/Programme selection: Enrique Fibla-Gutierrez, Paul Frith, Keith M. Johnston. Consulenti/Advisory team: Andrea Mariani, Charles Tepperman. Supervisione restauri/Restorations supervised by: Peter White, Rosa Cardona. Curatore/Curated by Keith M. Johnston.
TO EGYPT AND BACK WITH IMPERIAL AIRWAYS (GB, 1931-32)
regia/dir, scen: Ruth Stuart. copia/copy: DCP, 17’46” (da/from 16mm, 400 ft., 16 fps); did./titles: ENG. fonte/source: East Anglian Film Archive, Norwich, UK.
Ruth Stuart è stata una sorta di cineamatrice prodigio, avendo filmato il suo viaggio in Egitto quando aveva solo 16 anni. Era partita da sola, con i genitori a quanto pare ignari dei suoi spostamenti. Per questo, che è il suo secondo film, aveva chiesto dei consigli sulla misurazione dell’esposizione. “In Egitto e ritorno con la compagnia area Imperial Airways” ci mostra i vari momenti di un volo aereo negli anni Trenta e vedute dell’Egitto, non senza l’esibizione di qualche occasionale atteggiamento imperialistico britannico. Il film conquistò la medaglia d’oro all’edizione 1933 del concorso per cineoperatori amatoriali di American Cinematographer e, sempre nel 1933, fu premiato come “novità” al terzo concorso internazionale dei cineamatori tenutosi a Parigi e vinse anche il premio dello IAC, il primo dei tanti assegnati negli anni Trenta alle produzioni della Stuart.
Keith M. Johnston
WESTMINSTER IN WINTER (GB 1932)
regia/dir, scen: Matthew L. Nathan. copia/copy: DCP, 11’40” (da/from 16mm, 280 ft., 16 fps); did./titles: ENG. fonte/source: East Anglian Film Archive, Norwich, UK.
Documentario di inizio anni Trenta con le vedute di Westminster, tra cui le due camere del Parlamento, il ponte di Westminster, il parco di St. James e il West End londinese. Il suo autore, Matthew L. Nathan, sottolineava sullo IAC Bulletin del gennaio 1934 l’importanza della varietà nella produzione documentaria, in parte perché il pubblico non notasse “errori di costruzione o trattamento”. Avvocato operante a Londra, Nathan era una figura nota nei circoli dei cineamatori britannici per i suoi altri titoli, An Austrian Village (1933) e Venice (1934), entrambi vincitori del premio IAC.
Keith M. Johnston
HER SECOND BIRTHDAY (GB 1932)
regia/dir, scen: Agnes & John B. Thubron. cast: June Thubron. copia/copy: DCP, 5’33” (da/from 16mm, 250 ft., 16 fps); did./titles: ENG. fonte/source: East Anglian Film Archive, Norwich, UK.
TRANSPORT (GB 1933)
regia/dir, scen: Agnes & John B. Thubron. copia/copy: DCP, 10’15” (da/from 16mm, 250 ft., 16 fps); did./titles: ENG. fonte/source: East Anglian Film Archive, Norwich, UK.
Nel cinema amatoriale molti team erano costituiti da marito e moglie: è il caso di questa pluripremiata coppia. Annotava Agnes Thubron che Her Second Birthday era nato come una “documentazione domestica” della visita della nipote (che viveva in India) e non era mai stato inteso per un concorso. Fu solo dopo aver sviluppato e visionato il primo rullo, che i due coniugi pensarono di girare ulteriori inquadrature e di aggiungere le riprese a passo uno per i giocattoli. Possiamo dunque considerare il film come un home-movie degli anni Trenta e anche come un precoce esempio di animazione amatoriale.
Il secondo film della coppia, Transport, ci mostra le varie modalità di trasporto osservate nel corso dei loro viaggi in Sudafrica, India e di nuovo in Inghilterra. Data la classe e lo status dei Thubron, il film ci propone una sua particolare visione dei diversi paesi e popoli che l’Inghilterra aveva colonizzato, nondimeno riesce a cogliere significative differenze nazionali sia nella disponibilità dei mezzi di trasporto di massa e individuale sia nei problemi che essi pongono. Il più popolare dei sette film del tour mondiale, Transport fu definito “un vero film amatoriale nel senso migliore del termine”.
Keith M. Johnston
MEMMORTIGO? [Suicidio?/Suicide?] (ES 1934)
regia/dir, scen: Delmiro de Caralt. copia/copy: DCP, 13’54” (da/from 16mm, 386 ft., 18 fps); senza did./no titles. fonte/source: Filmoteca de Catalunya, Barcelona.
Questo film sperimentale che indaga pessimismo e ottimismo è opera di Delmiro de Caralt i Puig (1901-1990), eminente cineasta d’avanguardia e pensatore che introdusse il cinema amatoriale in Spagna negli anni Venti e fondò la Biblioteca del Cinema Delmiro de Caralt (ora parte della Filmoteca de Catalunya). Oltre a vincere il premio IAC, il film (il cui titolo è in esperanto) ottenne anche una “menzione d’onore” all’edizione 1934 del concorso per cineamatori di American Cinematographer.
Keith M. Johnston
EIN SOMMER GEHT ZU ENDE [Ultimi giorni d’estate/Last Days of Summer] (AT 1933)
regia/dir, scen: Hans Figura. copia/copy: DCP, 9’18” (da/from 16mm, orig. 282 ft., 16 fps); did./titles: GER. fonte/source: East Anglian Film Archive, Norwich, UK.
Il professor Hans Figura era un filmmaker di Vienna membro del Klub der Kino-Amateure di quella città. Questo delicato documentario segue due bambine che giocano nei pressi del Danubio prima di tornare a malincuore a scuola. Data la presenza di materiale sensibile, il film è stato rieditato e ha una durata inferiore rispetto all’originale (non senza discussioni, l’archivio, tenuto conto della sensibilità moderna, ha deciso di togliere la sequenza fisicamente rivelatrice delle due bambine che si spogliano sulla spiaggia).
Keith M. Johnston
SISTER (JP 1933)
regia/dir, scen: Kichinosuke Takeuchi. cast: Ayako (la sorella/sister), Seizo (l’amico del defunto fratello/her late brother’s friend). copia/copy: DCP, 17’34” (da/from 16mm, 426 ft., 16 fps); did./titles: ENG. fonte/source: East Anglian Film Archive, Norwich, UK.
Cineamatore attivo nella regione del Kansai, Kichinosuke Takeuchi scrisse articoli e sceneggiature per pubblicazioni amatoriali locali come Bebī kinema (Baby cinema) e Patē kinema (Pathé cinema). Proprietario di un negozio di kimoni a Kyoto, Takeuchi fece anche parte dei consigli d’amministrazione della Kodak Nippon 8 miri Kyōkai (Associazione giapponese dell’8 millimetri) e della Nippon 8 miri Eiga Renmei (Lega giapponese dell’8 millimetri). Sister è una storia incentrata sull’amore di una sorella per il fratello. Partecipò al concorso dell’Institute of Amateur Cinematographer del 1933.
Keith M. Johnston
