THE UNKNOWN

THE UNKNOWN (Lo sconosciuto) (US 1927)
Regia di Tod Browning
Partitura di José María Serralde Ruiz, eseguita da Orchestra San Marco di Pordenone.

Tod Browning realizzò dieci film con Lon Chaney; fra questi vi sono I tre (The Unholy Three, 1925), Il serpe di Zanzibar (West of Zanzibar, 1928), e il leggendario Il fantasma del castello (London After Midnight, 1927), attualmente dato per disperso. Lo sconosciuto può essere considerato come il più fulgido esempio della loro collaborazione, ed è certamente quello che ha suscitato le maggiori attenzioni da parte della critica, anche se non sempre in senso favorevole. Mordaunt Hall scrisse sul New York Times che “non è certo una storia piacevole. È raccapricciante, e a tratti sconvolgente… La vicenda è qualcosa a metà strada fra Balzac e Guy de Maupassant, più un tocco di O. Henry e del colorito retaggio fieraiolo di Browning. Il ruolo di Alonzo, che si atteggia a mutilata attrazione in un circo spagnolo, sembra fatto su misura per i personaggi più bizzarri così cari a Chaney, qui costretto a trascorrere diverse ore al giorno con le braccia legate al busto; quando lo vediamo da solo, a porte chiuse, si scopre tuttavia che la sua mano sinistra ha un pollice doppio.”
Il circo e gli spettacoli di fiera erano in effetti le ambientazioni predilette da Tod Browning, al pari della sua passione per “i personaggi più bizzarri” e per la mutilazione, un’ossessione condivisa da Chaney. Questi temi rivestirono tuttavia una funzione centrale nei suoi film in due sole occasioni, dapprima in Lo sconosciuto e poi, cinque anni dopo, in Freaks. La mutilazione in Lo sconosciuto è, sulle prime, nient’altro che una truffa. Alonzo nasconde le sue braccia sotto un corsetto, ma quando egli si rende conto che la ragazza di cui è innamorato aborre il contatto fisico, decide di farsele amputare. La metafora sessuale non potrebbe essere più evidente.
Lon Chaney non è qui “l’uomo dai mille volti” nel senso letterale del termine, e anzi il suo trucco facciale è in questa occasione ridotto al minimo, ma è proprio l’espressività del suo viso e di ogni parte del corpo, ognuna dotata quasi di vita propria, a rendere plausibile una trama ai limiti del ridicolo. Il ruolo della giovane è interpretato da una giovanissima Joan Crawford. Pur essendo tutt’altro che una debuttante sullo schermo, l’attrice avrebbe dovuto attendere ancora un anno per diventare una vera e propria stella del cinema grazie a Our Dancing Daughters (1928). Crawford fu assai impressionata da Chaney: “è la persona più intensa, più speciale che io abbia mai incontrato”, ricordò più tardi, “un uomo letteralmente immerso nel proprio ruolo… Fu allora che mi resi conto per la prima volta della differenza fra l’essere di fronte alla macchina da presa e il recitare” (A Portrait of Joan: The Autobiography of Joan Crawford, 1962).
Dopo la sua prima distribuzione alla fine degli anni Venti, Lo sconosciuto – al pari di quasi tutti i film muti – ritornò nei magazzini della sua società di produzione e scomparve alla vista del pubblico. I cinefili ne rimpiansero la perdita per anni, finché il film non ricomparve in Francia alla fine degli anni Sessanta… o forse vent’anni prima? Le circostanze del ritrovamento del film sono alquanto complesse, e i due archivisti responsabili della sua resurrezione ne offrirono resoconti assai diversi fra loro. Secondo una versione apocrifa, Henri Langlois – il leggendario conservatore della Cinémathèque française – scoprì che alcune delle molte bobine della sua cineteca contrassegnate dalla parola “inconnu” (ignoto) non contenevano un film non identificato, bensì quello di Browning. La realtà fu probabilmente più prosaica, poiché esistono documenti secondo i quali Langlois acquistò una copia di distribuzione francese del film nel 1949, facendone stampare un duplicato dieci anni dopo. Comunque sia, il positivo in nitrato fu spedito nel 1970 alla George Eastman House di Rochester (oggi George Eastman Museum), il cui conservatore, James Card, aveva ottimi rapporti con Langlois. Fu lì che il film fu restaurato per la prima volta all’inizio degli anni Ottanta.
L’identificazione di “L’Inconnu” fra tanti film “sconosciuti” divenne così uno degli aneddoti preferiti dagli addetti ai lavori; una volta preservato, il capolavoro di Browning e Chaney entrò ben presto a far parte del canone cinematografico. La copia francese del film ha tuttavia una durata di soli 50 minuti, mentre la versione originale era quindici minuti più lunga. Per molto tempo nessuno si preoccupò di cercarne le parti mancanti, poiché si riteneva che tutte le copie esistenti provenissero dalla Cinémathèque française o dal primo restauro del George Eastman Museum, finché un altro esemplare in nitrato fu scoperto (o per meglio dire segnalato) al Národni filmový archiv di Praga. Si tratta di una copia di distribuzione per il mercato cecoslovacco, requisita dai tedeschi durante l’invasione nazista del Paese, da lì inviata al Reichsfilmarchiv di Berlino, poi confiscata come bottino di guerra dall’esercito sovietico alla fine della seconda guerra mondiale, inviata al Gosfilmofond di Mosca e infine “rimpatriata” in Cecoslovacchia.
L’esemplare in nitrato della cineteca di Praga è anch’esso incompleto, ma il benvolere della sorte ha fatto sì che quasi tutte le scene assenti da una copia fossero presenti nell’altra, così da completare meravigliosamente il mosaico. La durata totale della nuova versione restaurata dal George Eastman Museum è più corta di circa un minuto rispetto all’originale, probabilmente a causa di alcune dissolvenze incrociate tuttora mancanti. Le didascalie originali sono state ricostruite sulla base del découpage originale, tuttora conservato. Il pubblico può così vedere Lo sconosciuto in una forma assai vicina a quella in cui il film fu visto nel 1925. Non ci sono trame secondarie aggiuntive né nuovi colpi di scena, e il film rimane assai più breve rispetto alle tipiche produzioni hollywoodiane del periodo; ma ora che tutti i primi piani ricorrenti, tutti i piccoli gesti apparentemente senza rilievo, tutte le inquadrature di raccordo che sembravano distrarre dalla trama principale – in breve, tutto ciò che i distributori vollero tagliare per rendere più stringato il film – sono finalmente al loro posto, Lo sconosciuto si rivela finalmente per quello che è: uno studio psicologico sotto le spoglie di film dell’orrore.

Peter Bagrov, Anthony L’Abbate

La musica  Per la nuova partitura che mi è stata commissionata dalle Giornate mi sono ispirato, tra gli altri famosi compositori spagnoli degli anni Venti (alcuni dei quali, peraltro, all’epoca noti soltanto in Spagna), all’opera di Joaquín Turina e Manuel De Fall, con strumenti scelti in base al balletto di De Falla El amor brujo.
Gli studiosi spagnoli hanno analizzato le compilazioni di musica d’atmosfera curate per i film muti da Erno Rapée, Sam Fox e altri, oltre che i cue sheet proposti dagli studi americani per soggetti spagnoli. Ma Lidia López Gómez e Julio Arce, in particolare, hanno riscontrato in queste partiture una forte sottorappresentazione della musica spagnola, che al tempo è a malapena presente e quando lo è, viene suggerita con riferimenti totalmente scorretti.
Di conseguenza, per comporre nel 2022 la partitura di The Unknown è stato necessario cercare di cogliere l’ispirazione dell’epoca, non soltanto tramite i vari cue sheet che ci sono pervenuti, ma anche immaginando una lente culturale spagnola munita di filtri decolonializzanti. (Sono grato a Kendra Preston Leonard e al personale del Silent Film Sound & Music Archive che hanno messo a mia disposizione fonti provenienti da tutto il mondo.)
Chiedere a un compositore messicano di scrivere una nuova partitura per questo film è meno incongruo di quanto possa sembrare a prima vista: in questa versione completa e appena restaurata del capolavoro di Browning compare, in alcuni fotogrammi, un complesso di salteri i cui strumenti potrebbero ricordare quelli di un’Orquesta Típica messicana, allora assai nota in certe zone del Messico e degli Stati Uniti, con repertori spagnoli che sono stati la colonna sonora della mia infanzia.

José María Serralde Ruiz

THE UNKNOWN (Lo sconosciuto) (US 1927)
regia/dir: Tod Browning.
scen: Waldemar Young.
did/titles: Joseph W. Farnham.
photog: Merritt B. Gerstad.
mont/ed: Harry Reynolds, Earl Taggart.
scg/des: Cedric Gibbons, Richard Day.
cost: Lucia Coulter.
cast: Lon Chaney (Alonzo), Norman Kerry (Malabar), Joan Crawford (Nanon), Nick De Ruiz (Zanzi), John George (Cojo), Frank Lanning (Costra).
prod, dist: M-G-M.
première: 03.06.1927 (Loew’s State, Los Angeles).
uscita/rel: 04.06.1927.
copia/copy: DCP, 66′ (da/from 35mm, 5235 ft., 21 fps, da/from 35mm pos. nitr. [George Eastman Museum] + 35mm pos. nitr. [Národní filmovy archiv]; orig. l: 5517 ft.); did./titles: ENG.
fonte/source: George Eastman Museum, Rochester, NY. Restaurato con il sostegno di/Preserved with the support of The National Film Preservation Foundation.

Legenda abbreviazioni

Preferenze sulla privacy

Necessari

I cookie necessari aiutano a contribuire a rendere fruibile un sito web abilitando le funzioni di base come la navigazione della pagina e l'accesso alle aree protette del sito. Il sito web non può funzionare correttamente senza questi cookie.

gdpr

Statistiche

I cookie statistici aiutano i proprietari del sito web a capire come i visitatori interagiscono con i siti raccogliendo e trasmettendo informazioni in forma anonima.

_ga, _gat, _gid

Preferenze

I cookie per le preferenze consentono a un sito web di ricordare le informazioni che influenzano il modo in cui il sito si comporta o si presenta, come la lingua preferita o la regione in cui ti trovi.

qtrans_front_language

X