UP IN MABEL’S ROOM

UP IN MABEL’S ROOM (Nella camera di Mabel) (US 1926)
Regia di E. Mason Hopper
Partitura di Günter A. Buchwald, eseguita da Zerorchestra.

Dopo il rifiuto della Warner Bros di rinnovarle il contratto, nel gennaio 1926 Marie Prevost firmò con la Metropolitan Pictures, con la clausola che la diva avrebbe potuto interpretare per la Christie Film Company la pochade Up in Mabel’s Room. Il film era un adattamento, elaborato da F. McGrew Wallis (fonti successive indicano Tay Garnett come collaboratore, ma il dato non è confermato), del successo teatrale di Wilson Collison e Otto Harbach (1919); nel 1944 fu realizzato un rifacimento, diretto da Allan Dwan. È una commedia piccante imperniata su un secondo matrimonio, in cui la Prevost interpreta Mabel, giovane signora alla moda, mentre Harrison Ford è l’architetto Garry, il “maritino perfetto” da cui ella ha divorziato per un malinteso e che ora “si atteggia a scapolo” tra i nuovi amici di New York. A parere di Garry il loro matrimonio parigino (leggiamo in una delle argute didascalie di Walter Graham) è stato “come un vaccino… non ha funzionato”. Mabel è di parere opposto, e quindi insegue Garry a New York con intenti appassionatamente sentimentali, per non dire predatori. A caccia del suo uomo, ella si esibisce in un fantasioso gioco di gambe e in una provocante strizzatina d’occhio, sfoggiando un sontuoso guardaroba all’ultima moda.
L’equivoco in cui è caduta Mabel è stato provocato dall’acquisto di un babydoll ricamato, capo che ella ama sfoggiare con spensierata disinvoltura, ma per il resto a tal punto innominabile che tutti i personaggi maschili, compreso Hawkins, il domestico di Garry interpretato con brio da William Orlamond, riescono soltanto a farfugliare riferimenti a una “cosetta da donne”, all’“indescrivibile” e a un’infinita sfilza di altri eufemismi. Phyllis Haver, cara amica della Prevost, interpreta Sylvia, dinamica single “non sposata… ma non aliena dall’idea” che complica la strategia di Mabel. Nel cast figurano anche Maude Truax, Arthur Hoyt, Harry Myers e Carl Gerard, tutti entusiasticamente impegnati ad intensificare l’atmosfera comica fino a raggiungere una parossistica isteria da lingerie. Nella scena al nightclub El Rey osservate l’esibizione ginnica delle Marion Morgan Dancers: una troupe vegetariana di aderenti alla Christian Science, diretta dalla donna che poco dopo, su un altro set cinematografico, avrebbe incontrato la regista Dorothy Arzner e avrebbe vissuto con lei per il resto della vita.
Up in Mabel’s Room fu girato nell’aprile 1926, e uscì in luglio, in abbinamento con un’iniziativa della Maiden Fair Lingerie che popolò le vetrine dei negozi americani di centinaia di sagome di Marie Prevost alte più di mezzo metro e abbigliate con babydoll in miniatura. I negozi più grandi allestirono nelle vetrine boudoir ricolmi di capi di abbigliamento intimo, completati da “un’immagine a grandezza naturale di Miss Prevost che sbircia dalla porta di una stanza da bagno”. Negli Stati Uniti alcuni critici non gradirono il ritmo frenetico del film, ma Motion Picture News elogiò la godibile “finta serietà” del cast, e un quotidiano lo definì “un castello di assurdità che è concepito unicamente per far ridere gli spettatori, e centra senz’altro l’obiettivo”. Il film fu accolto con grande favore in Italia, dove il critico del Cine-Gazzettino (21 gennaio 1928) scrisse entusiasta: “È una commedia assai divertente, congegnata con spirito e condotta con molto garbo, senza licenziosità e scompostezza. La protagonista è la celebre attrice Marie Prevost, la quale in questa sua mirabile interpretazione ci offre un nuovo e più prezioso saggio della sua arte deliziosamente piacevole e piena di verve”.
La collaborazione dell’attrice con la casa di produzione era già stata segnata dalla tragedia, poiché sua madre morì in un incidente stradale: l’auto su cui si trovava era guidata da Christie. L’incidente avvenne nel febbraio 1926; poco dopo sia lei che suo marito, l’attore Kenneth Harlann (si veda, nella sezione Riscoperte e restauri, la scheda di Bobbed Hair), persero i contratti con la Warner e il loro matrimonio iniziò a vacillare. Il declino di Marie Prevost, che si concluse con la sua morte nel 1937, all’età di appena 40 anni, si fa spesso risalire a questo momento. La sua interpretazione in commedie deliziose come questa costituisce il ricordo di un vivace talento stroncato dalla malattia.

Pamela Hutchinson

UP IN MABEL’S ROOM (Nella camera di Mabel) (US 1926)
regia/dir: E. Mason Hopper.
scen, adapt: F. McGrew Willis, dalla commedia di/based on the play by Wilson Collison & Otto Harbach (première: 15.01.1919, Eltinge Theatre, NY).
did/titles: Walter Graham.
photog: Hal Rosson, Alex Phillips.
mont/ed: James B. Morley.
scg/des: Charles Cadwallader.
cast: Marie Prevost (Mabel Ainsworth), Harrison Ford (Garry Ainsworth, il suo ex marito/her ex-husband), Phyllis Haver (Sylvia Wells, la bionda/a blonde), Harry Myers (Jimmy Larchmont, giovane uomo d’affari/a young business man), Sylvia Breamer (Alicia, sua moglie/his wife), Paul Nicholson (Leonard Mason, scapolo gay/a gay bachelor), Carl Gerard (Arthur Walkers, viveur/a man-about-town), Maud [Maude] Truax (Henrietta, la sorella zitella/his spinster sister), William Orlamond (Hawkins, cameriere di Garry/Garry’s valet), Arthur Hoyt (Simpson, segreatrio di Garry/Garry’s office assistant).
prod: Al Christie, Christie Film Co.
dist: Producers Distributing Corp.
uscita/rel: 20.06.1926.
copia/copy: DCP, 79′ (da/from 16mm; [35mm orig. l: 6,345 ft.]); did./titles: ENG.
fonte/source: UCLA Film & Television Archive, Los Angeles.

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