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LA STORIA DELLA FAMIGLIA DI BORG È L’INIZIO DELLA PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA IN ISLANDA

Mercoledì 5 ottobre proseguono la retrospettiva Norma Talmadge con Yes Or No
e per la sezione Venezia 90, Biały Ślad (La traccia bianca, 1932) che rappresentò la Polonia alla prima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

Giro del mondo in un unico giorno. Le Giornate del Cinema Muto presentano un caleidoscopio di luoghi ed immagini girate in molti paesi di tutti i continenti. L’appuntamento più importante della giornata di mercoledì 5 ottobre, alle 21 al Teatro Verdi, ci porta in Islanda, con Saga Borgarettarinnar (La storia della famiglia di Borg, 1920) di Gunnar Sommerfeldt. Il film, la storia epica di una famiglia nell’arco di 20 anni, è una megaproduzione danese di ampio respiro e conseguentemente di adeguata durata, quasi tre ore, girato interamente in Islanda, utilizzando attori delle due nazionalità. Segna l’inizio della produzione cinematografica in Islanda ed è tratto dal romanzo d’esordio di Gunnar Gunnarsson (in seguito più volte candidato al Nobel), che ha anche un piccolo ruolo nel film. Accolto tiepidamente alla prima a Copenaghen, La storia della famiglia di Borg fu da subito un trionfo in Islanda dove viene regolarmente mostrato sia in cinema che in televisione. Per il centenario la Cineteca Nazionale Islandese, l’Istituto Gunnar Gunnarsson e l’Associazione Culturale Akureyri hanno curato la ricostruzione digitale in alta definizione delle Giornate. La composizione di una nuova partitura musicale è stata una sfida impegnativa per Thordur Magnusson che ha scelto di utilizzare stili molto diversi, dal postromantico al barocco, alla musica popolare islandese ai salmi luterani. La partitura in origine era prevista per una grande orchestra, ma riflettendo anche sul fatto che negli anni in cui il film era uscito in Islanda le grandi orchestre erano raramente utilizzate, alla fine il compositore ha optato, per l’evento delle Giornate, per un organico di 9 elementi dell’Orchestra San Marco di Pordenone.
Nella sezione sui cineamatori, alle 9.00, il corto In Egitto e ritorno con la Compagnia Aerea Imperial Airways (1931-1932) ci mostra varie immagini dell’Egitto. È opera dell’inglese Ruth Stuart, una cineamatrice prodigio che lo girò all’età di 16 anni quand’era partita da sola e, pare, all’insaputa dei genitori. Il film nel 1933 vinse varie competizioni internazionali per cineamatori e per tutti gli anni ‘30 le produzioni della Stuart ebbero importanti riconoscimenti.
Nella sezione Venezia 90, alle 14, merita attenzione Biały Ślad (La traccia bianca, 1932) che rappresentò la Polonia alla prima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Fu diretto da Adam Krzeptowski, sciatore e giornalista che negli anni 20 aprì uno studio fotografico e subito dopo si dedicò anche alla realizzazione di documentari che esaltavano la bellezza dei monti Tatra e dei dintorni di Zakopane. La traccia bianca è la sua opera più ambiziosa e per la sua realizzazione il regista impiegò due anni, un tempo eccezionalmente lungo per gli standard dell’industria cinematografica polacca. La trama del film è imperniata su una storia d’amore ma non è certo questo il punto forte dell’opera, anche perchè gli attori non erano professionisti ma sportivi amici di Krzeptowski. La qualità del film è data dalla splendida fotografia che esalta la bellezza dei paesaggi di montagna e dalla novità delle arditissime riprese di sport invernali che furono apprezzate ovunque e anche saccheggiate da altri film.
Norma Talmadge è presente nel programma di mercoledì 5 ottobre alle 11.30 con Yes Or No (Tentazioni, 1920), un’altra prova in cui l’attrice si esibisce in una doppia interpretazione di una donna ricca e di una povera. Il film consente alla Talmadge di sfoggiare vari capi di abbigliamento all’ultima moda e su Norma Talmadge e i suoi costumi verterà la conferenza di giovedì 6 ottobre della storica della moda Michelle Tolini Finamore e della costumista Deborah Nadoolman Landis.

Sempre mercoledì 5 ottobre, al Ridotto del Teatro Verdi alle 17, la relazione annuale del Jonathan Dennis Memorial, dedicata alla memoria del fondatore dell’Archivio Cinematografico neozelandese, è tenuta da Stella Dagna sul tema Etica del restauro: segreti e bugie.

Una sessione completa del Collegium è dedicata, alle 13 al Ridotto del Verdi, a Norma Talmadge, una diva da riscoprire.

Sempre al Ridotto del Teatro Verdi, alle 16, agli Incontri con gli autori di FilmFair, è la volta della commedia slapstick, con un libro che riporta alla luce attori e autori dello slapstick americano classico e una nuovissima biografia dell’iconico Buster Keaton, maestro della gag visiva.

Il programma online, su MYmovies, propone alle 21 Kralj Aleksander na Bledu (1922) di Veličan Bešter e Po Horách, Po Dolách (1930) di Karel Plicka.

Le Giornate del Cinema Muto sono realizzate grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema, del Comune di Pordenone, della Camera di Commercio Pordenone-Udine e della Fondazione Friuli.

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