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LA SCOMPARSA DEL MAESTRO CARL DAVIS E DELLO STORICO ALDO BERNARDINI, PROTAGONISTI DELLA RINASCITA DEL CINEMA MUTO

Gli appassionati di cinema piangono la scomparsa, a sole ventiquattr’ore l’uno dall’altro, del compositore e direttore d’orchestra Carl Davis, nato in America e britannico d’adozione, morto il 3 agosto a 86 anni, e dello storico del cinema italiano Aldo Bernardini, deceduto il 4 agosto all’età di 87 anni. Bernardini e Davis possono essere considerati a buon diritto come due “padri fondatori” della rinascita del cinema muto a livello internazionale: entrambi ne furono protagonisti negli anni formativi, e non solo, delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, dedicate alla valorizzazione del patrimonio filmico mondiale del primo Novecento.

A partire dai primi anni ’80, Carl Davis si è affermato come uno dei più prolifici e creativi compositori di musiche per il cinema: sua è la colonna sonora di La donna del tenente francese (Karel Reisz, 1981) e della serie televisiva Hollywood: I pionieri (1980) diretta da Kevin Brownlow e David Gill; ma è con la gigantesca partitura originale per il capolavoro restaurato di Abel Gance Napoléon (1927), eseguita per la prima volta nel 1980, che Davis si è imposto quale interprete di sublime espressività di nuovi accompagnamenti musicali per le maggiori opere del muto. Il sodalizio artistico fra Davis, Brownlow e Gill trovò espressione nella fortunata serie dei “Thames Silents”, un eccezionale catalogo di classici americani per i quali Carl Davis compose nuove partiture. Almeno venti di questi titoli sono stati presentati alle Giornate del Cinema Muto nel corso di 35 anni, dall’esordio del Maestro al Teatro Verdi nel 1986 con The Wind (Il vento, 1928) di Victor Sjöström, interpretato da una delle più luminose stelle del muto, Lillian Gish, fino al 2021, quando diresse l’accompagnamento per Lady Windermere’s Fan (Il ventaglio di Lady Windermere, 1925) di Ernst Lubitsch. Indimenticabile la performance per Napoléon nel 2001 in occasione del ventennale del festival.

Per molti anni collaboratore e, fin dalla prima edizione del 1982, immancabile spettatore delle Giornate, lo storico vicentino Aldo Bernardini è stato protagonista insieme a Davide Turconi, Riccardo Redi e Vittorio Martinelli del “nuovo corso” negli studi sul cinema muto. La sua infaticabile attività di ricercatore rimane un punto di riferimento imprescindibile per il lavoro di qualunque studente o studioso che voglia approfondire le proprie conoscenze in questo campo. Nell’immensa eredità che lascia ci sono alcune fra le opere più importanti nella storiografia del cinema italiano, dai fondamentali tre volumi del Cinema muto italiano, 1896-1914, alle innumerevoli imprese filmografiche grazie alle quali la produzione nazionale è finalmente emersa come una fra le più significative a livello mondiale. Il suo talento di ricercatore rifulge nella straordinaria banca dati dell’Anica sul cinema italiano, nei 21 volumi di schede filmografiche del cinema muto italiano realizzati con Vittorio Martinelli, editi per la collana Biblioteca di Bianco e Nero, e nella trilogia dedicata agli ambulanti e ai film “dal vero” girati in Italia fino al 1914 pubblicata dalla Cineteca del Friuli.

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