Insieme agli studiosi, ai critici e agli appassionati che da tutto il mondo raggiungono Pordenone per seguire le Giornate del Cinema Muto, arriveranno da Canada, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Messico, Inghilterra, Germania, Paesi Bassi, oltre che dall’Italia, i migliori musicisti internazionali specializzati nell’accompagnamento dal vivo dei film muti.
Nel corso di otto giorni di proiezioni non-stop, dal 5 al 12 ottobre, i musicisti conquisteranno il pubblico con performance capaci di ricondurre gli spettatori alle origini del cinema e, allo stesso tempo, di dare nuova vita alle pellicole di un secolo fa. In aggiunta al loro impegno nella buca del Teatro Verdi, alcuni terranno lezioni quotidiane di accompagnamento del cinema muto, le ormai note Pordenone Masterclasses, grazie a cui il festival è diventato anche un punto di riferimento per i musicisti che intendono approfondire la conoscenza e la pratica di quest’arte. Gli allievi del 2019, anch’essi provenienti da lontano, sono i pianisti Ilya Poletaev (Canada), Viktoras Orestas Vagusevičius (Lituania) e la percussionista Lorena Ruiz Trejo (Messico).
Il pianista britannico Neil Brand, tra i primi a far parte del team pordenonese e anima delle Masterclasses, quest’anno arriva anche in veste di compositore della partitura orchestrale con cui sabato 12 ottobre sarà accompagnato il film di chiusura, The Lodger: A Story of the London Fog (1927) di Alfred Hitchcock. A dirigere l’orchestra in questa occasione sarà il direttore della Covent Garden Sinfonia di Londra, Ben Palmer, per la prima volta a Pordenone.
Anche il pianista e violinista tedesco Günter A. Buchwald salirà sul podio di direttore per l’evento orchestrale di metà settimana, Oblomok Imperii (1929) di Fridrikh Ermler, e per la replica – domenica 13 ottobre – dell’evento inaugurale, The Kid (Il monello, 1921) di Charles Chaplin, con la musica composta da Chaplin nel 1971 e riarrangiata da Timothy Brock (che dirigerà l’orchestra in apertura).
La lista dei pianisti prosegue con l’americano Philip Carli, il britannico Stephen Horne, gli olandesi Maud Nelissen e Daan van den Hurk, l’americano Donald Sosin, il neozelandese John Sweeney, il canadese Gabriel Thibaudeau, il messicano José María Serralde Ruiz e il pordenonese da molti anni residente in Australia Mauro Colombis. Li affiancheranno in alcune performance il percussionista tedesco Frank Bockius e il fisarmonicista e contrabbassista friulano Romano Tedesco.
Ci sono naturalmente anche i musicisti della San Marco di Pordenone, protagonisti dei tre eventi orchestrali; i componenti della Zerorchestra, impegnati nella serata di pre-apertura a Sacile e nella successiva replica pordenonese; e gli allievi del Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste, con cui prosegue felicemente la pluriennale collaborazione.
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